Lampeggiare per segnalare posto di blocco: cosa si rischia

Che cosa succede se segnali agli altri automobilisti e motociclisti su strada la presenza di un posto di blocco o di un autovelox? Vediamo cosa dice la legge a riguardo

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Coma sappiamo, visto che episodi del genere sono all’ordine del giorno, gli automobilisti e i motociclisti usano dei sistemi universali per comunicare tra di loro a distanza, che servono per segnalare la presenza delle Forze delle Ordine in posto di blocco sulle strade, ma anche gli autovelox. Il metodo storico e più comune è la segnalazione con i fari, in epoca moderna si sono aggiunti anche dei gruppi Whatsapp e Telegram dedicati. Quello che non è ben chiaro è se questi comportamenti siano o meno legali. Abbiamo sentito spesso parlare di controlli da parte degli agenti di Polizia su chat per lo scambio di informazioni utili a sfuggire ai controlli su strada. Che cosa succede se fai parte di uno di questi gruppi? Vediamolo insieme.

I casi esempio

Esistono dei precedenti giurisprudenziali che affrontano questa tematica, sicuramente molto delicata, ma anche parecchio importante e interessante da conoscere. Il dubbio è uno: segnalare la presenza di autovelox o posti di blocco può essere considerata una pratica che rientra nel reato di interruzione del pubblico servizio previsto dall’articolo 340 del Codice Penale?

Chi segnala la presenza degli agenti su strada o di altre forme di controllo, di fatto permette agli altri conducenti di eludere i controlli della Polizia, impedendo quindi agli agenti di svolgere il proprio dovere, comportamento per il quale il Codice Penale prevede addirittura fino a un anno di reclusione. Ma la giurisprudenza oggi non è assolutamente d’accordo con l’interpretazione che viene portata avanti da parte delle Forze dell’Ordine.

Il caso specifico

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Genova ha dovuto giudicare il comportamento di alcuni utenti iscritti a una chat WhatsApp che indicava la presenza di agenti su strada. Lo stesso Gip ha dichiarato che segnalare posti di blocco non costituisce reato e interruzione di pubblico servizio, per i seguenti motivi:

  • la chat è chiusa e privata, non ha l’accesso qualsiasi automobilista, ma solo chi si iscrive. Per questo la Polizia continua a svolgere il suo pubblico servizio nei confronti degli altri utenti;
  • è esiguo il numero di partecipanti alla chat rispetto al numero reale di utenti che circolano sulle nostre strade.

Il tribunale di Alghero è d’accordo con il Gip.

Questo comportamento non è definito reato, ma comunque costituisce un blando illecito amministrativo per violazione del Codice della Strada: l’art. 45 dice che “sono vietati la produzione, la commercializzazione e l’uso di dispositivi che, direttamente o indirettamente, segnalano la presenza e consentono la localizzazione delle apposite apparecchiature di rilevamento della velocità utilizzate dagli organi di Polizia Stradale per il controllo delle violazioni”.

Si rischia la multa?

Pur non essendo reato, l’illecito comporta una multa molto salata, da 802 a 3.212 euro, con confisca del cellulare (considerato l’oggetto della violazione).

Lampeggiare per segnalare il posto di blocco: è reato?

Prima dell’esistenza della tecnologia – smartphone, social network e chat di gruppo – la segnalazione dei posti di blocco e degli autovelox più comune (usata tuttora) era quella fatta con i fari dell’auto, lo sappiamo bene.

Anche in questo caso non possiamo parlare di reato, ma di illecito amministrativo. L’articolo 153 del Codice della Strada indica quali sono i casi in cui si possono usare i fari e stabilisce: “Chi usa i dispositivi di segnalazione luminosa impropriamente rischia la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 168”. La segnalazione della presenza degli agenti è considerata un illecito.

Il recente episodio

Un episodio recente, accaduto nei mesi scorsi, indica proprio la segnalazione da parte di un automobilista della presenza di un autovelox. O meglio, la Polizia ha mosso quest’accusa, ma il conducente si è opposto. In particolare: che cos’è successo? Circola sul web nelle il caso di un automobilista che è stato multato da parte dei Vigili perché beccato (secondo loro) mentre faceva i fari per segnalare un autovelox su strada agli altri utenti in arrivo. Lo stesso ha smentito il tutto, dichiarando: “Non è vero, li porto in tribunale”.

Il fatto  era successo precisamente a Padova dove l’automobilista è stato accusato di aver “fatto i fari” per segnalare la presenza di un dispositivo di rilevazione della velocità (tra i più odiati e temuti da chi circola sulle strade italiane) e per questo motivo è stato multato. Ha dichiarato: “Ho chiesto spiegazioni alla Polizia Locale e al Comune. Non ho ricevuto risposte”.

L’incubo degli autovelox

L’anno 2023 è stata più che mai quello dell’incubo autovelox, spesso le amministrazioni comunali sono state accusate di piazzare i dispositivi di rilevamento della velocità solo per fare cassa, comportamento che lo stesso Matteo Salvini ci tiene a contrastare, come ha ripetuto più volte.

Addirittura abbiamo assistito poco da a un vero e proprio attentato nei confronti di un autovelox, che è stato fatto esplodere da pare (probabilmente) di automobilisti esasperati: in un mese aveva emesso 24.000 multe.

E oggi un giovane automobilista padovano si ritrova nel bel mezzo di questa controversia con la Polizia Locale, accusato di aver segnalato la presenza dell’autovelox lampeggiando agli utenti della strada che giungevano in direzione opposta.

Il fatto

Secondo quanto dichiarato grazie alle ricostruzioni recenti, l’uomo al volante stava percorrendo una strada cittadina a Padova. I Vigili hanno emesso un verbale in cui contestato l’uso dei segnali luminosi per avvisare della presenza dell’auto della Locale con autovelox. La multa era di 29 euro poi diventata di 40 euro.

Il giovane conducente ha immediatamente contestato la sanzione ricevuta, dichiarando: “Io non ho fatto i fari, non è vero. I Vigili hanno accusato della stessa infrazione anche l’automobilista dopo di me”.

E ha aggiunto:Non ho firmato il verbale ed è iniziata la mia battaglia per vederci chiaro in questa incredibile vicenda. Sono passati oltre dieci giorni dal fatto, ma sia dalla Polizia Locale che dal Comune non ho ancora avuto nessun tipo di risposta. Non mi fermo di certo, a costo di andare in tribunale”.

La risposta della Polizia

La Polizia ha chiarito quello che abbiamo detto anche noi in apertura: segnalare la presenza di un posto di blocco o – in questo caso – di un autovelox con i fari non costituisce reato, ma si tratta comunque di un illecito amministrativo, come viene indicato nell’articolo 153 del Codice della Strada che disciplina “l’uso dei dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione dei veicoli a motore e dei rimorchi”.

Secondo la legge “chiunque violi le disposizioni dell’articolo ovvero usi impropriamente i dispositivi di segnalazione luminosa è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 41 a 169 euro”. Come si concluderà la questione?