Euro 7: decisione definitiva sul nuovo regolamento

Siamo arrivati a una decisione definitiva per quanto riguarda le nuove normative Euro 7 sulle emissioni dei veicoli: che cosa ha deciso il Parlamento Europeo

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Abbiamo parlato in diverse occasioni della normativa Euro 7, le nuove regole – ancora più stringenti – sulle emissioni inquinanti provenienti dai veicoli in circolazione sulle nostre strade. A tale proposito, oggi possiamo dire di avere le idee più chiare.

Nelle scorse settimane il Consiglio Competitività ha dato il via libera al regolamento, le normative future per la prima volta saranno attuate su auto, ma anche furgoni e mezzi pesanti in un solo e unico atto giuridico. Lo scopo è stabilire delle regole più stringenti sulle emissioni, e quindi riuscire a ridurre l’inquinamento proveniente proprio dai veicoli in circolazione in Europa, come lo stesso Consiglio dell’Unione Europea ha sottolineato.

Inoltre il Consiglio UE ha specificato che, con il nuovo testo, è stato raggiunto “un equilibrio tra prescrizioni rigorose in materia di emissioni dei veicoli e investimenti supplementari per l’industria, in un momento in cui i costruttori europei di autovetture sono in una fase di trasformazione”. Da ieri, giovedì 9 novembre 2023, però la novità: il Parlamento Europeo ha approvato con 329 voti favorevoli il nuovo regolamento, i tempi cambiano: rinviati di due anni per le auto e di quattro anni per i lezzi pesanti. Ma vediamo tutto nel dettaglio.

Si allargano i tempi, ma norme più rigide sugli inquinanti

Normativa Euro 7, il testo è passato grazie ai 329 voti favorevoli del Parlamento Europeo. Quello che cambia però sono i tempi e le regole. Il pacchetto norme ambientali (Euro 7) che riguarda tutti i veicoli a motore circolanti in Europa ha subito dei cambiamenti. La posizione negoziale del Consiglio è rimasta tale anche in Parlamento, ma sono state apportate delle piccole modifiche. Le parti sperano ora di arrivare presto a un accordo su un testo legislativo differente rispetto a quello che era stato proposto da parte della Commissione.

329 sì, 230 no e 41 astensioni: conservatori, nazionalisti, una maggioranza di liberali e di popolari, e circa un terzo dei socialisti hanno approvato il testo. La maggioranza popolare-socialista-liberale si è praticamente spaccata.

Cosa prende in esame la norma

Nel testo si fa riferimento ai limiti delle emissioni dei gas di scarico – quindi il particolato, il monossido di carbonico, ammoniaca e ossidi di azoto – a quelle prodotte da freni e pneumatici e alla durata delle batterie. L’eurodeputato conservatore ceco Alexandr Vondra, ha confermato che posizione del Consiglio e del Parlamento non si discosta di molto, anzi, e che nel testo ci sono elementi ecologici, sostenendo: “Vorremmo chiudere la trattativa con il Consiglio in modo rapido, entro la fine dell’anno”.

Cambiano i tempi

La Commissione richiedeva l’entrata in vigore delle nuove norme a metà 2025 per le auto e a metà 2027 per i camion. Oggi i tempi però sono cambiati: sia il Consiglio prima che il Parlamento ieri vorrebbero invece rinviare l’entrata in vigore dell’Euro 7. Secondo quanto espresso, mirano a obbligare le auto all’adeguamento Euro 7 24 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento, autobus e autocarri (oltre 3,5 tonnellate) entro 48 mesi.

L’ACEA è favorevole alla posizione del Parlamento, ritenendola migliore rispetto a quella della Commissione, ma sottolineando comunque: “Resta il fatto che il pacchetto Euro 7 rappresenta un investimento significativo per i costruttori di veicoli, che si aggiunge ai loro enormi sforzi di decarbonizzazione”, e su questo insiste da tempo.

Nuove decisioni sulle emissioni

Per quanto riguarda infine il tema delle emissioni auto, in Parlamento sostengono i livelli dettati dalla Commissione, ma è stata proposta una ripartizione differente delle emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri (a seconda del peso). Per autobus e veicoli pesanti sono stati proposti invece limiti più rigorosi.

Si è deciso oltretutto che la misurazione delle emissioni dei veicoli debba obbligatoriamente essere fatta in laboratori appositi e in condizioni di guida reali. Sui requisiti minimi di durata delle batterie, quelli proposti dal Parlamento sono più elevati rispetto a quelli richiesti dalla Commissione. Il Consiglio invece non aveva posto grandi limiti sugli scarichi, preferiva mantenere le soglie dell’Euro 6 e concentrarsi invece maggiormente sulle emissioni che provengono da gomme, freni e batterie.

Che cosa dice il testo della proposta

Al momento nel testo si rimandano i tempi di adozione della normativa Euro 7 di due anni, come era stato richiesto più volte dagli attori del settore auto, e non solo.

