Sembra che il nome della Jeep Cherokee debba cambiare, o almeno, questo è ciò che sostengono i nativi americani contro Jeep. Chuck Hoskin Jr. infatti, che è il capo della Cherokee Nation, la più grande delle tre tribù Cherokee riconosciute dal governo federale degli Stati Uniti, ha inoltrato questa richiesta scritta alla redazione di Car and Driver.
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Via il nome Cherokee dalle Jeep
Cerchiamo di spiegare al meglio la questione, per chiarire ogni passaggio. Per identificare i suoi modelli, secondo quest’ultima ‘novità’, Jeep non dovrebbe mai più usare il nome Cherokee. La prima auto della Casa chiamata Cherokee è stata presentata nel lontano 1974, non proprio un paio di anni fa, insomma. Si tratta di un fuoristrada a due porte simile a una station wagon ma a ruote alte. Successivamente, a partire dal 2001 il nome non è stato più utilizzato fino al 2013 con la ripresa della produzione del modello, proposto in due versioni, Cherokee e Grand Cherokee. Sono passati più di 45 anni quindi, e proprio oggi i nativi americani chiedono di non utilizzare mai più questo nome, così celebre e riconosciuto ormai a livello mondiale.
La richiesta dei nativi americani
Con l’arrivo, quindi, della nuova Grand Cherokee per il 2021 il capo tribù ha deciso di inoltrare la sua richiesta scritta, per porre fine alla storia di questa nomenclatura. Hoskin ha dichiarato quanto segue: “Sono sicuro dei buoni presupposti, ma non ci onora il fatto che il nostro nome sia incollato sulla fiancata di un’auto. Il modo migliore per farlo è riconoscere il nostro governo sovrano, il nostro ruolo in questo Paese, la nostra storia, cultura e lingua e avere un dialogo significativo con tribù riconosciute federalmente in merito all’adeguatezza culturale”. Jeep ha identificato anche uno specifico allestimento con il termine Mojave, che è il nome di un noto deserto degli Stati Uniti e della Mojave Tribal Nation, una tribù indigena originaria proprio di questo luogo.
Le dichiarazioni di Jeep non si sono fatte attendere e hanno risposto alla richiesta asserendo che: “I nomi dei nostri veicoli sono stati scelti con cura e coltivati nel corso degli anni per onorare e celebrare i nativi americani per la loro nobiltà, abilità e orgoglio. Siamo più che mai impegnati in un dialogo rispettoso e aperto con il capo della Cherokee Nation”. Sembra anche che, secondo alcune indiscrezioni, alcuni rappresentanti di Jeep hanno parlato direttamante con Hoskin, senza raggiungere però alcun risultato.
Più rispetto e integrazione per le varie culture
Malgrado, quindi, le buone intenzioni espresse dai rappresentanti nei confronti dei nativi americani, la tribù non sembra soddisfatta della risposta fornita e, anzi, il loro leader ha ulteriormente evidenziato la questione affermando “Penso sia arrivato il tempo in cui società o squadre sportive non utilizzino più nomi, immagini e mascotte legati ai nativi americani“, ribadendo il diritto della popolazione di poter usare i propri nomi e simboli in maniera rispettosa e seguendo le tradizioni popolari.
La questione dell’appropriazione culturale è molto sentita negli Stati Uniti d’America, dove convivono tante popolazioni diverse in un melting pop molto variegato e complesso, ricco di sfumature e di equilibri da gestire nell’integrazione tra le diverse culture, dove non sempre vengono applicati principi di sensibilità e rispetto delle tradizioni, in nome della supremazia bianca.
Tante iniziative per il riconoscimento dei diritti delle minoranze
Sono diverse, infatti, le iniziative anche in ambito sportivo intraprese per sottolineare una posizione di maggiore rispetto nei confronti dei nativi americani e, più in generale, delle differenze culturali delle diverse popolazioni. Molte squadre sportive hanno perciò scelto di cambiare il loro nome per prendere la distanza da stereotipi razzisti, come nel caso della squadra di football americano “Redskins”, traducibile in “Pellerossa”, in favore di un più neutro “Washington Football Teams”. Oppure della squadra di baseball di Cleveland che starebbe riflettendo sulla scelta di abbandonare il nome “Indians” e di eliminare tutti i simboli che fanno riferimento ai nativi americani. Vedremo gli ulteriori sviluppi di questa spinosa e complicata faccenda.