F1 GP Messico, querelle Red Bull protagonista: cosa succederà

Al GP Messico la Red Bull potrebbe essere ancora protagonista, ma con Perez. Il 33enne potrebbe uscire dal tunnel grazie alla folta schiera di tifosi in circuito

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Eleonora Ottonello

Esperta di Formula 1

Nata a Genova nel 1987, scrivo per passione. Nel quotidiano mi divido tra la vita di addetta alla vendita e quella di educatore cinofilo. Grande appassionata di Formula 1, nel 2007 iniziai a collaborare con svariati siti del settore. Inviata anche sul campo, niente mi fa esplodere il sorriso come vedere le monoposto sfrecciare sull'asfalto

Non è nemmeno passata una settimana e il grande circo della F1 è pronto per tornare in pista per il GP Messico 2023, quart’ultima prova del campionato. Anche se nell’ultima gara di Austin il nome del vincitore della corsa (che per la cronaca si è rivelato essere il solito Max Verstappen) è stato incerto proprio fino agli ultimi giri della gara, come se ci trovassimo all’interno di un processo di abituazione (vogliano scusarmi i colleghi cinofili se ho preso in prestito il termine), le vittorie della Red Bull – ma soprattutto quelle del pilota olandese – non fanno più notizia. Ormai a tenere banco è quello che accade a quelli “dietro”. E il Texas… di materiale da sciolinare ne ha regalato parecchio.

Ma partiamo dall’inizio. Anche ad Austin (Mercedes di Hamilton a parte prima della squalifica) l’unica monoposto che apparentemente ha dimostrato di poter sperare di reggere i tempi della Red Bull è stata la McLaren. La scuderia inglese attualmente occupa il quarto posto tra i Costruttori e nessuno, a inizio 2023, avrebbe immaginato quanto sarebbe riuscita a crescere la MCL60. Gran parte del merito va ovviamente a tecnici e ingegneri che hanno messo a punto questa monoposto, senza dimenticare il Team Principal della McLaren, il nostro Andrea Stella, ma non si può sottovalutare il talento dei piloti della scuderia inglese, Norris e Piastri.

La classifica parla chiaro. McLaren 242 punti, Ferrari 322. Con ancora quattro Gran Premi di F1 da disputare, e con la matematica che, ancora, non spegne i sogni di speranza del team di Woking, potrebbe avvenire qualcosa di veramente clamoroso in quest’ultima parte del campionato. Differente è il discorso della Mercedes che, da inseguitrice della Ferrari, ora sta giocando il ruolo della lepre. Le Frecce d’Argento da terza forza del Mondiale, nel corso delle ultime gare hanno superato la Rossa e ora dispongono di un vantaggio di 22 lunghezze per tenere a bada il Cavallino Rampante.

Tutta colpa del fondo

La sfida per la seconda posizione nel campionato Costruttori (che per i team vuol dire suddivisione della pagnotta dei proventi) è tutt’altro che un premio di consolazione. Ad Austin la Ferrari è riuscita a recuperare qualche punticino sulla Mercedes grazie alla squalifica di Hamilton (che però ha visto anche l’eliminazione dalla corsa anche di Leclerc).

Le vetture dell’inglese e del monegasco sono state escluse dall’ordine d’arrivo del GP Stati Uniti perché il fondo delle loro monoposto era eccessivamente usurato. A Hamilton è andata sicuramente peggio. Il pilota della Mercedes perde la sua seconda posizione ottenuta col coltello tra i denti. Più forte perfino di una strategia errata, nel finale della corsa era quasi riuscito a prendere il leader del GP, Verstappen.

Leclerc, sicuramente guarda alla squalifica con spirito diverso (nonostante abbia ovviamente fatto male al gioiellino della Ferrari). Il monegasco, partito dalla pole position, anche a causa di una strategia sbagliata non era riuscito ad andare oltre la sesta posizione.

Anche se a dirlo qualcuno sicuramente mi darà della pazza, a guardare quanto accaduto, ad Austin è andata bene alla Ferrari (se guardiamo la classifica Costruttori ovviamente). Dopo la doppia squalifica di Hamilton e Leclerc, Sainz sale sul podio portandosi a casa quindici punti mentre Russell con la sua Mercedes rimangono relegati in quinta posizione che ha assicurato alle Frecce d’Argento solo dieci punti.

