Pneumatici vecchi, quando scadono e sono da sostituire

Conoscere l'età dei propri pneumatici è possibile, e anche piuttosto semplice, la guida completa per leggere la sigla che ne rivela la data di produzione

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Barbara Crimaudo

giornalista e automotive specialist

Laureata in editoria e giornalismo, ha trasformato la sua passione per le due e quattro ruote in lavoro, diventando tester editor e collaborando con importanti realtà editoriali italiane

Anche gli pneumatici invecchiano e la data di produzione delle gomme d’auto è uno dei parametri essenziali, che bisogna prendere in considerazione quando si sceglie un nuovo set. Soprattutto, ogni modello presente sul mercato ha la sua carta d’identità marchiata al lato dello pneumatico, che oltre a indicarci le caratteristiche c’informa anche della sua anzianità.

In particolare, la marcatura ci aiuta non sono a scegliere al meglio gli pneumatici per la nostra auto, ma anche a ottenere il massimo della performance in tutta sicurezza. I produttori hanno quindi adottato una sigla standard, che consente di verificare il luogo e la data di produzione degli pneumatici. Questa si trova riportata sul fianco di ogni esemplare: si tratta del codice DOT, l’acronimo che sta per Department of Transportation.

DOT, come leggere l’età degli pneumatici

Come dicevamo, il codice DOT si trova sul fianco di ogni pneumatico auto (leggi come conservarli), indica l’anno e la settimana di produzione delle gomme auto. A partire dal 2000 vengono usate quattro cifre che indicano la data di produzione: le prime due indicano la settimana e le ultime due l’anno di produzione. Ad esempio, la dicitura DOT AG codice BR9E 0324, indica che lo pneumatico è stato prodotto nella terza settimana del 2024.

Schematicamente possiamo riassumere così che cosa indica il codice DOT:

  • chi ha fatto le gomme;
  • il luogo dove sono state prodotte;
  • la garanzia che lo pneumatico sottoposto ai test e ai requisiti NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration), li abbia superati.

I numeri indicati dal codice DOT li troviamo nella maggior parte dei casi cerchiati in un ovale. Mentre, le lettere sono seguite da un minimo di otto ad un massimo di tredici lettere e/o numeri, questi indicano:

  • il luogo di produzione dello pneumatico;
  • la dimensione;
  • il codice del produttore;
  • la settimana e l’anno di produzione.

C’è molta attenzione nei confronti degli pneumatici, grazie anche all’introduzione della norma che obbliga gli automobilisti ad equipaggiare le vetture con degli pneumatici adatti alla stagione, quindi ad effettuare due cambi all’anno. Infine, segnaliamo che al mercato degli pneumatici nuovi si affianca quello dell’usato, dove c’è un’ampia scelta di prodotto selezionato con cura dai rivenditori autorizzati.

Perché gli pneumatici hanno una data di scadenza?

L’associazione europea dei produttori degli pneumatici (ETRTO) stabilisce che 36 mesi sono il periodo massimo per cui uno pneumatico può essere considerato pari al nuovo. Non esistono nella legge italiana delle prescrizioni specifiche che facciano riferimento esclusivamente all’età delle gomme, poiché la loro salute dipende dalle diverse caratteristiche del prodotto e da numerosi fattori.

Pertanto, rimane come riferimento di tutti i produttori europei la norma UNI 11061, la cosiddetta legge sul DOT, che definisce le corrette modalità di utilizzo, montaggio e conservazione degli pneumatici al fine di conservarne inalterate nel tempo le caratteristiche tecniche. Quindi uno pneumatico non ha quindi una “durata” vera e propria, né una data di scadenza: come ricorda Assogommala durata è principalmente influenzata dalle condizioni di utilizzo, ovvero la combinazione tra stile di guida e veicolo sul quale il pneumatico è montato”.

Alle condizioni d’uso vanno, poi, aggiunte le modalità di conservazione, specialmente nel caso di pneumatici fermi per qualche tempo – in magazzino o in garage. I fattori che incidono sulla conservazione sono: la temperatura, la luce, la posizione in cui vengono riposte le gomme non utilizzate possono avere effetti importanti sulla qualità del prodotto. In particolare, uno pneumatico conservato anche per pochi anni ma in condizioni non ottimali potrebbe risultare inutilizzabile. Al contrario, esistono delle buone pratiche che consentono di estendere la vita degli stessi.

Perché bisogna conoscere l’età dei propri pneumatici

Come stabilito dal Codice della Strada (aggiornato proprio quest’anno), gli pneumatici montati sui veicoli circolanti “devono essere in perfetta efficienza, privi di lesioni che possano compromettere la sicurezza”. Chi circola con gomme usurate può essere soggetto a una sanzione che può arrivare fino a 338 euro, con la decurtazione di due punti patente.

Ma è soprattutto per avere la sicurezza di viaggiare su un mezzo affidabile, reattivo e con una buona tenuta di strada che è importante tenere d’occhio lo stato d’usura delle gomme auto.
Un controllo periodico al battistrada, reso oggi ancora più semplice grazie all’inserimento di un tassello colorato, resta una buona abitudine – che siamo o meno in prossimità del periodico cambio gomme. La possibilità di conoscere l’età dello pneumatico significa poter disporre di ulteriori informazioni, che possono rivelarsi molto utili, specialmente nel caso dell’acquisto di un’auto d’epoca o di un mezzo che è stato fermo per molto tempo.

La corretta manutenzione da parte dell’automobilista

La buona regola suggerisce che gli pneumatici andrebbero controllati almeno una volta al mese. Effettuare un’ispezione regolare presso il gommista è particolarmente importante, specialmente quando uno pneumatico viene mantenuto a lungo in servizio. Soprattutto quando si sospetta o si riscontrano danni alle gomme auto, è necessario intervenire tempestivamente e farlo controllare onde evitare incidenti o fastidiosi stop.