Bmw i16: mai nata a causa del Covid

Un sogno infranto dal Covid: la storia della BMW i16, il progetto ambizioso che rimarrà solo su carta

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Christian Luca Di Benedetto

Esperto di smart mobility

Passione, determinazione e un cuore che batte al ritmo del gioco: un narratore sempre in prima linea. Laureato in Scienze Politiche e appassionato di motori.

La BMW i16 avrebbe potuto essere il prossimo grande capolavoro nel panorama delle vetture elettriche sportive, un vero e proprio simbolo di innovazione e prestazioni. Pensata per raccogliere l’eredità dell’innovativa i8, la i16 è rimasta un sogno nel cassetto, un progetto mai realizzato a causa della pandemia di Covid-19 che ha colpito il mondo intero nel 2020. Questa storia, rivelata dal capo design di BMW, Domagoj Dukec, ci offre uno sguardo unico su quello che avrebbe potuto essere un nuovo capitolo rivoluzionario per la casa automobilistica tedesca.

Un progetto ambizioso interrotto

La BMW i16 si proponeva di essere una supersportiva ibrida plug-in, che avrebbe dovuto segnare un ulteriore passo in avanti nella già avanzata gamma di veicoli elettrici della BMW. Sviluppata con l’intento di superare i limiti della già apprezzata i8, prodotta tra il 2014 e il 2020, la i16 prometteva di essere non solo un gioiello di tecnologia ma anche un capolavoro di stile.

Domagoj Dukec, a capo del design di BMW dal 2019 e precedentemente responsabile dello stile dei settori BMW i e BMW M, ha condiviso alcuni dettagli di questo progetto attraverso una serie di schizzi e rendering pubblicati sul suo account Instagram. Le immagini rivelano una vettura con un design innovativo, che avrebbe dovuto rappresentare il futuro dell’automobilismo sportivo elettrico mantenendo al tempo stesso un legame con la tradizione, richiamando la storica M1 per le sue linee e l’audacia del design.

Un design innovativo per la futura leggenda

La BMW i16 avrebbe dovuto essere la quintessenza dello stile BMW, unendo l’eleganza classica con innovazioni futuristiche. Dukec descrive la vettura come pronta in meno di 12 mesi, sia internamente che esternamente, grazie all’utilizzo della struttura in composito derivata dalla BMW i8. Questo approccio non solo avrebbe garantito prestazioni elevate ma anche una significativa riduzione dei tempi di sviluppo.

Il progetto i16 aveva iniziato a prendere forma con la presentazione del concept Vision M Next nel 2019. Questo modello rappresentava una visione audace del futuro delle sportive ibride, con la BMW che si interrogava sulla possibilità di trasformare il concept in un modello di produzione che potesse succedere alla i8. La Vision M Next prometteva miglioramenti significativi in termini di potenza, autonomia elettrica, stile e prestazioni del telaio, con oltre 590 Cv di potenza e prestazioni da capogiro, come un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 3,0 secondi e una velocità massima di 300 km/h.

Un sogno svanito a causa del Covid-19

Nonostante l’entusiasmo e l’impegno profuso nel progetto, la pandemia di Covid-19 ha costretto BMW a mettere da parte i piani per la i16. Il mondo intero ha visto un arresto senza precedenti, e anche i progetti più promettenti hanno dovuto fare i conti con una realtà nuova e incerta. La i16, con le sue ambizioni rivoluzionarie e il suo design all’avanguardia, rimarrà quindi un capitolo non scritto nella storia dell’automobilismo, un promemoria di ciò che avrebbe potuto essere ma che, a causa di circostanze impreviste, non ha mai visto la luce.

La BMW i16 rappresenta una delle tante storie di innovazione interrotte da eventi globali imprevedibili. Sebbene il suo sviluppo sia stato fermato, il progetto i16 rimane un esempio brillante della capacità di BMW di guardare al futuro, sfidando i limiti del design e delle prestazioni. La sua storia, sebbene breve, è un tributo alla visione e all’ingegneria automobilistica, ricordandoci che anche nei progetti non realizzati si possono trovare ispirazione e aspirazione verso il futuro.