F1, Qualifiche del Gp di Cina: Verstappen vola, Ferrari soffre le gomme

Il team di Maranello soffre ancora una volta l'attivazione delle gomme, fattore che limita la prestazione delle rosse

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

Analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Ferrari perde rendimento in Q3. I fattori sono diversi. Innanzitutto il vento torna a dare fastidio alla vettura italiana che soffre al retrotreno. Ma  l’elemento preponderante che ancora una volta mette in difficoltà la rossa riguarda il tema gomme. Il lavoro svolto al simulatore sul ciclo di isteresi dello pneumatico aveva fornito buoni feedback, in fabbrica. Soluzioni per migliorare l’attivazione delle mescole in qualifica. E invece, come a Suzuka, anche in Cina la SF-24 fa un’enorme fatica a portare le mescole in temperatura sul giro secco. Un contesto competitivo che toglie grip e di fatto abbassa la prestazione. Le due Ferrari iniziavano la tornata con un’aderenza insufficiente nel primo settore. La conferma arriva analizzando i dati.

Diverse warm up strategy per centrare la finestra di funzionamento che però non hanno fornito un performance complessiva del giro all’altezza. Leclerc arriva nel T1 (primo settore) con poca aderenza, mentre nel T2 “accendendo” le coperture riesce a ottimizzare le velocità in curva. Al contrario Sainz parte a cannone nel primo settore e soffre nel secondo. Questo elemento fa capire la diversa gestione dei compound tra i due ferraristi. Nell’ultima parte del tracciato, quella che comprende il lunghissimo tratto ad alta velocità di percorrenza (1.2km), le SF-24 sono seconde alla sola Red Bull come efficienza e rapidità.

Tuttavia dopo la staccata della 14 a centro curva si manifesta un eccesso di rotazione, con il posteriore dell’auto che tende a scivolare verso l’esterno. Fase di “sliding” che di conseguenza ritarda l’approccio sul gas e limita la trazione. Sull’analisi dell’handling accostiamo le parole di Leclerc: “Non possiamo dare tutta la colpa alle gomme, il vento è cambiato e abbiamo perso il feeling“. Per chiudere il discorso sulla rossa un dettaglio: nel Q2 Sainz ha perso la vettura andando a sbattere contro le barriere. Per fortuna i danni non hanno compromesso la numero 55, che con il solo cambio dell’ala anteriore proseguito la qualifica.

Red Bull micidiale e Alonso tarantolato, la McLaren ottimizza

Red Bull resta il benchmark della massima categoria del motorsport. Una vettura davvero solida che però, anche se in quantità decisamente inferiore, ha sofferto qualche problemino nella qualifica odierna. Ci riferiamo a una certa tendenza al sovrasterzo che, a differenza della Ferrari, la RB20 riesce a gestire. Solo qualche piccolo snap a centro curva e in uscita che tuttavia non ha inficiato particolarmente sul laptime. Senza dubbio il settore dove rispetto al resto dei competitor si nota la differenza maggiore è il T3.

Grande la capacità di scaricare a terra i circa 1000 cavalli nella curva a doppio apice 12/13, grazie alla splendida trazione che spinge i bolidi austriaci sulla retta sino a raggiungere una EOSS (velocità di punta) davvero ottimale. Merito del basso drag (resistenza all’avanzamento) e contestualmente all’efficienza del sistema DRS. Aprendo l’ala posteriore il guadagno in termini di top speed è molto forte, in quanto l’incidenza del flap è maggiore per il carico installato sulla vettura.

Quarantadue anni e non sentirli. Alonso mette assieme un giro strepitoso in Q3. Non sbaglia nulla e massimizza il rendimento della sua Aston Martin AMR24. Nel suo caso l’attivazione delle gomme è perfetta, elemento che fornisce allo spagnolo tantissimo grip che sa usare saggiamente. Dietro di lui le due McLaren. La MCL38 “costruisce” la prestazione in maniera abbastanza simile alla Ferrari, considerando che le caratteristiche delle vetture color papaya non discostano troppo da quelle della rossa. La differenza sono ancora le gomme. Il gap si accumula nel T1, beneficio che di fatto toglie la seconda fila al Cavallino Rampante.

