Il nuovo studio 3D sulla Sindone di Torino conferma l’ipotesi dell’artefatto: i risultati della ricerca
Uno studio 3D sulla Sindone di Torino ha ricostruito le modalità con cui l’immagine potrebbe essere stata generata: sarebbe un bassorilievo
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Archaeometry ha riacceso i riflettori sulla Sindone di Torino. L’indagine, condotta dal modellatore 3D Cicero Moraes, ha ricostruito digitalmente le modalità con cui l’immagine potrebbe essere stata generata. I risultati confermano che il telo non fu posato su un corpo umano, ma probabilmente su un bassorilievo, realizzato con tecniche compatibili con l’arte medievale.
Il nuovo studio 3D sulla Sindone di Torino
Un nuovo studio effettuato sulla Sindone di Torino, il lenzuolo di lino conservato nel Duomo del capoluogo piemontese, sul quale è visibile l’immagine di un uomo e che molti hanno identificato come Gesù Cristo, potrebbe aver messo un punto molto importante sulla comprensione dell’origine del manufatto.
Lo studio ha messo a confronto due scenari: nel primo, un lenzuolo virtuale è stato drappeggiato su una figura tridimensionale umana, nel secondo, è stato posizionato su una superficie piatta scolpita a bassorilievo.
ANSA
Solo quest’ultima configurazione ha restituito un’immagine coerente con le fotografie reali della Sindone: regolare, proporzionata e priva delle distorsioni tipiche che si generano quando un tessuto aderisce a un corpo vero.
I risultati delle analisi
Secondo Cicero Moraes, modellatore 3D brasiliano che ha condotto l’esperimento, la figura potrebbe essere stata realizzata in legno, pietra o metallo, pigmentata o riscaldata solo nelle aree di contatto per imprimere l’immagine sul lino.
I risultati confermano quindi quanto emerso già negli anni ’80, quando le analisi al radiocarbonio datarono il telo tra il 1260 e il 1390 d.C., collocandone la realizzazione nel pieno Medioevo.
Andrea Nicolotti, docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Torino, ha commentato che la ricerca non introduce una novità assoluta, ma rafforza una tesi consolidata: “Cicero Moraes ha ragione, ma la sua ricerca non è particolarmente rivoluzionaria. Da almeno quattro secoli sappiamo che l’immagine corporea sulla Sindone certamente non avrebbe potuto essere creata attraverso il contatto con un corpo tridimensionale”.
Il valore dell’opera
Sebbene il valore artistico e culturale della Sindone resti indiscusso, lo studio porta ad eliminare del tutto l’attribuzione soprannaturale. Anche la Chiesa, pur permettendo la venerazione, ha sempre evitato di pronunciarsi sull’autenticità.
Nel 1988 fu il cardinale Ballestrero ad autorizzare gli esami al carbonio-14, accettando i risultati. Oggi, come ieri, la posizione ufficiale è quella ribadita da Papa Giovanni Paolo II: la Sindone è “icona della Passione di Cristo”, non una prova fisica della resurrezione.
Ma nonostante ciò, e sebbene sia stato confermato dalla scienza che l’oggetto non è nulla più che un’opera raffinata, la Chiesa continua ad organizzare eventi per permettere i pellegrinaggi e la venerazione della Sindone.
