Manlio Messina lascia Giorgia Meloni, valuta se dimettersi anche da parlamentare: partito in crisi in Sicilia
Manlio Messina lascia il partito di Giorgia Meloni. "Una decisione intima", spiega, ma che arriva nel caos dell'inchiesta per peculato in Sicilia
Manlio Messina lascia Fratelli d’Italia. Il più vicino a Giorgia Meloni in Sicilia, con una nota ha annunciato le dimissioni dal gruppo parlamentare e di stare valutando le dimissioni da parlamentare. Lascia in un momento caldo: l’inchiesta sulla presunta corruzione fra Ars e Turismo.
Manlio Messina lascia Fdi
Manlio Messina lascia Fratelli d’Italia. La decisione del deputato non arriva come un fulmine a ciel sereno, c’erano stati dei segnali, ma è comunque capace di scuotere la sezione siciliana del partito.
Sul proprio canale social, Messina posta una foto con una scritta in latino: “Honesta mors turpi vita potior”. Si tratta di una frase di Tacito che si traduce in: “Una morte onesta è migliore di una vita vergognosa”. Nella didascalia scrive:
I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore! Continueremo a volare liberi e felici come un tempo!
Poco dopo ripubblica un giornale con la notizia e aggiunge che la sua è stata una scelta ponderata e dettata da ciò che di più profondo sente dentro di sé. “Solo chi mi conosce davvero può immaginare quanto sia stata difficile”.
Le parole di Messina
Nel secondo post di commento alle sue dimissioni, il deputato meloniano ha raccontato la sua scelta. Spiega che non sempre gli ostacoli della vita vanno superati a ogni costo e che “a volte puoi fermarti”.
ANSA
Manlio Messina, deputato vicino a Giorgia Meloni, che ha deciso di lasciare Fdi
Dice di deludere qualcuno quando spiega che non c’è un motivo unico per le dimissioni, non c’è un colpevole o un episodio preciso. “È una scelta intima”, aggiunge.
Ha inoltre lanciato un messaggio d’amore per chi lo ha sempre sostenuto e anche per chi lo ha attaccato, perché dice “mi ha insegnato a distinguere l’amicizia dall’opportunismo”.
Ancora: “Oggi ho compiuto l’ultimo atto d’amore per la mia Comunità”, ovvero sapere riconoscere il momento in cui lasciarsi andare.
Il caso Galvagno
La decisione di Messina, che come dice lui è “intima”, arriva però in un momento di caos nella Regione e nel partito. Infatti questo è scosso dall’inchiesta giudiziaria per corruzione e peculato che coinvolge il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.
Sulla presunta corruzione fra Ars e turismo (assessore regionale al Turismo è Elvira Amata) indagano i due filoni dell’inchiesta della Procura di Palermo.
Le accuse puntano il dito sulla donazione di 11mila euro per l’apericena dell’evento Donna Economia e Potere della fondazione Belisario e anche il contributo di 190mila euro alla Fondazione Dragotto per Un magico Natale in cambio di un incarico.
Vengono anche citati i nomi di chi ha utilizzato l’auto blu in maniera impropria.
Anche Manlio Messina risulterebbe nelle carte. Messina però aveva detto di non credere di essere “l’uomo 6” citato.
Al momento Manlio Messina non risulta tra gli indagati.
