L’auto di Alberto Sordi, all’asta un gioiello dello storico attore

La BMW 320 automatic coupé del 1993 che ha accompagnato Alberto Sordi nei suoi ultimi anni di vita viene messa all’asta: il ricavato andrà in beneficenza

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Se n’è andato il 24 febbraio 2003, lasciando un vuoto incolmabile tra tutti i suoi fan, che tanto lo avevano acclamato nel corso della sua lunga e prolifica carriera su schermo. Citare Alberto Sordi significa scomodare uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana.

Il cimelio finisce all’asta: il ricavato della vendita verrà devoluto in beneficenza

Così come nelle pellicole che lo hanno visto protagonista su schermo, allo stesso modo il personaggio dietro la maschera amava le belle auto. Tuttavia, se nelle opere di finzione guidava bolidi simboli di lusso, successo e avventura, nella vita reale preferiva un profilo più discreto e sobrio, senza comunque precludersi delle supercar.

Le enormi fortune accumulate nel mondo dello spettacolo gli permettevano, del resto, di togliersi qualunque tipo di capriccio, compreso l’acquisto di una BMW 320 Coupé, riportata in auge dopo 21 anni. Il mitico esemplare tedesco del 1993 verrà battuta all’asta il 12 maggio 2024 per una nobile causa: raccogliere fondi da destinare a una struttura d’accoglienza di anziani malati di Alzheimer, presso la Fondazione Alberto Sordi, ente del Campus-Medico.

Chiunque abbia avuto l’onore e il privilegio di conoscerlo, definisce l’icona del cinema una persona sensibile ai meno fortunati. Per tenerne alta la reputazione, l’istituto a lui intitolato persegue dei fini davvero importanti.

La BMW 320 appartenuta ad Alberto Sordi finirà all'asta
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Sordi
Il 12 maggio sarà battuta all’asta la BMW 320 di Alberto Sordi

La vettura in vendita promette di valere una fortuna, spingendo i collezionisti a scatenarsi con offerte anche superiori al valore reale. Perché ne ha pure uno affettivo, riconducibile all’illustre ex proprietario. Di un blu elettrico brillante, la produzione bavarese era per lui un vero e proprio gioiello, tanto da essere soprannominata “la reliquia”.

Nessuno aveva il permesso di mettersi al volante, eccetto il legittimo possessore, una volta indossati i guanti. Non se ne separava mai, nemmeno quando aveva in programma di andare a messa. A bordo della BMW 320 i 18 Automatic, Alberto Sordi percorse il rettilineo finale della sua esistenza.

Il modello di ogni giorno con cui si spostava insieme alla sorella Aurelia (spesso affidata all’autista Arturo Artadi) fu, però, la 124 Familiare. Un esemplare sobrio e funzionale, che ne rispecchiava il lato pragmatico. Con l’umiltà tipica dei numeri uno, il successo non lo aveva, infatti, cambiato nell’animo.

A dispetto dei personaggi dalla dubbia morale impersonati sul set, aveva mantenuto una forte umanità e le numerose iniziative solidali dell’associazione che ne porta il nome sottolinea la generosità dei sentimenti.

Uomo del popolo anche nelle auto

Da uomo del popolo, Sordi recitò anche a bordo di altre auto targate Fiat, come la Ritmo ne Il tassinaro, dove interpreta un tassista con la sua “Zara 87”. La passione per le Maserati era poi conclamata, espressa nelle pellicole con una Ghibli Spyder e una Maserati Indy, contribuendo a farle entrare nel mito.

Nella realtà, possedeva, invece, una Quattroporte del 1967 e una Mistral Spyder 3700, l’ultima della specie con il sei cilindri in linea bialbero. Delle chicche assolute, custodite con cura nel garage.

E, ancora, un’Alfa Romeo Giulietta Spider del 1962 spunta ne Il medico della mutua, mentre una Mercedes-Benz 280 SL del 1963 è presente in Medico per forza. Non manca neppure Lancia, con una Flaminia del 1960 in Felici e infelici.