Dopo 16 anni, un pilota italiano torna al volante di una Ferrari di F1 in un weekend ufficiale. L’attesa finisce con Antonio Fuoco, 28 anni, calabrese di Cariati, protagonista nel WEC con la Ferrari 499P, che venerdì prossimo in Messico guiderà la SF25 di Lewis Hamilton nelle prime prove libere del GP. L’ultimo italiano in pista con il Cavallino Rampante era stato Giancarlo Fisichella nel 2009, quando corse cinque gare con la Rossa dopo l’infortunio di Felipe Massa. Da allora, nessun pilota tricolore aveva più trovato spazio in un weekend ufficiale di F1 al volante della Rossa.
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Da Cariati a Maranello
Fuoco è cresciuto con un sogno chiaro: correre per la Ferrari. Un sogno coltivato passo dopo passo, con costanza e talento, dai primi kart fino ai trionfi nel mondiale endurance. Classe 1996, originario della Calabria, si è distinto già giovanissimo nei campionati europei di kart, fino a chiudere terzo nel WSK Euro Series e quarto nel CIK-FIA European KF2 Championship nel 2012. L’anno successivo, con il team Prema Junior, debutta nella Formula Renault 2.0 Alps, vincendo a Vallelunga, Imola, Monza e Mugello: risultati che gli aprono le porte della Ferrari Driver Academy. Nel 2014 è protagonista nella F3 Europea, chiudendo quinto assoluto con 2 vittorie e 10 podi in 33 gare, poi il passaggio in GP3 con Carlin e l’emozione di provare per la prima volta la Ferrari F1 nei test post GP d’Austria del 2015.
La scalata e il rapporto con Leclerc
Nel 2016 Fuoco corre in GP3 con Trident e conquista la sua prima vittoria. L’anno seguente approda in F2, di nuovo con Prema, dove trova come compagno di squadra Charles Leclerc, futuro pilota Ferrari e suo grande amico. È un anno intenso, Fuoco vince davanti ai tifosi del Cavallino a Monza e si impone anche nel 2018 a Monaco e Abu Dhabi con Charouz Racing System. A inizio 2019 lascia la Ferrari Driver Academy, ma non Maranello. Anzi, diventa collaudatore ufficiale della Scuderia Ferrari, un ruolo chiave nel programma di simulatore e sviluppo. Parallelamente, continua a correre nelle competizioni GT, vincendo il titolo italiano Pro-Am con la 488 GT3 del team AF Corse.
Dal GT al Mondiale Endurance, il ritorno della Ferrari
Negli anni successivi, Fuoco diventa una figura centrale nel mondo GT ed endurance. Nel 2020 conquista il titolo italiano Endurance con la 488 GT3 AF Corse, mentre nel 2021 debutta nel Mondiale FIA WEC con Cetilar Racing, vincendo nella classe LMGTE Am alla 8 Ore di Portimao. Da lì, il passo verso la classe regina è breve. Con l’arrivo della Ferrari 499P Hypercar, nel 2023 Fuoco è tra i piloti scelti per riportare il Cavallino nel mondiale endurance dopo mezzo secolo d’assenza. Con la vettura #50, in equipaggio con Miguel Molina e Nicklas Nielsen, conquista la pole alla 1000 Miglia di Sebring e firma un’impresa storica: la vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2024, riportando la Ferrari sul gradino più alto dopo 58 anni. Fuoco diventa così il settimo pilota italiano a vincere Le Mans su Ferrari, un risultato che lo consacra nella storia del motorsport. Nella stessa stagione ottiene la pole a Imola e chiude secondo nella classifica piloti del FIA WEC, mentre in IMSA arriva secondo a Sebring con la 296 GT3 del team Cetilar Racing.
L’uomo del simulatore
Dietro i trionfi Ferrari in pista, spesso c’è anche il lavoro invisibile di Antonio. Il pilota calabrese è da anni una delle colonne del simulatore a Maranello, dove lavora fianco a fianco con ingegneri e piloti ufficiali. Nei lunghi weekend di gara, quando la squadra è in pista in ogni angolo del mondo, Fuoco è spesso chiuso nel simulatore, dove macina chilometri virtuali per testare setup, strategie e soluzioni tecniche che poi vengono applicate in tempo reale sulla vettura di Leclerc e Hamilton. Lo stesso Leclerc lo considera un amico e un punto di riferimento tecnico, e spesso ne ha elogiato la precisione e la sensibilità di guida. Ogni decimo guadagnato, ogni miglioramento in gara, porta anche la sua firma, quella di un pilota che conosce la Ferrari forse meglio di chiunque altro.
La grande occasione
La scelta della Ferrari di affidargli la SF25 di Hamilton nel GP del Messico non è un semplice premio alla carriera, ma un riconoscimento concreto del suo valore. Fuoco, pur avendo già girato con la F1 in test privati, viene considerato un rookie e per regolamento la Ferrari deve schierare un debuttante in almeno 2 sessioni di prove libere nel corso della stagione. Hamilton, che finora non ha saltato nessuna FP1 della stagione, cederà dunque il volante al calabrese, mentre Leclerc aveva già lasciato la monoposto a Dino Beganovic in Bahrain e Austria.
Dopo il Messico, l’ultima sessione rookie disponibile sarà ad Abu Dhabi, visto che Qatar e Brasile prevedono il format Sprint e Las Vegas richiederà il massimo tempo in pista per i titolari.
Dopo Badoer e Fisichella
Sono passati 16 anni dall’ultima volta di un italiano in pista con la Ferrari. Nel 2009, dopo l’incidente di Massa, toccò a Luca Badoer e Giancarlo Fisichella sostituire il brasiliano per alcune gare. Da allora, nonostante i tanti talenti italiani coinvolti come collaudatori, da Rigon a Marciello, dallo stesso Fuoco fino a Giovinazzi, nessuno era più riuscito a calarsi ufficialmente nell’abitacolo della Rossa in un weekend di gara. Con Antonio Fuoco, l’Italia torna finalmente protagonista. Un ritorno che non ha solo valore simbolico, ma anche tecnico: Ferrari potrà raccogliere dati reali su un pilota del proprio vivaio, formatosi interamente a Maranello, in un momento chiave della stagione in cui ogni informazione conta.
Un segnale per il futuro
La chiamata di Fuoco in Messico non sarà una semplice parentesi. È anche un segnale di continuità nella strategia Ferrari, che continua a investire su piloti italiani, sia nella Driver Academy sia nei programmi GT e Hypercar. Fuoco rappresenta l’anello di congiunzione tra passato e futuro: cresciuto nel vivaio, protagonista nell’endurance, collaudatore in F1. E ora, finalmente, pilota ufficiale in un weekend mondiale con la Ferrari.
Dopo anni di attesa, l’Italia torna a sentire l’urlo di un proprio pilota al volante della Ferrari, e accade proprio in un momento in cui il Cavallino cerca nuova linfa e nuovi simboli per la sua rinascita sportiva. Per Fuoco sarà un venerdì speciale. Dopo anni di lavoro silenzioso, simulazioni infinite, test e vittorie nei prototipi, finalmente il suo nome apparirà sul monitor dei tempi di una sessione ufficiale di F1. Sarà il primo italiano a guidare una Ferrari in un weekend di gara dal 2009, e lo farà con la stessa umiltà e determinazione con cui ha costruito tutta la sua carriera. Un ritorno che profuma di passione, di sacrificio e di orgoglio.