In questo modo le aziende avranno più tempo per adattarsi alle nuove regole, e potranno quindi dedicarsi alla riconversione verso la transizione green per auto e mezzi pesanti. Non è tutto: i vincoli più restrittivi previsti inizialmente con l’entrata in vigore dell’Euro 7 sono stati eliminati, al momento sembra chiaro che rimarranno validi i valori stabiliti dall’Euro 6 per quanto riguarda i motori a combustione, per i test sulle emissioni delle auto e sui dati di emissioni di particolato.

In questo modo le imprese automobilistiche non dovranno affrontare i costi proibitivi previsti inizialmente, basterà una quantità minore di investimenti per l’adeguamento alle nuove tecnologie. Questo porta un vantaggio anche per il consumatore finale, che è sempre colui che subisce ogni conseguenza: investimenti ingenti per le Case auto significherebbero infatti ulteriori aumenti sui prezzi finali.

La Commissione Ambiente dell’Europarlamento approvato

È di pochi giorni fa la notizia che la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha approvato la sua posizione sul nuovo regolamento Euro 7. Sono stati 52 i voti a favore, 32 i contrari e un solo astenuto. Il regolamento mira a ridurre le emissioni inquinanti e stabilire i requisiti di durata delle batterie per auto, furgoni, camion e autobus.

Gli eurodeputati hanno quindi approvato il testo che consente l’applicazione delle norme sulle emissioni attualmente in vigore (Euro 6/VI) fino al 1° luglio 2030 per auto e furgoni e fino al 1° luglio 2031 per autobus e camion. Un passo avanti rispetto alle date che erano state proposte inizialmente dalla Commissione Europea, 2025 e 2027.

I deputati quindi ritengono corretti i limiti proposti da Bruxelles per le emissioni inquinanti delle auto e anzi propongono anche di ripartire le emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri, a seconda del peso. Arriva anche la richiesta di allineare i metodi di calcolo dell’UE e i limiti per le emissioni di particelle dei freni, oltre al tasso di abrasione delle gomme, con gli standard internazionali che la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite sta rivedendo.

Il commento del Mit

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha commentato immediatamente. Successo dell’Italia in Europa, dove il regolamento Euro 7 ha recepito le proposte concrete del nostro Paese e che conciliano tutela dell’ambiente e salvaguardia delle produzioni europee senza regali a Paesi leader dell’elettrico come la Cina”, ha scritto in una nota il Mit. Il provvedimento “è significativo perché mette in minoranza le posizioni ideologiche della sinistra europea, e può essere un passo importante in vista della futura maggioranza”.

Cosa ne pensano Urso e l’ACEA

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha sottolineato: “Il riallineamento di una serie di limiti ai valori stabiliti dal regolamento Euro 6 per i motori a combustione interna e per le emissioni di particolato, così come l’allungamento delle scadenze per le entrate in vigore della nuova normativa Euro 7, rappresentano una decisione importante nel segno della responsabilità politica, economica e sociale. Bisogna mantenere la barra dritta verso l’obiettivo della duplice transizione verde e digitale senza però imporre all’industria ulteriori oneri e sforzi che finirebbero inevitabilmente per distrarre la loro attenzione e i loro investimenti dal perseguimento dell’obiettivo del salto tecnologico, riducendone la competitività e mettendo anche a rischio i livelli occupazionali e quindi gli standard sociali del Continente”.

Il Governo ha intenzione comunque di migliorare dei punti critici, primo su tutti “il sistema di monitoraggio delle emissioni a bordo veicolo”.

Anche secondo l’ACEA si tratta di “un passo nella giusta direzione, ma la pressione dei costi resta alta”. La norma infatti “richiederà comunque ingenti investimenti aggiuntivi da parte del nostro settore in un momento in cui sta investendo tutte le sue risorse nella decarbonizzazione. Chiediamo ora agli Stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione di lavorare per un regolamento Euro 7 che ci consentirà di concentrarci su questi duplici obiettivi mantenendo i veicoli accessibili e il nostro settore competitivo”, ha concluso il direttore generale de Vries.

Normativa Euro 7: cosa prevede

Se abbiamo già visto che il nuovo regolamento Euro 7 manterrà le stesse condizioni di prova delle emissioni e i limiti esistenti della normativa Euro 6 per i mezzi M1 e N1, M2 e M3 e per gli N2 e N3, la grande novità sarà rappresentata dall’uso di tecnologie di ultima generazione e di nuovi strumenti avanzati per il monitoraggio delle emissioni inquinanti.

Non è tutto, infatti in merito al nuovo testo che è stato varato da parte del Consiglio dell’Unione Europea, possiamo dire che interviene su quelli che sono oggi i limiti relativi al tasso di abrasione degli pneumatici e alle emissioni di particelle provenienti dei freni, allineandoli con gli standard internazionali che sono adottati oggi dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite. Il testo inoltre tiene in considerazione l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero nel 2030 per gli autobus urbani, proposta recente.