Assicurazione a consumo: come funziona e quanto si risparmia

La scelta di un'assicurazione auto a consumo può rivelarsi vincente per chi è alla ricerca di un risparmio sul premio da pagare: ecco cosa bisogna considerare

Pubblicato: 31 Gennaio 2024 12:00

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Innovazione e personalizzazione sono i binari lungo i quali sta scorrendo il mondo delle assicurazioni. Tra le soluzioni ritagliate su misura del conducente c’è l’assicurazione auto a consumo, nota anche come pay per use o a chilometro.

Basata sul pagamento in base al consumo effettivo, calcola il premio assicurativo in relazione ai chilometri percorso dall’assicurato nel corso dell’anno. Si tratta evidentemente di una soluzione strategica per gli automobilisti che percorrono pochi chilometri all’anno e sono alla ricerca di una polizza basata sull’utilizzo effettivo del mezzo.

Come funziona l’assicurazione a km 

L’assicurazione a consumo che fa risparmiare consente ai sottoscrittori di ottenere polizze in modo rapido e autonomo, fornendo una copertura mirata per periodi specifici. Queste polizze offrono flessibilità e sono gestibili anche da smartphone. Nonostante le somiglianze, assicurazioni on-demand e pay per use non sono la stessa cosa.

Le prime si contraddistinguono per la loro personalizzazione e adattabilità, mentre le seconde si basano sul principio di pagare in base all’utilizzo effettivo. Entrambe propongono un premio annuo calcolato sulla distanza effettivamente percorsa, garantendo un costo più oggettivo per chi utilizza l’auto in modo sporadico o per brevi tragitti. Non è da escludere che il settore delle assicurazioni auto a chilometro possa crescere nei prossimi anni, trovando nei conducenti che percorrono non più di 3.500-5.000 chilometri all’anno il target ideale.

Come scegliere una polizza a consumo

La procedura di sottoscrizione di un’assicurazione auto a consumo è un processo rapido che non è poi così differente da quello delle polizze tradizionali con scatola nera. Una volta selezionato il piano di copertura occorre installare nel veicolo un dispositivo di monitoraggio GPS che registra la distanza percorsa.

Il device trasmette in tempo reale le informazioni all’assicuratore, che calcola il premio in base ai chilometri effettivamente percorsi. Numerosi fornitori di assicurazioni auto a consumo offrono tariffe di base che includono un numero prestabilito di chilometri annui, con la possibilità di acquistarne ulteriori in caso di necessità. I piani assicurativi garantiscono che il costo complessivo non superi mai quello previsto da una copertura annuale tradizionale, evitando così un vero e proprio addebito a consumo.

In pratica, al momento del rinnovo, il cliente paga la prima parte del premio e, se supera il limite di chilometri stabilito, inizia a rateizzare la seconda metà. Altre compagnie assicurative adottano invece un modello di fatturazione mensile basato sull’effettivo utilizzo del veicolo. Le polizze a chilometro possono includere tutte le coperture tradizionali delle assicurazioni auto, come la responsabilità civile per danni a terzi, le coperture collisione, furto e incendio, infortuni del conducente.

L’importanza della scatola nera

Per garantire la precisione e la trasparenza nel monitoraggio dei chilometri percorsi viene installata sul veicolo la cosiddetta scatola nera. Si tratta di un dispositivo tecnologico che registra la distanza coperta nel corso dell’anno assicurativo. Ricopre un ruolo decisivo nel prevenire eventuali controversie tra l’assicuratore e l’assicurato rispetto al chilometraggio effettivamente percorso.

La scatola nera utilizzata per l’assicurazione a chilometro non è la stessa dell’Event Data Recorder resa obbligatoria dal Regolamento dell’Unione Europea 2144 del 2019. L’EDR registra infatti i dati relativi alla dinamica degli incidenti stradali per aiutare a ricostruire lo svolgimento dei fatti, ovvero stabilire la responsabilità. L’installazione della scatola nera è incentivata da molte compagnie assicurative attraverso sconti sulla polizza, in quanto i dati raccolti possono contribuire alla prevenzione delle frodi.

