Honda e Ibm, accordo per software rivolti al settore auto

Honda e IBM uniscono le forze per lo sviluppo di software applicabili nel settore automobilistico con il focus principale sull'intelligenza artificiale

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Honda e IBM uniscono le forze con un occhio di riguardo all’AI. Il sodalizio mira a soddisfare la crescente domanda di vetture dotate di funzioni all’avanguardia, come la guida autonoma e i sistemi di intrattenimento avanzati. In virtù di ciò, è previsto lo sviluppo congiunto di microchip ad alte prestazioni per supportare la crescente complessità dei veicoli moderni e la gestione di un vasto database.

L’intelligenza artificiale integrata per una guida e un intrattenimento migliori

Con l’intelligenza artificiale integrata, i programmi sono pensati sia in termini di esperienza al volante sia di intrattenimento a bordo. Le tecnologie avanzate hanno lo scopo di ottimizzare le performance e il risparmio energetico. I portavoce Honda sottolineano l’importanza di disporre di chip ad alte prestazioni nella realizzazione di veicoli “software-defined”, cioè definiti a partire dal software, anziché dall’hardware, come di solito avviene.

Con i progressi compiuti nell’industria, è cambiata anche la percezione di valore agli occhi della potenziale clientela. Se Tesla, giusto per fare un esempio, non avesse creato l’Autopilot e il Full Self-Driving, forse oggi avrebbe un ruolo secondario, vista peraltro la sua breve storia. Nello stesso ambito eccellono le aziende cinesi, attese a un’invasione di massa nel comparto occidentale. Il piano di Pechino ha conferito alle imprese locali uno slancio che solo fino a pochi anni sembrava impossibile.

Se incutono timore alle realtà tradizionali e a Paesi interi (Stati Uniti inclusi) questa è una delle ragioni principali e, pertanto, pure gli altri player della filiera tentano di rispondere. La collaborazione con IBM potrebbe accelerare lo sviluppo delle tecnologie in questione in casa Honda, aprendo il varco a nuove generazioni di auto più intelligenti, connesse e personalizzabili. Il background e il know-how tecnico del partner lo rende un valido alleato in tali operazioni.

Brain-inspired computing

Su quali saranno gli esatti progetti, il tempo fornirà delle risposte. Al momento, le parti direttamente coinvolte si limitano a parlare genericamente di varie aree di ricerca e sviluppo, tra cui il “brain-inspired computing”. Tale approccio è ispirato al funzionamento del cervello umano nella creazione di architetture di computer e algoritmi più efficienti.

L’intesa con IBM rinnova la volontà di Honda di accelerare nella transizione ecologica. In precedenza, aveva già avviato collaborazioni con altri nomi di spicco, compresa Nissan, al fine di ridurre i costi e incrementare la competitività nella mobilità green. La gamma della Honda include vari modelli full electric, che, alla pari di qualsiasi concorrente, costituiscono perlopiù degli investimenti nel medio-lungo termine. Dati alla mano, infatti, le BEV rimangono una nicchia piuttosto limitate, almeno in confronto alle ibride e alle vetture a benzina.

I programmi sanciti dalla Commissione UE, con il bando dei motori a combustione interna fissato per il 2035, hanno l’obiettivo di sancire una svolta, in favore dell’ambiente. Gli stessi incentivi erogati dal Governo italiano, benché meno sostanziosi in seguito al decreto Coesione, pubblicato lo scorso 7 maggio in Gazzetta Ufficiale. A detta degli analisti, i consumatori privilegeranno comunque le mild e full hybrid, sulla falsariga degli anni passati, dalla emanazione del Dpcm dell’esecutivo guidato da Mario Draghi.