La procedura di rimozione forzata di un’auto porta con sé una sanzione amministrativa accessoria in aggiunta a quella principale ovvero la multa. Si tratta del trasferimento del veicolo con carro attrezzi in una struttura autorizzata per il deposito in attesa del ritiro. A designarla possono essere il Comune, la Provincia, la Regione o lo stesso Stato.
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Rimozione forzata dell’auto, di cosa stiamo parlando
Si tratta senza dubbio di una delle situazioni più spiacevoli perché non c’è un solo automobilista entusiasta dell’idea di non trovare più il proprio veicolo nel parcheggio in cui lo aveva lasciato. Sebbene il primo pensiero possa essere il furto, molto spesso potrebbe trattarsi di una rimozione forzata. Ad esempio nel caso in cui il veicolo sia stato parcheggiato in una zona soggetta a divieto di sosta, temporanea o a tempo indeterminato.
La rimozione del veicolo è in genere una procedura gestita dagli agenti di polizia locale. Se ci si trova in questa situazione occorre allora contattare i loro uffici fornendo i dettagli del veicolo, come marca e targa, e indicando il luogo in cui era parcheggiato. Una volta confermata la rimozione, il passo successivo è il recupero del veicolo pagando tutte le spese associate.
Chi può decidere di rimuovere un’auto
La rimozione forzata di un veicolo da parte delle forze di polizia segue quanto stabilito nel verbale di infrazione. In alcuni casi il potere di sanzionare le violazioni alla sosta e di ordinare la rimozione forzata può essere delegato ad altre figure, tra cui impiegati comunali o appartenenti a società pubbliche o private che gestiscono parcheggi a pagamento o aree di sosta, così come dipendenti di aziende municipali o imprese incaricate della raccolta dei rifiuti urbani e della pulizia stradale. La rimozione forzata di un’auto avviene solo in specifiche situazioni e luoghi e non tutti i tipi di veicoli sono soggetti a questa procedura.
È il Codice della Strada, in particolare l’articolo 159, a disciplinare la procedura. Le autorità di polizia possono ordinare la rimozione dei veicoli parcheggiati su strade o tratti di strada in cui l’ente proprietario abbia emanato un’ordinanza che considera il parcheggio come un grave ostacolo o pericolo per la circolazione stradale, e dove è presente un segnale di divieto di sosta, accompagnato da un pannello aggiuntivo. La rimozione forzata può essere disposta anche nelle strade urbane a senso unico di marcia, se un veicolo è parcheggiato lungo il margine sinistro della carreggiata, ma non lascia spazio sufficiente al passaggio di almeno una fila di veicoli, con una larghezza non inferiore a 3 metri.
Dove può avvenire la rimozione forzata
Secondo quanto messo nero su bianco dal Codice della Strada, tra i luoghi in cui può essere eseguita la rimozione forzata rientrano:
- i passaggi a livello e i binari di linee ferroviarie o tranviarie;
- gallerie, sottovia, sotto i sovrapassaggi, i fornici e i portici;
- dossi, curve, e in prossimità di segnali stradali e semafori;
- nei pressi di attraversamenti pedonali, ciclabili e personali, nonché su marciapiedi e spazi riservati alla fermata di veicoli elettrici;
- davanti ai passi carrabili e in qualsiasi luogo in cui l’auto impedisca l’accesso o lo spostamento di altri veicoli regolarmente in sosta;
- nelle aree riservate alla fermata e alla sosta di autobus, filobus e veicoli su rotaia, così come nelle aree destinate al mercato e ai veicoli per il carico e scarico di merci;
- sul bordo stradale in seconda fila, in zone a traffico limitato, su aree pedonali urbane, davanti ai cassonetti dei rifiuti, presso distributori di carburante, e in spazi dedicati al carico e scarico merci.
Gli organi di polizia possono disporre la rimozione forzata anche se ritengono che il veicolo sia stato abbandonato.
Quali auto non possono subire la rimozione
La rimozione forzata dei veicoli non può essere eseguita nei confronti di alcune categorie, quali:
- veicoli destinati a servizi di polizia, inclusi quelli a uso privato;
- ambulanze;
- veicoli dei vigili del fuoco;
- mezzi di soccorso;
- veicoli utilizzati da medici in servizio di emergenza;
- veicoli appartenenti a persone con disabilità.