I tifosi di Checo non perdonano

Un altro dei temi caldi dei quali si discute in previsione del GP Messico è l’accoglienza che verrà riservata a Verstappen, Horner & Co. tenendo conto dell’anticipo di Austin. Questo quart’ultimo GP della stagione sarà importantissimo per Sergio Perez, idolo di casa della gara che si disputerà sul circuito intitolato ai Fratelli Rodriguez.

Il pilota messicano non sta vivendo il suo miglior periodo in F1. Guidare quella che è la miglior monoposto della griglia di partenza (guardando i risultati ottenuti dal tuo compagno di squadra) e non riuscire ad arrivare allo stesso livello di Verstappen ha gettato Checo in un tunnel. Proprio questo fattore ha gettato Perez in pasto ai lupi. Da quando, dall’appuntamento di Miami, il messicano ha cominciato a mostrare i primi segnali di cedimento, hanno iniziato a rincorrersi indiscrezioni riguardanti un suo futuro lontano dalla Red Bull. Oltre a ciò non hanno fatto benne nemmeno le frasi razziste di Helmut Marko nei confronti del suo numero 11.

Ora Perez ha davanti a sé la sua grande opportunità per allontanare i rumors e i brutti pensieri in un battito di ciglia. Proprio i tifosi di Checo potrebbero giocare un ruolo fondamentale in questo intricato puzzle. La spinta dei suoi fan potrebbe rivelarsi l’arma in più per dimostrare alla Red Bull (e soprattutto ad Horner & Co.) di non aver perso lo smalto di un tempo e poter così tornare alla vittoria o, comunque, sul podio. Un assaggio di quello che potrebbe accadere all’interno dello stadio è arrivato proprio ad Austin coi fischi e mugugni levati dalle tribune quando Max è prima salito sul podio e poi ha ricevuto la coppa del vincitore.

Il circuito

Il GP Messico, 19esima prova del Mondiale 2023 di F1, si corre all’Autodromo Hermanos Rodríguez, tracciato dedicato alla memoria dei due piloti e fratelli messicani Rodríguez, Ricardo e Pedro. Tornato in calendario nel 2015 dopo ben ventitré anni di assenza, il circuito è posizionato in un parco alla periferia di Città del Messico.

Lungo 4304 metri, da quando ha fatto il suo rientro nel Circus, il layout della pista è stato completamente rivisto, esattamente come dalle strutture. Sicuramente la modifica più importante è rappresentata dall’eliminazione della curva Peraltada, nel terzo settore, per lasciare spazio a una zona ricavata all’interno di quella stessa curva (e denominata “stadio”) all’interno del quale è stato inserito il podio. Situato a oltre 2200 metri sul livello del mare, l’altitudine e l’aria rarefatta saranno fattori capaci di mettere in seria difficoltà, a livello motoristico e aerodinamico, le vetture. Basti pensare che l’incidenza delle ali pensate per l’appuntamento in Messico è quella di Monaco e dell’Ungheria.

L’altitudine influirà sul risultato?

Il circuito dedicato ai fratelli Rodriguez ha una caratteristica della quale nessun altro impianto dispone: è quello dell’altitudine più alta, trovandosi a ben oltre 2200 metri sul livello del mare. A queste altezze l’aria è più rarefatta, è meno densa e questo, a livello motoristico, potrebbe rendere più difficile il raffreddamento dei propulsori. Ecco perché a Città del Messico non è poi così strano vedere monoposto con diversi sfoghi per l’aria nella carrozzeria (proprio per aiutare i motori a freddarsi).

Isack Hadjar debutta su AlphaTauri

Una delle prime novità di questo fine settimana potremo vederlo in pista già il venerdì. In occasione delle prove libere 1, Alpha Tauri schiererà il giovane Isack Hadjar al posto di Tsunoda. Il pilota franco-algerino attualmente è impegnato in Formula 2, serie cadetta della massima serie automobilistica, e quando mancano appena due gare a termine del campionato occupa la 14esima posizione in classifica.
L’esperienza in F1 di Hadjar non si fermerà a Città del Messico. Il 19enne, proverà anche la Red Bull RB19 ad Abu Dhabi, in occasione di una delle sessioni di prove libere.