Auto elettriche, il paradosso: stop al trasporto pubblico

Con l'aumento delle auto elettriche è diminuito l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico: un paradosso che trova il proprio culmine in Norvegia

Foto di Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista Pubblicista

Giornalista pubblicista dal 2014, da oltre 10 anni scrive sul web occupandosi di vari argomenti: sport, cronaca, motori, musica, cinema e videogame.

Le auto elettriche, ormai da diversi anni, sono diventate sempre più presenti sulle strade europee: nel Vecchio Continente c’è una Nazione considerata il paradiso delle vetture a zero emissioni, la Norvegia, tra i Paesi simbolo dell’elettromobilità a livello mondiale.

La diffusione delle vetture a zero emissioni in Norvegia ha raggiunto numeri da record, superando l’80% delle immatricolazioni totali: di contro, nel Paese scandinavo, è crollato l’utilizzo del sistema pubblico di trasporti.

Auto elettriche, il caso della Norvegia

La spinta governativa ad acquistare auto green ha portato a un inesorabile abbandono dei trasporti pubblici: la Norvegia già vantava uno dei tassi più bassi d’Europa sul fronte dell’utilizzo di bus, treni e metro e la situazione sta peggiorando giorno dopo giorno.

Il Governo, in pratica, sta destinando alle auto elettriche le risorse che potevano essere impiegate nel trasporto pubblico, creando una sorta di paradosso: la rivoluzione green passa sì dall’uso di vetture a zero emissioni, ma anche da un maggior utilizzo del trasporto pubblico con meno auto private per strada.

Gli incentivi del Governo che aiutano i cittadini nell’acquisto di auto 100% elettriche rendono il trasporto pubblico meno competitivo in termini di costi: al momento, in pratica, si spende più per spostarsi in autobus o in treno, piuttosto che utilizzando la propria automobile.

Le promozioni dei veicoli elettrici hanno inoltro ridotto i fondi disponibili per investire nel miglioramento dei mezzi pubblici, perché il budget destinato al servizio dei trasporti è in parte finanziato attraverso i pedaggi stradali: il Governo ha esentato i proprietari di auto elettriche dal pagamento dei pedaggi, tagliando di fatto una fetta importante di sostentamento per il trasporto pubblico.

Eivind Traedal, consigliere comunale di Oslo, ha parlato di questo paradosso a Jalopnik: “Una delle mie principali preoccupazioni è che, poiché stiamo sovvenzionando i veicoli elettrici attraverso le strade a pedaggio più economiche, non abbiamo i soldi per pagare grandi progetti di infrastrutture di trasporto pubblico”.

Il confronto con l’Italia e il resto d’Europa

Come riportato da Vox, l’Agenzia norvegese per l’apprendimento permanente che appartiene al Ministero norvegese dell’Istruzione e della Ricerca, al 30 settembre 2023 le auto elettriche in Norvegia pesavano l’83% sul totale delle immatricolazioni. Numeri lontani anni luce dall’Italia, dove il dato non supera il 3,9%.

L’Italia è fanalino di coda nella vendita di auto elettriche in Europa: nella classifica che prende come riferimento la percentuale di veicoli a zero emissioni sulle immatricolazioni complessive, il nostro Paese ha i numeri più bassi e occupa la posizione numero 27, lasciandosi dietro solamente la Polonia, la Croazia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia.

In questa speciale classifica dominano i Paesi scandinavi: come detto in Norvegia la quota di mercato delle auto elettriche sulle immatricolazioni del 2023 è dell’83%, la più alta d’Europa. In seconda posizione troviamo l’Islanda con il 39,3%, seguita dalla Svezia con il 37,8%, dalla Finlandia con il 32,2% e dalla Danimarca con il 31,6%.

A fronte dei numeri ancora abbastanza bassi dell’Italia, bisogna tenere presente che in Europa sono raddoppiate le immatricolazioni di auto elettriche dal 2022 al 2023: secondo i dati elaborati da Jato Dynamics, nel Vecchio Continente, durante il mese di agosto, si sono registrate 196.000 immatricolazioni di vetture elettrificate, il 102% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.