GP Messico Fp2, Ferrari si conferma competitiva: mancano i dettagli

Il team di Maranello fa sul serio e porta in pista una SF-25 solida: servirà il fine tuning corretto per poter sognare

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 24 Ottobre 2025 21:42

Durante la prima sessione di prove libere Leclerc è partito forte. Buono il bilanciamento della monoposto italiana, sebbene manchino i riferimenti di Lewis Hamilton, in panchina per fare spazio al debutto di Antonio Fuoco. Saranno pertanto fondamentali i prossimi 60 minuti per capire dove collocare la SF-25, che sfiderà Verstappen, Norris e Russell, anch’essi al muretto nelle FP1.

Ferrari parte ancora forte

Charles aveva indicato le prove libere come percorso fondamentale per mettere in ordine la vettura italiana. Serviva centrare la perfetta messa a punto per ottimizzare il rendimento ed estrapolare il massimo potenziale dell’auto. Nella prima sgambata in pista, gli alfieri delle Rossa abbandonano la pitlane con gli pneumatici Medium. Leclerc non mette a segno il primo tentativo. Alza il piede nel T3. Stesso discorso per il compagno di squadra.

Notiamo comunque una certa aggressività sui cordoli, segno che c’è una buona fiducia sull’assetto meccanico della Rossa. L’asse anteriore si conferma buono nei tratti più guidati della pista, forse anche troppo, costringendo al volte i ferraristi ad aprire la traiettoria, mentre nelle parti della pista più rapida l’avantreno sembra faticare di più. Meglio Leclerc di Hamilton per il momento, avendo più fiducia nel mezzo.

In linea generale il setup sembra piuttosto centrato, considerando sempre i limiti della vettura italiana che, come sappiamo, non possono certo sparire. Il primo run termina con buone sensazioni, tenendo presente che il monegasco stacca il miglior tempo davanti alle due McLaren e alla Red Bull di Max Verstappen. Una pausa ai box dove gli alfieri della Rossa controllano la telemetria mentre in meccanici preparano la vettura per la prossima uscita.

Serve fine tuning per ottimizzare la SF-25

Una manciata di minuti e si riparte. In garage sono stati apportati alcuni ritocchi alla vettura, niente di rilevante, solo fine tuning. Questa volta le auto modenesi montano le coperture Soft, mentre la mappatura del propulsore viene impostata su Engine 1, per ottenere la massima potenza del motore a combustione interna. Il primo tentativo di Charles non è pulito, con diverse sbavature, tra cui quella in curva 13, dove la troppa rotazione lo rallenta.

Hamilton appare più scomposto sui cordoli e nello stadio arriva lungo, bloccando l’asse anteriore. Alza il piede e non completa il giro. Peccato, perché il secondo settore era molto competitivo, come lo stesso Adami sottolinea via radio. Si procede ora con un doppio giro per raffreddare le mescole. Charles riparte, ma non riesce a migliorare il suo crono, con una vettura che tende al sottosterzo nelle curve a velocità medie.

Resta da capire se il team riuscirà a tamponare questo fenomeno, perché sembra qualcosa che si possa sistemare. Persistono inoltre problemi di sovrasterzo in entrata nelle pieghe lente dello stadio. Anche qui è difficile avere certezze: potrebbero essere le gomme a non essere ancora nel range di temperatura ideale. Stesso discorso per Lewis, che segna un tempo, ma per ora non ha lo stesso feeling del compagno di squadra.

La Rossa va bene anche con tanta benzina

Per la terza sgambata arrivano le prove con tanto di carburante a bordo. Scende per primo in pista Leclerc, che aveva completato un giro in meno nel run precedente. Lo stint inizia con le Pirelli a banda gialla. Anche nelle prove high fuel si nota un leggero sottosterzo che penalizza la fase di accelerazione, un aspetto che andrà sicuramente corretto. Interessante osservare come di base venga richiesto un lift and coast di 150 metri.

Anche Lewis torna in pista con le Pirelli a banda gialla, per raccogliere dati utili sul ritmo con più carburante. Analizzando i tempi, si nota una buona costanza nei riscontri della numero 16: allineato a Verstappen nella prima metà dello stint, per poi alzarsi leggermente nella seconda parte. Stesso discorso per il britannico, che in questo contesto sembra più a suo agio rispetto al giro secco.

In totale, circa 14 tornate per Charles e una decina per Lewis. Pur non conoscendo i carichi di benzina degli avversari, sembra che anche sulla distanza dei 300 chilometri la Rossa possa risultare competitiva. Lo sarà ancora di più se il gruppo di lavoro diretto da Frederic Vasseur riuscirà a correggere e affinare ulteriormente la messa a punto, con l’obiettivo di estrapolare la massima performance da una buona SF-25.

In linea generale, il team sembra aver scelto di sacrificare qualcosa nel T3 per restare competitivo nel secondo settore sul giro secco, evitando di perdere troppo nel complesso del tracciato. Da segnalare anche il lavoro approfondito sul sistema frenante, tra brake balance e brake migration, per ottimizzare il comportamento della vettura nei punti di staccata più delicati. Una buona Ferrari, insomma, che sembra avere le carte in regola per dire la sua in Messico..

GP Messico, risultati Fp2

  • Max Verstappen (Red Bull)
  • Charles Leclerc (Ferrari)
  • Andrea Kimi Antonelli (Ferrari)
  • Lando Norris (McLaren)
  • Lewis Hamilton (Ferrari)
  • George Russell (Mercedes)
  • Yuki Tsunoda (Red Bull)
  • Fernando Alosno (Aston Martin)
  • Carlos Sainz (Aston Martin)
  • Lance Stroll (Aston Martin)

GP Singapore: resoconto Fp1

Una settimana di pausa e ancora F1, questa volta in Centro America per il weekend del Gran Premio del Messico. Ventesima tappa del mondiale, in cui Ferrari cercherà di mantenere alto il rendimento e dare continuità alle performance del Texas. Buone prospettive, perché la SF-25 potrebbe adattarsi bene al circuito. Per farlo servirà centrare la messa a punto, costruendo un setup mirato nelle tre prove libere a disposizione.

