Correre nella top class del Motomondiale rappresenta un sogno per un giovane pilota che comincia dalle categorie minori. Solo i migliori 22 rider al mondo riescono nella scalata verso l’olimpo della MotoGP. Si tratta di un percorso graduale che, solitamente, incomincia sulle minimoto e, attraverso una progressiva scalata, può portare un centauro a partecipare al campionato su due ruote più seguito in assoluto. Per moltissime famiglie è diventato molto difficile sostenere i costi di una carriera nel motociclismo di un figlio. Se un tempo gli italiani potevano godere delle migliori strutture al mondo, oggi i principali talenti arrivano dalla Spagna.
Il fascino dei funamboli delle due ruote è rimasto altissimo, alle nostre latitudini, grazie alle imprese compiute da Valentino Rossi. Tanti nuovi talenti sono riusciti ad affrontare le spese ingenti di Moto3, Moto2 e MotoGP, grazie al sostegno dell’Academy del Dottore. Il campione del mondo in carica della MotoGP, Pecco Bagnaia, è cresciuto nella scuola del numero 46. Il torinese è stato catapultato nella classe regina, dopo aver dimostrato il suo valore a suon di vittorie in Moto3 e Moto2. La Federazione Internazionale di Motociclismo ha imposto dei requisiti tecnici ben precisi per ciascuna delle categorie a cui partecipano i piloti. Scopriamo come si sono evolute le tre classi di riferimento.
Indice
Tutte le categorie del Motomondiale
C’era una volta la classe 125 che rappresentava un primo importante test per i campioni di domani. Per riuscire a calcare i palcoscenici più importanti del motociclismo, i giovani dovevano eccellere nella classe di debutto, oggi chiamata Moto3. L’appeal delle categorie propedeutiche della MotoGP si è, drasticamente, ridotto a causa di un cambiamento epocale delle cilindrate. Un tempo c’erano tantissimi rider che preferivano specializzarsi in una classe specifica del Motomondiale. Oggi, invece, per una questione di fama e guadagni, i rider più talentuosi sembrano avere una clamorosa fretta di balzare sulle potentissime moto della top class, addirittura, in alcuni casi, saltando la categoria di mezzo della Moto2, un tempo 250.
Sebbene il Motomondiale abbia avuto una crisi di ascolti significativa, a seguito dell’addio di straordinari interpreti come Valentino Rossi, Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, l’obiettivo di tutti è sempre quello di gareggiare sui prototipi più veloci al mondo. I costruttori ufficiali della MotoGP, ovvero Ducati, Aprilia, KTM, Honda e Yamaha rappresentano una garanzia per i migliori 22 piloti del Motomondiale. In pista i rider non guidano moto derivate di serie, come i colleghi della Superbike o della Supersport, ma corrono su modelli unici con performance da brividi.
La cilindrata delle Moto3
Con l’abolizione della classe 125, i centauri al debutto nel Motomondiale gareggiano su bolidi con motori 250 cm³ 4T monocilindrici aspirati, con classici pistoni con un diametro massimo permesso pari a 81 mm. Il regime massimo è obbligato da regolamento ai 14.000 giri al minuto. Il sistema di distribuzione non può superare le 4 valvole. L’alimentazione non deve avere sistemi a lunghezza variabile, tuttavia sono ammessi un massimo di 2 iniettori, collocati entrambi prima delle valvole d’aspirazione e con una pressione massima di funzionamento pari a 5 bar. Il cambio, inoltre, non può disporre più di 6 marce e non sono permessi più di due coppie per la trasmissione finale e due per la trasmissione primaria.
Il peso minimo della moto e del pilota è pari a 152 kg. Le sospensioni sono classiche e non possono risultare attive. I cerchi devono essere da 17″, con un canale da 2,5″ per l’anteriore e di 3,5″ per il posteriore. La centralina ECU monitora gli iniettori, l’accensione, il by-pass del corpo farfallato e la pompa benzina. Il fornitore unico è ENI con una benzina con numero di ottano 100, mentre le mescole sono Dunlop, nelle misure 90/75 R 17 e 115/75 R 17. Le Moto3 attuali erano state introdotte per abbassare i costi, tuttavia hanno spese superiori rispetto alle vecchie 125. Possono raggiungere una top speed di circa 250 km/h, diventando ancor più pericolose per i più giovani. La prima moto prodotta per questa classe è stata la Honda NSF250R, svelata il 3 giugno 2011. Vantava una potenza di 47,6 CV a 13.000 giri/min e 28 N·m di coppia a 10.500 giri/min. Nella classe Moto3 l’età minima per potersi iscrivere al campionato è di 18 anni, mentre la massima è limitata a 28 anni.
La potenza delle Moto2
Le Moto2 vantano un motore a 3 cilindri da 765 cc che sprigionano circa 140 cavalli di potenza. Si tratta di un clamoroso balzo in avanti rispetto alla categoria di lancio. In sella ai bolidi della classe di mezzo si possono raggiungere i 300 km/h. Il peso minimo combinato della moto e del pilota risulta di almeno 270 kg. La tecnologia è basata sul propulsore leader di categoria della Triumph Street Triple RS, con sviluppi che garantiscono un flusso d’aria più libero, raggiungendo un numero più elevato di giri. Il cambiamento del nome della categoria si è reso necessario a causa del nuovo regolamento in merito alla cilindrata, non più limitata a 250 cm³.
La prima gara di Moto2 è stata vinta da Shōya Tomizawa, alla guida di una Suter MMX. In una prima fase il regolamento prevedeva un motore 4 cilindri 600 cm³ 4T, fornito in esclusiva dalla Honda, con una potenza di 150 CV, limitata però a 130 CV per garantire la sua durata minima di 3 corse. Per far emergere il talento dei piloti l’elettronica era limitata ed era consentita soltanto la raccolta dati, l’ECU e il transponder, tutti forniti dagli organizzatori. Venne abolito l’impianto frenante con dischi in carbonio, la frizione doveva essere unica per tutti, mentre la benzina era la 100 ottani della ENI.
I bolidi della MotoGP
La classe regina per come la conosciamo oggi è stata istituita nel 2002. Prima i manici migliori al mondo correvano su moto, a 2 o a 4 tempi, con cilindrate di 500 cm³. L’ultimo campione del mondo della storia della classe 500 è stato Valentino Rossi, in grado poi di vincere altri 6 riconoscimenti iridati in era MotoGP. Il suo più grande rivale, Marc Marquez, continua a far faville. A partire dal 2012 è stato decretato che i motori delle MotoGP non dovessero superare la cilindrata 1000 e i 4 cilindri. I bolidi su cui gareggiano i migliori 22 rider al mondo godono di circa 250 cavalli. Possono oltrepassare i 350 km/h con un peso minimo di 157 kg.
I gioielli della MotoGP sono così evoluti a livello aerodinamico che, come accaduto in F1, i piloti fanno fatica a sopravanzarsi. Usciti dalla traiettoria ideale, l’aria sporca rende tutto più complesso. L’alimentazione della Ducati Desmosedici, la moto campione del mondo, è a iniezione elettronica indiretta, con 4 corpi farfallati. I cerchioni sono Marchesini in lega di magnesio, mentre l’impianto frenante è Brembo con doppio disco anteriore in carbonio da 340mm con pinze a quattro pistoncini. Il motore V4 a 90°, raffreddato a liquido, con distribuzione desmodromica con doppio albero a camme in testa e 4 valvole per cilindro è il non plus ultra della classe regina. Dal 2027 in MotoGP cambierà tutto con il lancio di un nuovo regolamento tecnico che imporrà una cilindrata di 850 cc.