F1, GP Stati Uniti: un rodeo di velocità, dislivelli e strategie nel cuore del Texas

La F1 torna ad Austin per il GP degli Stati Uniti: un rodeo di velocità, dislivelli e strategie nel cuore del Texas, dove ogni curva profuma di leggenda

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Matteo Mattei

esperto di motorsport e automotive

Classe 1982, a Favalanciata cresce con pane e Max Biaggi. Ha collaborato con varie testate online spaziando tra Esports e motori. Il mio motto: ''Per aspera ad astra''.

Pubblicato: 15 Ottobre 2025 09:18

La F1 torna nel cuore pulsante del Texas per uno degli appuntamenti più iconici e spettacolari del calendario mondiale: il GP degli Stati Uniti sul celebre Circuit of the Americas di Austin. Inaugurato nel 2012, il COTA è riuscito in poco più di un decennio a ritagliarsi un posto speciale nel cuore di piloti e appassionati, diventando una tappa irrinunciabile del Mondiale. È un tracciato giovane ma già ricco di storia, dove la velocità incontra il paesaggio e ogni curva racconta qualcosa di nuovo. Anche quest’anno, in Texas, lo spettacolo avrà una marcia in più: il weekend si svolgerà nel formato Sprint, amplificando l’intensità e la spettacolarità di un evento che, ad Austin, non è mai solo una gara ma una vera celebrazione del motorsport.

Il Circuito

Austin non è solo una pista, è un racconto in movimento. Il suo circuito nasce con l’ambizione di essere un mosaico di circuiti storici, e qui si sente più che mai. Ogni curva è un omaggio, ma nessuna è una copia. L’asfalto texano con i suoi oltre 30°C aggiunge sempre qualcosa di suo, un tocco di brutalità e modernità che lo rende unico. Un circuito che ha tutto: velocità, tecnica, dislivello, spettacolo.

Settore 1

Il primo settore è il biglietto da visita del circuito, una salita di 41 metri che si erge subito dopo la griglia di partenza, una rampa che conduce alla Curva 1, cieca, ampia, imprevedibile. È uno dei momenti più iconici dell’intero mondiale, un punto dove le traiettorie si moltiplicano, dove si vince o si perde più di una posizione prima ancora di completare il primo chilometro. Da lì, il tracciato si tuffa in una sequenza di curve ispirate alla celebre Maggots-Becketts di Silverstone e al primo settore di Suzuka. Un’alternanza di destra e sinistra velocissimi che mettono a dura prova aerodinamica, bilanciamento e riflessi. È un settore che chiede coraggio ma anche disciplina, dove i migliori riescono a “danzare” tra le curve con la leggerezza di un filo di gas mai interrotto.

Settore 2

Il secondo settore è quello dove Austin si apre, respira, e lascia spazio alle velocità di punta. Il lungo rettilineo opposto, oltre 1 chilometro, arriva dopo una sequenza tecnica in cui il carico aerodinamico cede il passo alla potenza. È qui che i propulsori ibridi vengono messi a nudo, dove il DRS può regalare sorpassi al limite e dove, nel 2022, abbiamo visto battaglie da manuale tra Verstappen, Hamilton e Leclerc. Ma non è solo un tratto di motore e ali scariche. È una sezione di ritmo e chi arriva troppo aggressivo dalle curve precedenti rischia di compromettere la stabilità in frenata. La Curva 12, alla fine del rettilineo, è una delle staccate più spettacolari del mondiale. Qui il margine d’errore è quasi nullo, basta un metro per trasformare un attacco in un lungo. La superficie, parzialmente asfaltata nel 2023, oggi è più liscia e meno ondulata rispetto al passato. Uno dei motivi per cui Austin, negli anni, è diventato un tracciato amato dai piloti ma temuto dagli ingegneri.