Ferrari studia l’assetto con le Hard

Le due Rosse scendono in pista. Hamilton non c’è, al suo posto Antonio Fuoco che debutta ufficialmente in F1. Il calabrese svolgerà un particolare programma come rookie e, proprio per tale ragione, ci concentreremo maggiormente su Charles, unico pilota che fornirà i primi feedback sulla bontà della SF-25 in versione messicana. Per il primo run, ecco gli pneumatici Hard, una mescola per testare al meglio l’equilibrio della vettura.

Prendendo in esame la numero 16, si notano immediatamente le difficoltà nel T2, dove, nelle curve veloci in rapida successione, c’è mancanza di carico rispetto a McLaren e Red Bull, esattamente quello che avevamo stimato in base alle caratteristiche della monoposto italiana. Il team deve lavorare su questo, cercando di limitare quanto più possibile il chiaro limite.

Dopo un paio di tentativi, il monegasco inizia a prendere confidenza con il secondo settore. Senza dubbio le Pirelli a banda Hard non hanno un grip eccezionale, ma, come detto, consentono di studiare l’equilibrio della Rossa. Prendendo in esame la SF-25, sembra che il bilanciamento di base sia abbastanza buono, sebbene si noti sempre e comunque una certa tendenza alla carenza di rotazione.

Va detto che gli onboard non stanno funzionando, quindi possiamo solamente farci un’idea osservando le Rosse dall’esterno. Conoscendo molto bene la maniera di lavorare della Ferrari, presumiamo che, in questa prima sgambata appena conclusa, siano arrivati diversi consigli per ottimizzare l’handling della monoposto. Parliamo dei punti di frenata e della maniera di affrontare le varie fasi della curva. Otto giri e le auto tornano ai box.

Ferrari soffre nel T2 ma non troppo

Per il secondo run è Antonio Fuoco a scendere per primo in pista, ancora con le mescole più dure. Nel suo caso si nota come, in alcuni giri, non abbia aperto il DRS, mossa utile per fornire dati interessanti al team riguardo la resistenza all’avanzamento. Va detto che, nella prima sgambata, le Rosse montavano i sedili 2026: un test interessante, anche considerando che la pausa ai box è durata più del previsto.

Anche Charles scende in pista e lo fa con le Pirelli cerchiate di rosso, dopo un ritocco al carico sull’asse anteriore per bilanciare il grip. Nel primo tentativo, Leclerc trova il massimo rendimento nel terzo settore, dove di fatto marca il miglior tempo. Anche in questo caso, però, un certo ritardo prestazionale si palesa nel T2, dove la Rossa non riesce a essere precisa quanto vorrebbe nella mera direzionalità con gli spostamenti di carico.

D’altra parte, le altezze da terra non ottimali creano un deficit di carico ormai conosciuto. Si nota infatti come il retrotreno non riesca a seguire l’anteriore al meglio, un qualcosa che era ampiamente preventivato e che, per il momento, “non delude” le aspettative. Due giri di cool down con passaggio in pitlane e Charles ci riprova. Malgrado il gap nella parte centrale della pista resti, la numero 16 si piazza al primo posto.

Ancora miglior tempo nel T3, dove la meccanica della SF-25 sta funzionando molto bene. D’altra parte, la fase di trazione della monoposto italiana è sempre parsa ottimale e, almeno per ora, sembra che in queste parti più lente ci siano tutte le condizioni per sfruttare al meglio questo tratto distintivo. Due tentativi e il ferrarista torna nel garage, dove osserva la telemetria in attesa di scendere nuovamente in pista.

Buona la prima, ma bisogna attendere i big

Quando mancano circa 13 minuti al termine della sessione, Charles è ancora in pista, tornando agli pneumatici Hard. Si procede dunque con un paio di tornate per simulare il passo gara con un certo quantitativo di carburante a bordo. Parliamo di soli tre giri con le gomme cerchiate di bianco, per poi proseguire il programma di lavoro con le Soft. Un piano obbligato, considerando la mancanza di riferimenti da parte di Lewis Hamilton.

Con tutte queste variabili, è inutile parlare di tempi in configurazione high fuel. Non è stato facile interpretare il comportamento della Rossa, con un solo pilota titolare e l’assenza degli onboard. Inoltre, va considerato che Verstappen e Norris non erano presenti, avendo lasciato spazio rispettivamente a Lindblad e O’Ward. Ciò nonostante, possiamo dire che nelle FP1 l’equilibrio generale appare migliore del previsto.

Per essere più chiari, il limite atteso non sembra così penalizzante, con il monegasco che, tutto sommato, è riuscito a gestire bene il compromesso tecnico. Tuttavia, sarà necessario attendere le FP2 per avere un quadro più definito, quando tutti i big scenderanno in pista e i riscontri saranno decisamente più attendibili, sia per quanto riguarda il giro secco che la simulazione del passo gara.

 

GP Messico, classifica Fp1:

  • Charles Leclerc (Ferrari)
  • Andrea Kimi Antonelli (Ferrari)
  • Nico Hulkenberg (Sauber)
  • Oscar Piastri (McLaren)
  • Gabriel Bortoleto (Sauber)
  • Arvin Lindblad (Red bull)
  • Esteban Ocon (Haas)
  • Yuki Tsunoda (Red Bull)
  • Franco Colapinto (Alpine)
  • Alexander Albon (Williams)