La procedura della rimozione forzata
La rimozione forzata di un veicolo, in conformità al Regolamento di attuazione del Codice della Strada, richiede l’impiego di carri attrezzi, autorizzati dall’ente proprietario della strada o da enti terzi designati. Questi veicoli devono rispondere a specifiche tecniche e funzionali. Dotati di attrezzature specializzate, come gru telescopiche o verricelli per il soccorso stradale, i carri attrezzi sono in grado di sollevare e trasportare veicoli in violazione delle norme di circolazione.
L’operazione di rimozione segue una procedura codificata. Dopo che le forze dell’ordine accertano l’infrazione, il carro attrezzi viene chiamato sul posto per trasportare il veicolo al deposito designato. Se il proprietario del veicolo interviene durante l’operazione di rimozione può evitare il trasporto al deposito pagando immediatamente le spese di recupero.
I carri attrezzi devono rispettare le direttive di conformità, tra cui il rispetto delle dimensioni e dei pesi massimi consentiti, nonché l’adozione di dispositivi di segnalazione riflettenti per garantire la sicurezza stradale durante il trasporto del veicolo. In particolare, i carri attrezzi devono soddisfare i requisiti relativi allo sbalzo anteriore e posteriore, segnalazioni riflettenti sulle parti sporgenti, dispositivi antincastro e criteri di traino del veicolo rimorchiato. Devono inoltre essere in grado di operare senza la necessità di autorizzazioni preventive, essendo considerati mezzi adibiti a trasporto speciale standard.
Cosa fare in caso di rimozione
Quando si scopre che la propria auto è stata forzatamente rimossa occorre contattare l’ufficio competente della polizia municipale e fornire le informazioni richieste, tra cui luogo, orario e particolari dell’auto, tra cui la targa, per agevolare l’individuazione del veicolo. Le autorità, sulla base delle informazioni fornite, determineranno se l’auto sia stata effettivamente rimossa e trasferita in un deposito comunale oppure se sia stata oggetto di furto.
Nel caso in cui l’auto sia stata rimossa vengono fornite le istruzioni su come procedere al recupero che comporta la visita al deposito comunale designato, dove presentare un documento d’identità insieme al libretto di circolazione e al certificato di assicurazione, a meno che non siano già presenti all’interno del veicolo. Questi documenti attestano la proprietà ma, se il ritiro viene effettuato da una persona diversa dal proprietario, è richiesta anche una delega firmata. Il passaggio successivo è la restituzione del veicolo accompagnata dalla presentazione al responsabile del deposito della documentazione necessaria e dal pagamento delle spese stabilite dalle autorità locali.
Una volta completate tutte le formalità e verificato lo stato dell’auto, viene redatto un verbale di restituzione, sottoscritto dal custode e dal proprietario o dalla persona delegata. Il documento attesta il ritorno del veicolo e viene consegnato all’interessato insieme alla ricevuta di pagamento delle spese sostenute.
Quali conseguenze se non si ritira l’auto
Nel caso in cui il proprietario o un suo delegato non proceda al ritiro del veicolo entro 180 giorni dalla notifica del verbale di rimozione, il veicolo può essere oggetto di vendita all’asta o di demolizione. I proventi derivanti dalla vendita sono utilizzati per coprire le spese pendenti relative alla rimozione e custodia del veicolo. Se il ricavato supera i costi, l’importo eccedente viene restituito al proprietario del veicolo. In ogni caso è possibile presentare ricorso contro la rimozione forzata del veicolo al prefetto competente.
Spese e sanzioni
Provando a riassumere la lista dei costi, ricordiamo:
- la multa per la violazione commessa che varia in base alla gravità dell’infrazione e al tipo di divieto violato. Ad esempio, per un divieto di sosta, la multa parte da 39 euro e può aumentare in base alla gravità dell’infrazione;
- il costo della rimozione ovvero le spese relative alla chiamata del carro attrezzi e alle operazioni di carico e scarico del veicolo. In genere, i costi di rimozione oscillano tra i 150 e i 200 euro, al netto dell’Iva;
- il costo della custodia del veicolo che è legato al numero di giorni in cui il veicolo rimane nel deposito.