Dove conviene comprare un’auto all’estero: i paesi preferiti dagli italiani

Comprare un'auto all'estero può offrire notevoli risparmi, ma richiede una conoscenza approfondita del mercato e una valutazione attenta delle offerte

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 26 Agosto 2024 17:32

La prospettiva di comprare un’auto all’estero è spinta dall’opportunità di trovare modelli particolari o di risparmiare sui costi rispetto al mercato nazionale. I concessionari italiani spesso facilitano questa pratica, gestendo l’intero processo burocratico per conto del cliente.

In pratica, il compratore sceglie la marca e il modello desiderati e il concessionario si occupa di trovare il veicolo all’estero, importarlo in Italia e completare tutte le formalità necessarie per la registrazione. Questa opzione, sebbene molto comoda, comporta un costo aggiuntivo per i servizi offerti, il che può ridurre il potenziale risparmio economico. È una soluzione per chi ha già deciso quale auto importare e preferisce evitare le complessità burocratiche.

Per chi vuole risparmiare ulteriormente, c’è la possibilità di acquistare l’auto da venditori esteri, anche online. Questa opzione può risultare più economica, ma comporta due principali svantaggi: la responsabilità di portare l’auto in Italia e l’impossibilità di verificarne le condizioni prima dell’acquisto. Il processo di immatricolazione di un’auto straniera in Italia può poi rivelarsi complesso e richiede tempo.

Comprare auto fuori dall’Italia: cosa c’è da sapere

Uno dei principali motivi che spinge gli automobilisti italiani ad andare alla ricerca di un modello all’estero sono le politiche di incentive di molti paesi produttori. In questo modo spingono gli automobilisti locali a cambiare veicolo dopo pochi anni. Si crea un mercato dell’usato più ricco e con una maggiore svalutazione, portando a prezzi in genere più bassi rispetto a quelli italiani.

Questa opportunità attira molti italiani alla ricerca di veicoli usati in buone condizioni, che potrebbero risultare più economici se acquistati all’estero. Per fare un buon affare bisogna saper riconoscere le vere occasioni ed evitare offerte troppo vantaggiose, che potrebbero nascondere problemi o sorprese indesiderate.

Un esempio spesso citato è il mercato automobilistico tedesco, rinomato per la serietà dei venditori e per i prezzi competitivi, soprattutto su modelli di fascia medio-alta come Mercedes, BMW e Audi. Questi veicoli, essendo prodotti localmente, tendono a costare meno rispetto all’Italia. Non è però detto che tutte le auto in Germania siano più economiche; questo vale in particolare per modelli di case automobilistiche spagnole, francesi o italiane, che potrebbero non offrire lo stesso livello di convenienza nel mercato tedesco.

In alternativa, molti italiani guardano alla Spagna, dove i prezzi medi delle auto tendono ad essere più bassi, rendendo il paese un’opzione per chi cerca veicoli a prezzi inferiori o soluzioni di pagamento rateizzato.

Auto dall’estero: ecco i paesi più scelti per l’acquisto

Tra tutti i paesi, la Germania è la destinazione più gettonata per l’acquisto di auto usate. Questo non sorprende, considerando la reputazione che i tedeschi hanno nella cura delle loro vetture e la vasta offerta di marchi premium come Mercedes, Audi e BMW.

La Germania si distingue per un regime fiscale favorevole alle auto aziendali, che influisce positivamente sul mercato delle auto usate. Le vetture provenienti da flotte aziendali sono spesso ben mantenute e vengono messe in vendita dopo pochi anni, rendendole appetibili per gli acquirenti stranieri. Unito a una minore pressione fiscale rispetto all’Italia, fa sì che le auto tedesche siano offerte a prezzi più competitivi, soprattutto se si considerano modelli di fascia medio-alta.

Gli automobilisti tedeschi  tendono a vendere le loro vetture dopo pochi anni, in parte a causa dell’aumento dei costi di manutenzione con il passare del tempo. Questo turnover elevato contribuisce a un mercato dell’usato ricco di opportunità, con veicoli di alta qualità disponibili a prezzi inferiori rispetto a quelli italiani.

Sebbene la Germania domini il mercato delle importazioni di auto usate in Italia, esistono altre destinazioni interessanti. La Spagna è un’altra opzione da considerare, specialmente per chi cerca auto a prezzi più contenuti. Anche la Romania, la Francia e persino gli Stati Uniti sono paesi da cui provengono auto usate importate in Italia, ciascuno con le proprie peculiarità e vantaggi.

Auto importate: cosa serve per concludere l’affare

Il primo aspetto da considerare dopo l’acquisto di un veicolo dall’estero è come portare l’auto in Italia. Esistono due opzioni di base: affidarsi a una concessionaria che si occupa del trasporto o gestire tutto in autonomia. Se si opta per la gestione autonoma serve una targa estera provvisoria e un’assicurazione temporanea per il veicolo. In alternativa, se si dispone di tutta la documentazione necessaria, è possibile immatricolare l’auto in Italia e dotarla di targhe italiane con cui guidare il veicolo fino a casa.

Il trasporto è una delle voci di costo più rilevanti e può incidere sul budget complessivo. Dopodiché bisogna affrontare le procedure burocratiche che variano a seconda che l’auto sia nuova o usata. È considerata nuova anche un’auto che ha percorso meno di 6.000 chilometri o è stata immatricolata per la prima volta meno di sei mesi prima. In caso di acquisto di un’auto nuova, l’Iva deve essere pagata in Italia, mentre per le auto usate l’Iva è già compresa nel prezzo d’acquisto. Per immatricolare l’auto in Italia e registrarla al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) bisogna pagare:

  • diritti DTT: 9 euro;
  • imposta di bollo per iscrizione al PRA: 32 euro;
  • emolumenti Aci: 27 euro;
  • imposta provinciale di trascrizione: variabile in base alla provincia di residenza e al tipo di veicolo;
  • costi per il rilascio delle targhe: anch’essi variabili in base al tipo di veicolo.

È possibile gestire queste pratiche burocratiche in autonomia alla Motorizzazione civile. Qui vengono verificati gli adempimenti fiscali e l’idoneità della documentazione tecnica. Quindi, entro 60 giorni dal rilascio della carta di circolazione, l’auto deve essere iscritta al PRA.

In alternativa, le pratiche possono essere espletate online tramite lo Sportello telematico dell’automobilista per una soluzione più comoda e veloce.

Acquisto auto oltreconfine: la questione del versamento dell’Iva

Se si acquista un’auto nuova, la procedura prevede il pagamento dell’Iva in Italia. In questo caso, il compratore riceve una fattura dal venditore estero, in cui sarà indicato solo l’importo imponibile, senza l’Iva. Una volta tornati in Italia bisogna integrare la fattura versando il 22% di Iva tramite il modello F24 all’Agenzia delle entrate. Questo passaggio è obbligatorio per poter immatricolare l’auto nel nostro Paese.

Diversamente, se l’auto è usata, l’Iva è già inclusa nel prezzo d’acquisto totale che si paga al venditore all’estero. In questo caso, non è necessario versare ulteriori imposte in Italia, poiché l’Iva è già stata pagata nel paese d’origine.