F1, Sprint Race del Gp di Cina: la Ferrari era da podio

Ferrari poteva e doveva fare meglio. Nella Sprint Race, la SF-24 ha mostrato un livello di degrado dei pneumatici davvero basso e un ritmo di gara che avrebbe consentito di lottare con le Red Bull. La scelta di Sainz di partire con un set di gomme Medium nuove ha fornito un grip extra allo spagnolo, ma questo aspetto non è stato sfruttato a dovere. All’inizio della gara Carlos si è gettato negli scarichi di Verstappen, il quale, soprattutto nelle prime due tornate, aveva problemi di aderenza al posteriore. Le occasioni per attaccare il campione del mondo c’erano, ma l’aggressività del pilota della Ferrari non è stata sufficiente. Davvero un peccato, perché il corso della gara sarebbe senza dubbio cambiato.

A livello tecnico, possiamo dire che la scelta del carico aerodinamico più basso installato al posteriore della Ferrari era sufficiente. La spinta verticale generata dal fondo vettura era buona, specialmente nelle curve in appoggio, così come la velocità massima alla fine del rettilineo (EOSS). È mancata un po’ di trazione però, aspetto che ha reso decisamente più duro il sorpasso di Sainz su Alonso. Sono stati necessari ben 12 giri per mettere alle spalle l’ex pilota Ferrari, ora alla guida dell’Aston Martin, il che ha inciso negativamente sul risultato finale. Inoltre, il pilota della rossa ha subito uno smacco con il doppio sorpasso da parte di Perez e Leclerc, che lo hanno relegato in quinta posizione.

Verstappen vince ancora, Hamilton superlativo

Max è il numero 1. Malgrado lo svantaggio su Sainz per via della gomma usata, l’olandese resiste al sorpasso dell’iberico senza troppi problemi. Poi, una volta stabilizzato il suo ritmo, a margine di una fase di studio durata alcuni passaggi dove ha saputo amministrare alla grande le mescole e ha deciso che era arrivato il momento di fare sul serio. La sua RB20 offre tanto grip laterale e una fase di accelerazione davvero notevole. Sbarazzarsi di Alonso prima ed Hamilton poi è una “mera formalità”. La sua condotta risulta impeccabile supportato da una vettura che non ha difetti. I micro pattinamenti sofferti nelle primissime fasi della Sprint Race non hanno intaccato il suo passo. Idem per il degrado che ha saputo amministrare con perizia.

Lewis Hamilton
Fonte: Getty Images
Lewis Hamilton (Mercedes AMG) saluta il pubblico

Due parole vanno spese pure per il sette volte campione del mondo di F1. Il futuro ferrarista nella qualifica di ieri ha dato il meglio di se. Il “manico” resta enorme malgrado le 39 primavere sulle spalle. Lo ha dimostrato anche quest’oggi. La sua Mercedes W15 non è certo una vettura al top. Al contrario soffre parecchio al retrotreno, dove una mancanza “endemica” di grip si è fatta sentire anche nella Sprint Race. La working range (finestra di utilizzo) delle sue Pirelli a banda gialla non era ottimale. Tanto lavoro nelle fasi di cornering, per limitare l’energia immessa sui compound e mantenere il degrado su livelli accettabili. Lewis sorride alla fine della mini gara da 100 km e si aggiudica il primo podio stagionale. Chapeau.

Leclerc si sfoga e pungola Sainz

Il monegasco della Ferrari acciuffa un quarto posto che non soddisfa. Per gran parte della sua gara è costretto a seguire gli scarichi di Perez che a sua volta era attaccato al diffusore di Sainz. Una prestazione di Charles stoppata dal traffico, perché appena ha avuto strada libera non ci ha pensato due volte ad attaccare il compagno di squadra. A differenza di Carlos, l’ex Alfa Romeo ha saputo gestire meglio le gomme durante i primi giri. Fattore che gli ha permesso di arrivare all’ultimo terzo della breve corsa con più rendimento. Il primo tentativo di sorpasso arriva al termine del lunghissimo tratto ad alta velocità di percorrenza del T2 (secondo settore).

L’iberico della Ferrari non ci sta, si difende con i denti, e Charles è costretto ad uscire dai limiti della pista per evitare il contatto. Circa mezza tornata più tardi ci riprova questa volta portando a termine il compito.  Anche il questo caso lo scontro era vicino. Messo dietro Sainz, il ferrarista originario del Principato si “apre in radio” punzecchiando il suo teammate: “lotta più con me che con gli altri“. Uno sfogo del momento. Ci sta tutto. Tuttavia le parole di Leclerc sottolineano, se ancora ce ne fosse stato bisogno, un fatto molto chiaro: l’iberico non ha alcuna intenzione di rendere vita facile all’altro Carlo, in questa stagione. Al contrario il primo avversario da battere è proprio il compagno di squadra.