Autovelox, come sapere se la multa che arriva è da pagare oppure no coi nuovi limiti sulle installazioni
Il 12 giugno entrano in vigore le nuove disposizioni sugli autovelox. Ecco quando si può fare ricorso per chiedere l’annullamento delle multe
Quando si riceve una multa da un autovelox non è detto che la si debba pagare. Se l’autovelox non rispetta le nuove disposizioni introdotte dal Ministero dei Trasporti, la multa potrebbe essere non valida. Il macchinario, infatti, deve essere omologato e tarato. In caso contrario, l’automobilista può fare ricorso e chiedere l’annullamento della multa.
- Autovelox, le nuove disposizioni del Ministero
- Le regole per il piazzamento degli autovelox sulle strade
- Multe nulle: cosa ha stabilito la Cassazione
- Come fare ricorso per chiedere l’annullamento di una multa
Autovelox, le nuove disposizioni del Ministero
A cambiare le regole per le multe elevate dagli autovelox – e dagli altri dispositivi di rilevamento della velocità – è l’entrata in vigore delle nuove disposizioni contenute nel nuovo Codice della Strada.
Tali novità saranno operative da giovedì 12 giugno. E le amministrazioni che non si sono adeguate rischiano seriamente di vedere annullate le multe fatte dagli autovelox sulle rispettive strade di competenza.
ANSA
Le regole per il piazzamento degli autovelox sulle strade
Tanti gli aspetti regolati dal MIT, a cominciare dalla distanza minima tra un autovelox e l’altro. Per i dispositivi mobili: 4 km sulle autostrade, 3 km sulle strade extraurbane, 1 km su strade extraurbane secondarie, locali e itinerari ciclopedonali e su strade urbane di scorrimento e 500 metri su strade urbane di quartiere e urbane locali.
Per gli autovelox fissi è stata introdotta una distanza minima tra il segnale del limite di velocità e il dispositivo di almeno un km su strade extraurbane, 200 metri su strade urbane di scorrimento e 75 metri sulle altre strade. Soprattutto, il decreto stabilisce che gli autovelox potranno essere piazzati solo nei punti individuati dal prefetto e in tratti caratterizzati da elevata incidentalità, impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata o da velocità di transito mediamente superiore al limite.
Multe nulle: cosa ha stabilito la Cassazione
Ma i problemi per i Comuni (o le altre amministrazioni) che gestiscono autovelox sulle strade di competenza arriva soprattutto dalla sentenza numero 10365/2025 della Cassazione. Una decisione che rischia di annullare gran parte delle multe, con ricadute pesantissime sui bilanci degli enti coinvolti. Questa sentenza ha ribadito che, per essere valida, la multa deve essere fatta da un autovelox omologato e tarato.
Non basta, quindi, la semplice approvazione. La Cassazione ha stabilito che le multe elevate da un autovelox non omologato e tarato nell’ultimo anno sono annullabili tramite ricorso.
Come fare ricorso per chiedere l’annullamento di una multa
Per verificare l’omologazione di un autovelox, la prima cosa da fare è controllare se la dicitura è riportata sul verbale. Non solo, sul verbale deve essere riportato il decreto ministeriale di omologazione, la data di omologazione e i dati per l’identificazione dell’apparecchio. Tuttavia, gli enti possono anche fornire tali informazioni in un secondo momento. Per questo il cittadino che ha ricevuto la multa può fare un accesso agli atti (tramite richiesta scritta) per verificare l’omologazione dell’autovelox.
Se l’omologazione non è stata fatta, l’automobilista può chiedere l’annullamento della multa al Prefetto (entro 60 giorni dalla notifica) o al Giudice di Pace (entro 30 giorni). Oltre a queste decisioni, gli enti che vogliono piazzare un autovelox sulle strade di competenza dovranno tenere conto delle nuove disposizioni del Ministero guidato da Matteo Salvini.
