Franchigia o scoperto? Cosa cambia nel preventivo dell’assicurazione auto e cosa conviene

La franchigia è un importo fisso che resta sempre a carico dell’assicurato per ciascun sinistro; lo scoperto è una percentuale del danno a proprio carico

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 14 Settembre 2025 06:00

C’è un aspetto da non perdere di vista quando si chiede un preventivo di assicurazione auto ed è la scelta tra franchigia e scoperto. Non è un dettaglio burocratico ma una variabile che incide sia sul costo del premio sia sulla somma che rimarrà a carico del conducente in caso di sinistro.

La franchigia stabilisce un importo fisso che l’assicurato deve sempre sostenere, al di là dall’entità del danno mentre lo scoperto prevede una percentuale variabile calcolata sul totale del danno subito, accompagnata in genere da un minimo e da un massimo.

Tanto la franchigia quanto lo scoperto sono strumenti utilizzati dalle compagnie per modulare il premio in base al profilo di rischio dell’assicurato. Una franchigia più alta o uno scoperto più gravoso comportano un premio più basso, perché trasferiscono parte della responsabilità economica sul cliente. È una logica simile a quella della franchigia nelle polizze sanitarie o della scoperta nelle coperture aziendali: più ti accolli, meno paghi ogni anno. Ma non significa che sia sempre conveniente risparmiare subito: più lungimirante valutare la propria disponibilità economica in caso di imprevisto.

Come incide la franchigia sulla liquidazione dei danni

La franchigia assoluta è semplice da comprendere: se il contratto prevede una franchigia di 500 euro e il danno ammonta a 1.500 euro, l’assicurazione rimborsa solo 1.000 euro e il resto resta a carico dell’automobilista. Se invece il danno fosse inferiore alla franchigia, l’intera somma rimarrebbe sulle spalle dell’assicurato.

C’è poi la franchigia relativa che funziona in modo diverso: se il danno non raggiunge la soglia, l’assicurazione non rimborsa, ma se la supera paga tutto senza trattenere alcuna quota. Questo meccanismo può essere conveniente per chi teme danni ingenti ma non vuole preoccuparsi delle spese in caso di eventi più gravi. La logica della franchigia è quella di responsabilizzare l’assicurato e ridurre le richieste per sinistri di lieve entità così da abbassare il costo del premio.

Percentuale di responsabilità con lo scoperto

Lo scoperto non è un importo fisso, ma una percentuale del danno che resta a carico dell’assicurato. Immaginiamo una polizza con scoperto del 10% minimo 500 euro. Se il danno è di 2.000 euro, il 10% corrisponde a 200 euro, ma poiché il contratto prevede un minimo, l’assicurato deve comunque pagare 500 euro. Se invece il danno fosse di 10.000 euro, la quota a suo carico diventerebbe 1.000 euro.

Alcune compagnie inseriscono anche un massimale di scoperto, per evitare che la percentuale superi una certa cifra e pesi troppo nei casi più gravi. In buona sostanza la variabilità dello scoperto genera risultati molto diversi a seconda della tipologia di sinistro.

Tra rivalsa e protezione del terzo danneggiato

Nella Rc auto, la clausola di franchigia non riduce mai il risarcimento destinato al terzo danneggiato, che viene comunque indennizzato integralmente dall’assicurazione entro i massimali previsti. A cambiare è il rapporto tra la compagnia e l’assicurato: dopo aver pagato la vittima, l’impresa esercita una rivalsa nei confronti del proprio cliente per la somma stabilita a titolo di franchigia.

In pratica l’assicurato ottiene un premio più basso, ma se causa un incidente dee rimborsare una parte del danno alla sua stessa compagnia. Questa dinamica trasforma un piccolo sconto iniziale in una spesa imprevista.

Quando si passa alle garanzie accessorie, come la kasko, la copertura per eventi naturali o per atti vandalici, lo scoperto diventa più comune della franchigia. In queste polizze l’obiettivo delle compagnie è limitare l’impatto di danni frequenti e medio-piccoli che gravano sulle liquidazioni. Attraverso lo scoperto percentuale, l’assicurato condivide una parte del rischio con la compagnia, pagando meno di premio in cambio di un contributo variabile in caso di sinistro. È una scelta che può convenire a chi vuole protezione da eventi gravi ma non si preoccupa troppo delle spese per danni minori.

Gli esempi pratici che aiutano a capire cosa conviene

Supponiamo di avere un’auto nuova dal valore di 25.000 euro. Se l’automobilista sceglie una polizza kasko con scoperto del 10% minimo 500 euro e subisce un danno da 15.000 euro, la quota a carico sarà di 1.500 euro. Se invece avesse optato per una franchigia fissa di 1.000 euro, la spesa sarebbe stata inferiore. Al contrario, in caso di danno da 1.200 euro, con franchigia avrebbe pagato 1.000 euro, mentre con scoperto al 10% 500 euro.

Con i comparatori online, gli algoritmi calcolano in tempo reale come cambia il premio variando la soglia o la percentuale. Questa trasparenza digitale ha spinto le compagnie a proporre combinazioni creative, come scoperti progressivi o franchigie variabili in base al profilo di rischio.

A ogni modo, oltre alla matematica e ai calcoli c’è anche un fattore psicologico. Alcuni automobilisti preferiscono sapere con certezza quale sarà il loro contributo massimo in caso di danno e dunque si orientano verso la franchigia fissa che garantisce maggiore prevedibilità. Altri accettano l’incertezza dello scoperto, convinti che la maggior parte dei sinistri riguarderà cifre basse e che quindi la spesa effettiva sarà contenuta. Anche la liquidità immediata ha la sua incidenza: chi può permettersi di affrontare spese impreviste tende ad accettare scoperti più alti, chi ha un budget rigido preferisce la stabilità di una franchigia.

Il rapporto con il sistema bonus-malus

Vale la pena approfondire anche il legame tra franchigia e sistema bonus-malus. Una franchigia elevata può scoraggiare la denuncia dei sinistri di piccola entità e riduce la possibilità di subire un peggioramento della classe di merito.

In questo modo si evita che un danno banale, magari da poche centinaia di euro, causi un aumento del premio negli anni successivi. Questa strategia funziona però se si ha la capacità di sostenere le spese di tasca propria. Lo scoperto può invece rendere meno conveniente denunciare i piccoli sinistri proprio per la presenza di un minimo.

Il caso dei contratti professionali e flotte aziendali

La questione delle flotte aziendali e dei contratti per professionisti della guida merita un approfondimento. Le società di noleggio applicano infatti scoperti percentuali o franchigie più elevati per limitare l’impatto economico dei danni frequenti sulle flotte. Allo stesso modo, i contratti per i conducenti professionali prevedono spesso e volentieri clausole che trasferiscono parte della responsabilità sui dipendenti o sui datori di lavoro. La scelta è allora calibrata su volumi di utilizzo, statistiche di sinistri e politiche interne di gestione del rischio.