Android Auto, ma senza fili: il trucco è nell’adattatore

Basta cavi e attese: con un semplice adattatore, Android Auto diventa wireless anche sulle auto non di ultima generazione. E l’esperienza di guida cambia

Foto di Tommaso Giacomelli

Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 25 Giugno 2025 06:00

Una volta saliti a bordo di un’auto, il primo gesto era quasi automatico: cercare il cavetto USB per collegare il telefono alla vettura e aspettare il caricamento di Android Auto. Soltanto dopo questa manovra si poteva partire. Fino a poco tempo fa questo era uno scenario plausibile per tantissime persone, ma adesso è quasi un ricordo. Il merito è di un dispositivo che, per dimensioni e semplicità sembra quasi banale, ma non lo è: l’adattatore Android Auto wireless. Uno strumento che cambia il modo di vivere la tecnologia a bordo di una vettura; ovviamente in meglio.

Come funziona

Il concetto è semplice: si collega alla porta USB dell’auto e questo adattatore trasforma qualsiasi sistema Android Auto cablato in uno wireless, senza dover cambiare l’impianto o acquistare un’auto nuova. Il telefono si collega via Bluetooth per l’autenticazione iniziale, poi passa automaticamente al Wi-Fi per garantire una connessione stabile e ad alta velocità. Il risultato è che, una volta entrati in macchina, Android Auto si avvia da solo, in pochi secondi, senza toccare nulla.

Dal punto di vista pratico, i vantaggi sono evidenti. Nessun cavo da gestire, meno usura per la porta USB, ma soprattutto una maggiore fluidità d’uso. Per chi usa Android Auto ogni giorno – per il navigatore, per le chiamate in vivavoce o per ascoltare musica in streaming – è un cambiamento che si fa presto a dare per scontato. Ma basta tornare a una connessione cablata per accorgersi della differenza.

Non sono tutti uguali

Non tutti gli adattatori sono uguali, ovviamente. Sul mercato ne esistono diversi, spesso con differenze minime ma decisive. I migliori sono quelli che offrono una connessione rapida e stabile, che non si disconnettono durante il viaggio e che non mostrano ritardi nell’audio o nei comandi vocali. Alcuni modelli sono addirittura aggiornabili via app e permettono perfino di regolare alcuni parametri della connessione.

L’installazione è generalmente plug & play: basta collegare il dispositivo alla presa USB della macchina, abbinare una prima volta lo smartphone, e il gioco è fatto. Da quel momento, ogni volta che si entra nell’abitacolo, il sistema si avvia in automatico. La compatibilità? In genere molto ampia, purché l’auto supporti Android Auto via cavo e lo smartphone abbia almeno Android 11 (o in alcuni casi Android 10, a seconda del produttore).

L’ergonomia è dalla sua

C’è poi un aspetto meno tecnico, ma non meno importante: l’ergonomia. In un tempo in cui gli interni delle auto tendono alla pulizia visiva e alla funzionalità, eliminare il cavo dal tunnel centrale o dal vano portaoggetti migliora l’estetica e riduce le distrazioni. Meno fili significa anche meno rischi per la sicurezza alla guida, specie se si è abituati a “pescare” il cavo mentre si è in movimento.

Resta il nodo del prezzo: alcuni adattatori costano poco più di 40 euro, altri sfiorano i 100. Ma il rapporto tra costo e vantaggi è, per molti, più che giustificato. Chi passa molte ore in auto, o semplicemente ama la praticità, trova nell’adattatore wireless un investimento che migliora davvero l’esperienza quotidiana.

In un’epoca in cui ogni dispositivo si aggiorna via etere e tutto si controlla dallo smartphone, era solo questione di tempo prima che anche Android Auto si liberasse dei fili. E il fatto che lo faccia senza interventi invasivi, ma con un accessorio che entra nel palmo di una mano, dice molto su dove sta andando la tecnologia dell’auto: verso soluzioni invisibili, intuitive, pensate per semplificare, non complicare.

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