Cartello europeo pneumatici: l’Antitrust indaga

I più importanti costruttori nel campo degli pneumatici sono nel mirino dei controlli dell'Antitrust, per il rischio di cartello e pratiche restrittive

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Tommaso Giacomelli

GIORNALISTA AUTOMOTIVE

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Si affaccia sulla scena una nuova nuvola, intensa e grigia, carica di pioggia. A suonare l’allarme per il pericolo è l’Antitrust europeo, che ha messo nel mirino il mercato degli pneumatici, sospettando che ci possano essere una sorta di “cartello” e delle “pratiche commerciali restrittive” della concorrenza tra i giganti dell’industria dei battistrada, con il target unico e finale di fissare e sostenere in modo artificiale i prezzi.

Una beffa che ovviamente si ripercuoterebbe sugli ignari automobilisti, vessati sempre più da costi senza freno. La Commissione Ue, in una nota, ha dichiarato di aver avviato ispezioni a sorpresa presso le sedi di diverse aziende in vari Paesi dell’Unione.

Pneumatici nel mirino

I prodotti che sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli accertamenti sono pneumatici per auto, furgoni, camion e autobus venduti e commercializzati all’interno dello territorio economico europeo. “La Commissione – si legge nella nota – teme che sia stato messo in atto un coordinamento sui prezzi tra le società ispezionate, anche attraverso comunicazioni pubbliche“.

Le reazioni della Borsa

Non si sono fatte attendere le spontanee reazioni dei mercati. In Borsa i titoli del settore, che in caso di intese restrittive della concorrenza rischiano multe salatissime, fino al 10% del fatturato globale, sono crollati non in modo verticale, ma hanno ceduto il passo. Osservando il quadro generale, in una seduta positiva per le Borse europee, Continental ha ceduto il 2,1% e Nokian il 4,4% mentre Pirelli e Michelin, arrivate a perdere fino al 4%, hanno limitato i cali nel finale di seduta, chiudendo in ribasso, rispettivamente, dello 0,7% e dello 0,8%. Stessa cosa al di là dell’oceano, infatti a Wall Street Goodyear cede oltre il 2%.

Nel confermare la correttezza del proprio operato e di aver sempre agito nel totale rispetto di tutte le norme e i regolamenti” Pirelli “sta garantendo pieno supporto all’Autorità nell’ambito degli accertamenti in corso“, ha dichiarato un portavoce della Bicocca. La Commissione ha ricordato che “le ispezioni senza preavviso costituiscono una fase investigativa preliminare in caso di sospette pratiche anticoncorrenziali. Il fatto che la Commissione svolga tali controlli non significa che le imprese sono colpevoli di comportamenti anticoncorrenziali, né anticipa il giudizio sull’esito dell’indagine stessa“.

Un possibile danno di immagine

Seguiranno certamente degli aggiornamenti nelle prossime settimane, per capire come possa evolversi questa situazione. I colossi interpellati sono delle vere autorità del settore, basti pensare a Michelin che in Italia ha un impianto produttivo da oltre 60 anni, o a Pirelli che come fornitore esclusivo della F1 nel 2023 ha raggiunto un sacco di record. Qualora venisse appurata e confermata l’esistenza di un cartello sarebbe un grosso danno, non solo per le conseguenze economiche, ma anche di immagine.