Stop veicoli termici dal 2035, Mercedes si dimostra controcorrente

Dal 2035 in Europa non potranno più essere immatricolati veicoli a benzina e diesel, Mercedes esprime il suo parere positivo sulla decisione dell'Unione Europea

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 28 Febbraio 2023 12:31Aggiornato: 14 Luglio 2024 23:09

Parliamo ancora una volta di transizione ecologica e di una delle decisioni più discusse delle ultime settimane, ovvero l’approvazione da parte dell’Unione Europea allo stop ai veicoli termici a partire dal 2035, oltre alle nuove normative Euro 7 previste dal 2025.

Nei giorni scorsi è stata presentata la nuova Smart EQ ForTwo Racingred, e proprio in quell’occasione la Casa della Stella ha deciso di esporsi, dichiarando di essere assolutamente d’accordo con la nuova decisione di bloccare le immatricolazioni di auto con motore termico a partire dal 2035 in Europa.

Sì alla transizione energetica

Mercedes oggi vanta, oltre alla Smart EQ, nove modelli elettrici in gamma, e questo mostra la volontà di procedere senza sosta in questa transizione energetica in atto. A partire dal 2030 il marchio ha deciso che offrirà sul mercato solo ed esclusivamente auto elettriche. La verità è che già dal 2025 tutte le nuove architetture per i veicoli del brand saranno puramente elettriche, oppure daranno la possibilità di realizzare auto ibride o plug-in hybrid.

La decisione presa da Mercedes quindi è ben chiara, la Casa della Stella non ha assolutamente timore della transizione ecologica, anzi. E questo è perfettamente in linea con l’aumento delle vendite di vetture elettriche nei principali mercati europei e nel Regno Unito nel 2022. Solo l’Italia sembra non essere pronta a una mobilità 100% elettrica, visto che è stato l’unico Paese che lo scorso anno ha segnato un calo delle immatricolazioni di mezzi a zero emissioni pari al -27%.

Mercedes si dichiara quindi d’accordo con la mobilità puramente elettrica, ma spera che il nostro Paese si prepari a questa transizione e che vengano quindi adottate anche in Italia nuove soluzioni per tutti gli automobilisti che ancora non sono pronti ad accettare di comprare un’auto elettrica, sia per i costi troppo alti, sia per la scarsità di colonnine di ricarica, sia perché non hanno un box privato e parcheggiano in strada, quindi non hanno la possibilità di ricaricare la loro vettura elettrica a casa. Si potrebbe prendere come esempio quello che ha fatto la città di Berlino, che oggi consente di usare i lampioni per la luce come fonte di ricarica per i veicoli EV.

Chi non è d’accordo con la transizione energetica

Il tema della transizione energetica è tra quelli più trattati negli ultimi tempi. Proprio nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di constatare quanto per gli italiani i veicoli elettrici siano ancora troppo costosi, e sappiamo che ci sono ancora parecchi limiti legati all’autonomia limitata e alla carenza di colonnine per la ricarica. Altro argomento “caldo” è quello legato alle normative Euro 7. Carlos Tavares, come anche Thomas Schäfer, CEO di Volkswagen, e Luca de Meo, CEO di Renault, pensano che le nuove regole sulle emissioni siano troppo rigide, “perché troppo costose e non porteranno benefici per ambiente e salute”.

Ma tornando all’argomento “mobilità 100% elettrica dal 2035”, Mercedes è controcorrente perché – proprio nelle scorse ore – abbiamo visto quanto i principali brand del settore automotive, primo su tutti il Gruppo Stellantis, siano in disaccordo con le decisioni dell’UE. Il CEO Carlos Tavares ha dichiarato: Senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media. Dove ci sono gli incentivi le vendite crescono, dove cessano calano, come avvenuto in Germania. La sfida è quanto velocemente si riuscirà a ridurre i costi per venderle anche senza sussidi”.

Secondo il manager di Stellantis, la decisione di trasformare la mobilità al 100% elettrica non è stata presa dai costruttori ma da governi eletti attraverso un processo democratico. Detto questo, noi abbiamo la responsabilità di fornire soluzioni semplici, sicure e pulite per garantire libertà di mobilità ai nostri cittadini. C’è una sfida molto significativa sui costi, succede quando si iniziano a sviluppare nuove tecnologie: i costi aggiuntivi devono essere assorbiti in qualche modo”.