Il Regolamento europeo ha reso obbligatoria la presenza della scatola nera sulle auto a partire dal 6 luglio 2022, inizialmente limitata alle nuove omologazioni nei Paesi dell’Unione europea. Solo dal 7 luglio 2024, l’obbligo sarà esteso a tutte le auto di prima immatricolazione, indipendentemente dalla data di omologazione. Nonostante la quantità di dati raccolti, il Regolamento europeo assicura la tutela della privacy dei dati personali, impedendo la registrazione di conversazioni private o qualsiasi dato che possa identificare il veicolo o il suo proprietario.

Per quanto riguarda il montaggio della scatola nera, sia quella proposta dalle compagnie assicurative sia l’EDR devono essere installate da professionisti di officine specializzate in punti che non interferiscono con la visibilità. Pensiamo ai pannelli del cruscotto o allo specchietto retrovisore interno. I costi di acquisto e installazione sono generalmente coperti dalla compagnia assicuratrice.

Pro e contro di queste assicurazioni

Le assicurazioni a chilometro tendono a essere più convenienti per i conducenti con basse percorrenze all’anno. Si basano sul principio che chi percorre meno chilometri dovrebbe pagare meno per la propria copertura assicurativa, garantendo così un sistema più equilibrato per i conducenti che usano saltuariamente la propria auto.

Le assicurazioni a chilometro possono incentivare una riduzione del consumo di carburante e delle emissioni di CO2. All’opposto, per i guidatori che percorrono una grande quantità di chilometri all’anno non è la soluzione ottimale in quanto potrebbero trovare più adatta un’assicurazione auto tradizionale. Alcuni conducenti potrebbero anche sentirsi a disagio con il monitoraggio continuo della propria posizione e dello stile di guida.

Perché sono così cercate

In Italia, nonostante una maggiore concorrenza, la diminuzione delle frodi e la revisione delle nuove normative sul risarcimento, il costo delle polizze auto rimane tra i più elevati in Europa. Da qui la domanda crescente di prodotti assicurativi personalizzati e flessibili che si adattino alle esigenze specifiche degli automobilisti. La logica dell’assicurazione a consumo che fa risparmiare va evidentemente in questa direzione.

Come calcolare il chilometraggio percorso

Per determinare se un’assicurazione a consumo può risultare vantaggiosa è fondamentale valutare i chilometri percorsi nell’arco di un anno. Un primo sistema è la semplice registrazione dei chilometri iniziali in una data specifica con conseguente monitoraggio del chilometraggio giornaliero per gli spostamenti abituali.

Questo approccio fornisce un’indicazione approssimativa del totale chilometri annui. Strumenti come Google Maps possono invece essere utilizzati per calcolare con precisione le distanze per i tragitti più frequenti, fornendo dati utili per valutare l’opportunità di sottoscrizione di una polizza assicurativa a consumo.

Nel caso in cui il chilometraggio percorso superi quanto previsto nel contratto di assicurazione, la compagnia assicurativa applica un costo aggiuntivo. Il sovrapprezzo viene determinato in base ai chilometri eccedenti rispetto alla fascia chilometrica concordata.

Risparmi reali con l’assicurazione a consumo

L’assicurazione auto a consumo è cercata proprio per la sua propensione al risparmio, soprattutto quando il chilometraggio prefissato non viene superato. Provando a fornire una stima di massima e ben ricordando come ciascun automobilista ha una storia assicurativa differente, se si mantiene una percorrenza annua compresa tra i 3.500 e i 5.000 chilometri è possibile ottenere un risparmio fino al 50-60% rispetto a una polizza auto tradizionale.

Anche nel caso in cui si superi leggermente il chilometraggio previsto, ma senza raggiungere i 10.000 chilometri annui, è comunque possibile tenere nel portafogli fino al 30% rispetto alla polizza convenzionale.