Come riconoscere un’auto diesel Euro 5

Le normative per la circolazione dei veicoli Euro 5 e precedenti sono sempre più stringenti: vediamo come è possibile sapere la categoria del proprio veicolo

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato della decisione presa dalla Regione Piemonte, che avrebbe dovuto bloccare la circolazione sul territorio dei veicoli Euro 5. Normative sempre più stringenti, dovute all’inquinamento dell’aria che respiriamo a causa delle emissioni.

La Regione ha però fatto un passo indietro, dando al Governo Meloni la possibilità di bloccare uno dei provvedimenti contro l’inquinamento che, nel corso del 2025, dovrebbe essere esteso però a tutta la Pianura Padana.

Motivo per il quale si avvia un confronto tecnico tra Governo e Regione per trovare soluzioni alternative volte a raggiungere gli obiettivi sulla qualità dell’aria nel corso del prossimo futuro.

Non dimentichiamo che nel 2020 la Corte di Giustizia dell’UE ha condannato il nostro Paese per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti, senza aver adottato contromisure sufficienti per ridurre lo smog.

Le Regioni padane sono quelle in cui si registra la peggior qualità dell’aria, per cui era stato richiesto l’anticipo dello stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5. In Piemonte il provvedimento doveva partire il 15 settembre, in anticipo di due anni rispetto all’introduzione di limitazioni simili in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, altre Regioni della Pianura Padana.

Il comunicato del Piemonte

Il comunicato della Regione Piemonte sottolinea: “Ha preso il via oggi ufficialmente il confronto tra il Governo nazionale e la Regione Piemonte per individuare una soluzione che garantisca la tutela della salute e il mantenimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti, scongiurando il blocco dei veicoli diesel Euro 5 a partire dal 15 settembre”.

In ogni caso, gli obiettivi sulla qualità dell’aria non possono essere trascurati, soprattutto dopo le decisioni dell’UE degli ultimi anni. Il nostro Paese deve assolutamente adottare delle misure che mirino al contenimento delle emissioni, mentre ci si prepara a eliminare totalmente le auto alimentate a diesel e benzina, nei prossimi anni, a livello europeo.

Come facciamo a capire se un’auto è Euro 5?

Una domanda molto importante, visti i blocchi alla circolazione e le limitazioni al traffico. Quando si acquista un’auto nuova si è informati (o si dovrebbe) sulla categoria di veicolo che si sceglie, mentre chi decide di optare per l’usato deve essere in grado di verificare anche personalmente se la macchina è Euro 5, Euro 6 o altro.

Sono sempre di più i blocchi temporanei alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, a causa delle emissioni inquinanti, che peggiorano a vista d’occhio la qualità dell’aria che respiriamo. Circolare con la macchina sbagliata nei periodi di blocco significa rischiare contravvenzioni pesanti.

È necessario saper leggere la carta di circolazione della propria auto, per poter capire con precisione quale tipo di omologazione ambientale caratterizza il veicolo che guidiamo abitualmente. Sottolineiamo immediatamente che sul libretto dell’auto non ci sono le diciture chiare e limpide Euro 3, 4, 5 o 6, ma alcune serie di codici (almeno sul libretto “vecchio”).

Sulle carte di circolazione di vecchia generazione, per leggere il tipo di omologazione, è necessario leggere i dati che si trovano all’interno del riquadro 2. Ci sono delle sigle che possono aiutare l’automobilista a capire di avere tra le mani una macchina Euro 5. Facciamo alcuni esempi:

  • 2005/55/CE B2 – 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2;
  • 2006/81 CE rif. 2005/55 CE riga B2;
  • 715/2007*692/2008 (Euro 5 A);
  • 715/2007*692/2008 (Euro 5 B);
  • sul web è possibile inserire la sigla della propria auto per comprenderne immediatamente il significato.

Sul libretto invece ci saranno codici di questo tipo per la normativa Euro 6:

  • 715/2007*692/2008 (Euro 6 A);
  • 715/2007*692/2008 (Euro 6 B).

Mentre sulla carta di circolazione di nuova generazione, in formato A4, è più semplice capire il tipo di omologazione. Al paragrafo V.9 infatti viene proprio riportata la dicitura per esteso Euro 0, 1, 2, 3, 4, 5 o 6.

Il controllo online

È possibile anche controllare online la categoria di emissioni dell’auto:

  • puoi usare il noto Portale dell’Automobilista: tutti possono entrare nel sito – cittadini, imprese e operatori professionali – e avere a portata di mano le informazioni relative a un veicolo, accedendo ai servizi online dedicati e creati ad hoc. La cosa importante è inserire la targa, poi i dati consultabili usciranno in automatico;
  • anche il sito dell’ACI è consultabile per lo stesso scopo, ma non da tutti. Possono sfruttare questo metodo solo le persone residenti nelle Regioni convenzionate con l’ACI, inserendo la targa e la tipologia di veicolo. Il controllo in questo caso viene effettuato sulla base delle informazioni contenute negli archivi delle Regioni convenzionate con ACI.

I limiti alla circolazione nelle città italiane

I limiti alla circolazione nelle grandi città italiane, come Milano, si fanno sempre più stringenti, lo sappiamo bene. Blocchi al traffico e altre regole simili mirano ovviamente al contenimento delle emissioni inquinanti nei centri urbani.

Anche l’Europa sta lavorando al processo di transizione energetica e decidendo la data (sarà ancora il 2035?) dopo la quale la vendita dei mezzi alimentati a benzina e diesel non sarà più possibile.

Le realtà del settore stanno cercando delle alternative sostenibili per poter sostituire i carburanti inquinanti, sul tavolo c’è ancora la questione dei biocarburanti e degli e-fuel. In ogni caso, saper riconoscere l’omologazione Euro 5, 6 o altro della propria vettura diventa sempre più importante.

Tante città e province sono impegnate a creare nuove regole che vietano la circolazione ai mezzi Euro 0, 1, 2 o Euro 4 e 5 in determinati zone e in orari definiti.

Cosa sappiamo a proposito di Euro 7

Negli ultimi tempi abbiamo sentito più volte parlare, e soprattutto criticare, della nuova normativa di omologazione Euro 7, ancora più restrittiva ovviamente. C’è chi non è assolutamente d’accordo, i costruttori non sono pronti, i tempi non sono abbastanza maturi.

A partire dal primo luglio 2025 sarebbero dovuti entrare in vigore le nuove regole e i limiti Euro 7 previsti dall’UE per tutte le auto dotate di motori a combustione. Ma molto probabilmente non sarà così e la data sarà rimandata.

L’obiettivo dell’Euro 7 è inasprire le norme sulle emissioni inquinanti, ma anche sul particolato e le polveri che provengono da freni e pneumatici. Motivo per cui già molti responsabili, CEO e AD di potenti aziende del settore automobilistico si sono espressi contro queste nuove regole, che potrebbero limitare i produttori, oltre a causare un innalzamento dei costi pressoché insostenibile, soprattutto considerando la reale esigenza di diminuire invece i prezzi di listino dei veicoli green, ancora troppo poco venduti in molti Paesi in Europa, compresa l’Italia, come ben sappiamo. Bisogna lavorarci, la strada è ancora lunga.