Settore 3

Dopo la potenza, torna la precisione. Il terzo settore del COTA è una sequenza tortuosa, tecnica, fatta di curve medio lente e di cambi di direzione da manuale. Qui il riferimento non è più Silverstone, ma Hockenheim e Istanbul, circuiti dove l’equilibrio è tutto. È la parte in cui le gomme iniziano a chiedere pietà, in cui il tempo perso non si recupera più. La Curva 15, una doppia sinistra in contropendenza, è un piccolo capolavoro ingegneristico, attira verso l’interno per poi respingere i piloti fuori come una fionda. Le ultime Curve 19 e 20, sono un omaggio alla modernità della F1, ampie con vie di fuga generose, capaci di punire chi osa troppo. È qui che, spesso, si decide il giro in qualifica e molto spesso la gara.

Numeri

Il Circuit of the Americas è lungo 5,513 chilometri, percorso 56 volte in gara, in senso antiorario. Il secondo tracciato con più curve dopo Baku, ce ne sono 20. Dalla sua inaugurazione, ha ospitato 12 edizioni del GP degli Stati Uniti, diventando la sede più longeva della F1 moderna sul suolo americano. Ma la storia della gara a stelle e strisce ha radici molto più lontane: Sebring (1959), Riverside (1960), Watkins Glen (1961-1980), Detroit, Phoenix, Indianapolis, Dallas, Miami e ora anche Las Vegas ne hanno scritto capitoli diversi. Austin, però, è riuscita dove molti hanno fallito: costruire un legame autentico con il pubblico americano. Quella del 2025 sarà il round 19 della stagione, la seconda delle 3 gare americane in calendario.

Curiosità

In Texas, la F1 non è solo un evento sportivo, ma un festival di cultura pop e passione motoristica. I 400 mila spettatori del weekend 2023 sono un record non casuale. L’esperienza del COTA unisce musica, show, e l’essenza stessa del motorsport. Per il terzo anno consecutivo, Austin ospiterà un weekend di F1 Sprint, con il formato che tornerà in calendario per la prima volta post shutdown. Inoltre, il GP 2025 sarà il 500esimo GP per Mercedes-Benz come Safety Car ufficiale dopo la prima nel GP del Belgio 1996.

Memoria

Tra i protagonisti di questa pista c’è senza dubbio Lewis Hamilton, re di Austin con 5 vittorie più 1 a Indianapolis da rookie e 4 pole position. Qui ha conquistato 2 titoli mondiali, nel 2015 e nel 2019, cementando il suo legame con il Texas.
La Ferrari, dal canto suo, è la scuderia più vincente nella storia del GP degli Stati Uniti: 11 successi totali, di cui 4 proprio su questo asfalto. Nel 2024 la Scuderia di Maranello ha dominato con una doppietta, Charles Leclerc precedette Carlos Sainz con un vantaggio abbondante su Max Verstappen. Pista favorevole anche alla Mercedes dove ha trionfato 5 volte, dal 2014 al 2017 con Hamilton e nel 2019 con Bottas.

Il futuro del COTA

Austin continua a guardare avanti, senza mai accontentarsi. Dopo i lavori di riasfaltatura e di rinforzo del terreno completati nel 2023 per limitare le ondulazioni, il 2024 ha portato con sé un nuovo passo evolutivo e un ulteriore ammodernamento delle strutture, pensato per rendere il Circuit of the Americas un vero punto di riferimento permanente per il motorsport, la musica e l’innovazione tecnologica. Ma il futuro di Austin non si misura soltanto con i numeri o con i progetti architettonici. Vive piuttosto nel suo spirito, in quell’energia che attraversa ogni curva e che racconta la storia di un sogno americano diventato realtà.

C’è qualcosa di unico nell’atmosfera del COTA: l’aria del Texas, densa di libertà e di rumore, di sole e di frontiera, sembra fondersi con il battito dei motori. È come se la F1, qui, parlasse un linguaggio diverso, più viscerale, più autentico. E quando il semaforo si spegne, ogni pilota sa che per vincere ad Austin non basta spingere a fondo. Bisogna entrare in sintonia con il circuito, capirne l’anima, lasciarsi guidare dal suo ritmo. Perché Austin, più che una pista da percorrere, è un’esperienza da vivere.