Michael Schumacher, le ultime sulla sua salute: parla un neurologo

Da quando il terribile incidente sugli sci gli ha sconvolto la vita, su Michael Schumacher è piombato il massimo silenzio: un neurologo cancella le speranze

Pubblicato: 21 Settembre 2020 12:12Aggiornato: 4 Agosto 2024 21:48

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Sulle condizioni attuali di Michael Schumacher è calato il silenzio totale. Dall’incidente sulle Alpi francesi la famiglia del leggendario pilota gli ha fatto scudo, proteggendone l’immagine a ogni modo. Eppure, la voglia di saperne di più dei fan e dei semplici curiosi rimane molto alta. Ha provato a fornire un quadro attendibile Erich Riederer, neurologo svizzero, nel documentario Michael Schumacher: Alla ricerca della verità, andato in onda su TMC France, emittente francese.

L’opinione sa di condanna: Penso che sia in uno stato vegetativo, il che significa che è sveglio ma non risponde. Respira, il suo cuore batte, può probabilmente mettersi seduto e fare piccoli passi con un aiuto, ma non di più. Penso che questo, per lui, sia lo scenario migliore. C’è qualche probabilità di vederlo com’era prima dell’incidente? Non credo proprio. I neurochirurghi dicono sempre ‘il tempo è cervello’, il che significa che devi agire subito. Secondo me, hanno aspettato troppo a lungo prima che il cervello si spegnesse. Se lasci passare troppo tempo, farai distruggere le sostanze cerebrali”.

La famiglia fa quadrato attorno a lui

Nel mentre, le persone vicine a Michael Schumacher evitano di fare chiarezza sullo stato di salute del pilota. “Viviamo insieme a casa. È in cura. Michael manca a tutti. Ma Michael c’è. È diverso, ma c’è”, ha spiegato la moglie Corinna davanti alle telecamere nel documentario pubblicato su Netflix. La storica compagna ha, inoltre, risposto con una lettera scritta a mano al musicista tedesco Sascha Herchenbach, autore di una canzone sul marito intitolata ‘Born to Fight’, ossia ‘nato per combattere’.

“Vorrei ringraziarti sinceramente per il tuo messaggio e il bel regalo che ci aiuterà in questo momento difficile – recita il messaggio -. È bello ricevere così tanti auguri gentili e parole piene di buone intenzioni, che sono di grande supporto per la nostra famiglia. Sappiamo tutti che Michael è un guerriero e non mollerà”.

Se la donna è avara di particolari, i figli, Mick e Gina Maria, lo sono ancora di più. Entrambi dei bravi sportivi (lui corre come il papà, lei ha ereditato la passione del reining della madre), preferiscono mantenere il massimo riserbo sul celebre padre. L’esperienza personale ha confermato quanto sia importante la discrezione, essendo stati ricattati da persone senza scrupoli, disposte a sporcarsi le mani pur di speculare sulle sventure altrui.

Nelle scorse settimane due malintenzionati (che poi si sono scoperti essere padre e figlio) sono finiti agli arresti per aver minacciato gli Schumacher di pubblicare presunti file compromettenti sulla darknet. Puntavano a estorcere una somma milionaria, ma le Forze dell’Ordine sono riusciti a catturarli.

Conto salato

Nel corso degli ultimi dieci anni, Corinna avrebbe speso circa 70 milioni di euro in cure mediche.  Trasferitasi insieme al marito sull’isola di Maiorca, in Spagna, ha realizzato un ospedale privato all’interno della stessa abitazione, una scelta di cuore, che fa sentire il proprio contraccolpo sul piano economico. I risparmi vengono ora gestiti da società di consulenza specializzate, che hanno convinto Corinna a vendere i beni superflui.

Qualche mese fa ha messo, ad esempio, all’asta alcuni orologi di Michael Schumacher, raccogliendo una cifra complessiva superiore alle previsioni. L’affetto non è mai, infatti, mai venuto a mancare, semmai il drammatico evento ha reso il fuoriclasse del motorsport una figura ancora più amata, provando una viscerale empatia nei suoi confronti.

Tra le poche persone autorizzate a vederlo c’è Jean Todt, amico del tedesco, con cui ha condiviso numerosi successi memorabili durante il periodo in Ferrari. In un’intervista all’Equipe, l’ex team principal del Cavallino Rampante ha dichiarato: “Se Michael mi manca? No, non posso dire che mi manca. Ho condiviso con lui molti momenti e sono onorato di poterlo fare ancora. Non mi manca perché lui, alla fine, c’è. Non è il Michael di prima, quello che tutti ricordano ai tempi della F1. Oggi è diverso ed è magnificamente sostenuto da sua moglie e dai suoi figli che lo proteggono. La sua vita è diversa e ho il privilegio di poter condividere alcuni momenti insieme a lui. Questo è tutto quello che c’è da dire”.