Il Futuro della Mobilità in Italia: crescita sostenuta e sfide elettriche

L'Italia segna un nuovo record di crescita nel settore automotive. Rimane difficile affrontare la transizione verso i veicoli elettrici

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Serena Cappelletti

Giornalista e Automotive Specialist

Giornalista, autrice e conduttrice di programmi tv, PR specializzata, sempre nel settore dell'Automotive. L'ultima esperienza l’ha vista responsabile della comunicazione dell'Autodromo Nazionale Monza. Interviste esclusive, prove auto e un nuovo format video: Serena è il volto [e la voce] di Virgilio Motori.

L’Europa è finalmente in una tendenza positiva nel settore automobilistico, con crescenti numeri di immatricolazioni che fanno ben sperare. A settembre 2023, si sono registrate 1.166.728 nuove immatricolazioni, con un aumento del 11,1% rispetto a settembre 2022. Questo segna la quattordicesima crescita mensile consecutiva.

Nei primi nove mesi dell’anno, il numero totale di nuove immatricolazioni raggiunge 9.684.894 unità, mostrando un aumento significativo del 17,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il bilancio complessivo rimane negativo rispetto al 2019, con un calo dell’11,9%.

Il mercato dell’auto in Europa

E’ in questo scenario europeo che spicca l’Italia, registrando una crescita mensile in positivo, con un “+” in termini percentuali del 22,7%, tra i cosiddetti “5 Major Markets”. Il Regno Unito segue a ruota con un aumento del 21%, mentre la Francia registra un incremento del 10,7% e la Spagna del 2,3%. Nel frattempo la Germania si trova in una leggera contrazione (-0,1%) a causa dell’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi per le auto a batteria (BEV) a partire dal primo di settembre.

Nei primi nove mesi dell’anno, l’Italia continua a guidare la classifica con una crescita del 20,5%, seguita da Regno Unito (+20,2%), Spagna (+18,5%), Francia (+15,9%) e Germania (+14,5%). In termini di volumi, l’Italia occupa la quarta posizione sia a settembre che nei primi nove mesi.

Nonostante questo successo, è sempre l’Italia ad affrontare una sfida significativa nella diffusione di veicoli elettrici. A settembre, la quota di ECV (Elettrificazione della Catena di Veicoli) è scesa al 7,6%, che comprende il 3,6% delle BEV e il 4,0% delle PHEV (Veicoli Ibridi Plug-in).

Questo divario rispetto agli altri quattro principali mercati europei rimane ampio. La Germania, ad esempio, ha raggiunto il 14,1% di quota per le BEV e il 6,9% per le PHEV. In Francia, le BEV rappresentano il 19,3% e le PHEV il 10,0%, mentre nel Regno Unito le BEV sono al 16,6% e le PHEV al 6,8%. La Spagna ha una quota del 5,4% per le BEV e del 7,2% per le PHEV. Nel mercato europeo nel suo complesso, a settembre, le BEV rappresentano il 16,1% del totale, con un aumento dello 0,3%, mentre le PHEV sono al 7,9%, con una diminuzione dello 0,3%.

La situazione dell’Italia non migliora nemmeno nei primi nove mesi dell’anno, con una quota delle BEV al 3,9% e delle PHEV al 4,5%, posizionandosi al quinto posto, superata dalla Germania (BEV 18,1% e PHEV 5,8%), Francia (BEV 15,9% e PHEV 9,0%), Regno Unito (BEV 16,4% e PHEV 6,8%) e Spagna (BEV 4,9% e PHEV 6,3%). A livello europeo, le BEV rappresentano il 15,2% del mercato complessivo, con un incremento di 3,1 punti percentuali, mentre le PHEV sono al 7,4%, in calo dello 0,9%.

Altro punto di discussione del settore automotive è legato alla proposta ” Euro 7″, che il Parlamento Europeo dovrebbe votare l’8 novembre. L’ACEA (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili) ha accolto con favore l’orientamento espresso dal Consiglio e dalla Commissione ENVI (Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare) come un miglioramento rispetto alla proposta iniziale della Commissione. La proposta iniziale era stata criticata per i costi eccessivi per l’industria e i clienti, a fronte di benefici ambientali limitati. L’ACEA ha sottolineato come i nuovi standard comporteranno comunque investimenti aggiuntivi in un momento in cui il settore automobilistico si vede impegnato con tutte le sue risorse nella decarbonizzazione.

L’Unione Europea ha uno degli approcci più rigorosi al mondo per quanto riguarda le emissioni inquinanti, che sono diventate quasi trascurabili.

Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), sottolinea l’importanza di un piano chiaro da parte del governo italiano per la transizione energetica della mobilità su strada. Cardinali afferma che il piano dovrebbe rivedere il sistema di incentivi attuale per renderli più accessibili e utili a stimolare il rinnovo del parco auto.

Inoltre, è essenziale recuperare i residui del 2022 e del 2023 e destinarli nel 2024 agli stessi scopi.

Nel piano dovrebbe essere incluso un cronoprogramma per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica, soprattutto quelle ad alta potenza in ambito extraurbano, e per le infrastrutture di rifornimento di idrogeno.

Intervista ad Andrea Cardinali
Fonte: Virgilio Motori
Intervista ad Andrea Cardinali, Direttore Generale UNRAE

Cardinali rileva che le recenti modalità operative per l’accesso ai fondi per infrastrutture private, sia per le aziende che per gli edifici residenziali, sono state definite dopo una lunga attesa. Tuttavia, queste misure sembrano retroattive rispetto ai finanziamenti stanziati dai governi precedenti, minando lo scopo degli incentivi.

Sempre riguardo alle infrastrutture elettriche, Cardinali evidenzia le richieste recenti che l’ACEA e altre sei associazioni europee hanno presentato alla Commissione dell’Unione Europea. Queste richieste comprendono l’allocazione di maggiori fondi per lo sviluppo e la modernizzazione della rete elettrica, l’armonizzazione delle regole di connessione a livello dell’UE e la semplificazione delle autorizzazioni per accelerare gli investimenti.

Sottolinea infine che, con solo l’1% di veicoli elettrici sulle strade italiane, la decarbonizzazione dei trasporti stradali è ancora una sfida lontana. Riferendosi al protocollo d’intesa firmato dal Ministro Urso, che supporta la diffusione della mobilità elettrica e il rinnovo del parco circolante, chiede con urgenza la convocazione del Tavolo Automotive, in cui l’UNRAE possa contribuire con proposte a 360 gradi.

l’Italia sta indubbiamente attraversando un periodo di crescita nel mercato automobilistico, ma è altrettanto evidente che ci sono sfide significative da affrontare, in particolare nell’adozione dei veicoli elettrici e nello sviluppo delle infrastrutture necessarie.

La transizione verso una mobilità più sostenibile richiede un impegno chiaro e coordinato da parte del governo italiano, insieme all’industria e ad altre parti interessate, per affrontare questi ostacoli e plasmare il futuro della mobilità nel Paese.

Con il contributo di Unrae