L’industria automobilistica sta attraversando un periodo di profonda crisi, caratterizzata da una serie di fattori che mettono a dura prova la sua redditività e la sua capacità di mantenere i livelli occupazionali. Le cause di questa crisi sono molteplici e complesse, e le conseguenze si ripercuotono su tutta la filiera, dai grandi produttori ai fornitori di componenti. L’ultimo collasso europeo è quello di Schaeffler, azienda di componentistica, che si vede costretta a migliaia di licenziamenti (4.700) e fa seguito alle turbolenze di Volkswagen e Michelin.
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Calo delle vendite e concorrenza globale
Uno dei principali fattori che contribuiscono alla crisi è la diminuzione delle vendite di automobili, in particolare in Europa e in Cina, due mercati chiave per i produttori del Vecchio Continente. Questa contrazione della domanda è dovuta a diversi fattori, tra cui:
- l’incertezza economica globale, che spinge i consumatori a posticipare gli acquisti di beni durevoli come le automobili;
- l’aumento dei costi del carburante e delle materie prime, che rende le automobili più costose da acquistare e mantenere;
- la crescente popolarità di alternative alla proprietà dell’auto, come il car sharing e il noleggio a lungo termine.
A questa diminuzione delle vendite si aggiunge la crescente concorrenza dei produttori asiatici a basso costo, che offrono prodotti competitivi a prezzi più vantaggiosi. Questa concorrenza erode i margini di profitto dei produttori europei e li costringe a rivedere le proprie strategie.
Una crisi virulenta
La transizione verso l’elettrico, considerata da molti la soluzione per un futuro più sostenibile, si sta rivelando un’arma a doppio taglio per l’industria automobilistica. Da un lato, la domanda di veicoli elettrici è ancora relativamente bassa, a causa del loro costo elevato e della mancanza di infrastrutture di ricarica adeguate. Dall’altro lato, lo sviluppo di questa nuova tecnologia ha richiesto ingenti investimenti da parte dei produttori, che ora si trovano a dover gestire costi elevati e margini di profitto ridotti.
La combinazione di questi fattori sta spingendo diverse aziende del settore ad adottare misure drastiche per ridurre i costi e mantenere la propria competitività. Tra queste misure, le più comuni sono i licenziamenti e le chiusure di stabilimenti. Michelin, ad esempio, ha annunciato la chiusura di due stabilimenti in Francia entro il 2026, con un impatto su 1.254 dipendenti. L’azienda ha attribuito la decisione al crollo delle vendite di pneumatici per autocarri e furgoni e all’aumento della quota di mercato degli pneumatici di fascia economica. La Michelin ha inoltre sottolineato le difficoltà legate alla scarsa competitività dell’Europa, aggravata dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Anche Schaeffler, fornitore tedesco di componenti per l’industria automobilistica, ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il licenziamento di 4.700 dipendenti e la chiusura di due stabilimenti. L’azienda ha motivato la decisione con un ambiente di mercato difficile, una crescente concorrenza globale e la trasformazione in corso nel settore, in particolare nell’industria degli equipaggiatori automobilistici. I tagli dovrebbero consentire di ridurre i costi di circa 290 milioni di euro all’anno entro la fine del 2029.
Il caso Auchan: la crisi si estende alla grande distribuzione
La crisi nel settore automobilistico sta avendo ripercussioni anche su altri settori dell’economia. Auchan, gruppo francese attivo nella grande distribuzione, ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede il taglio di 2.389 posti di lavoro in Francia. La decisione è legata alla vendita della sua filiale in Russia, ma riflette anche le difficoltà che il settore della grande distribuzione sta affrontando a causa dell’inflazione e della diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori.
La crisi nel settore automobilistico è destinata a durare ancora a lungo, e le sue conseguenze sull’occupazione e sull’economia in generale saranno significative. Le aziende del settore dovranno affrontare sfide complesse, come la necessità di innovare e adattarsi alle nuove tecnologie, la gestione dei costi in un contesto di inflazione elevata e la ricerca di nuovi mercati. Il futuro dell’industria automobilistica dipenderà dalla capacità dei produttori di rispondere a queste sfide in modo efficace e di trovare soluzioni innovative per garantire la propria competitività e la propria sostenibilità nel lungo periodo.