Torna la “truffa del pongo” alle auto: come funziona

Purtroppo, torna di prepotenza la famigerata truffa del pongo, che ha già spillato diverse centinaia di euro ai malcapitati di turno, ignari del losco piano

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 2 Marzo 2021 11:25Aggiornato: 25 Giugno 2024 19:30

Torna la “truffa del pongo” alle auto, che altri chiamano anche “truffa dello specchietto” (dipende un po’ da come viene organizzata). Purtroppo si tratta di episodi ben familiari alle vittime di turno: i malviventi intenti a spillare soldi con questi trucchetti sono attivi da anni nelle nostre città.

La Polizia locale ha segnalato di recente nuovi episodi in cui i furbetti cercano di truffare gli automobilisti meno fortunati e più ingenui. Di cosa stiamo parlando? Di recente sono state segnalate più truffe del genere in Italia, come già avveniva alcuni anni fa. Come si svolgono? Meglio conoscere nei minimi particolari il losco piano dei delinquenti, pronti ad approfittare dell’ingenuità dei conducenti senza nessun tipo di scrupolo.

Come si sviluppa

Mentre l’automobilista preso di mira transita a bordo della sua macchina, lo segue un’altra vettura che vuole a tutti costi farlo fermare. C’è chi, preso dal panico, scappa impaurito. Ma anche chi invece si lascia convincere, accosta e scende dall’auto. In cosa consiste il grande raggiro? I truffatori fanno credere alla vittima di aver urtato un’altra macchina e di aver causato quindi un danno che, pur essendo contenuto, viene mostrato all’ignaro conducente.

I “furbetti” infatti lanciano delle palline di pongo (da qui il nome dato a questa tipologia di truffa) oppure dei sassolini sulla macchina, simulando un danno proveniente dall’urto tra due veicoli. Chiaramente arrivano preparati, mostrando graffi e bolli già presenti sulla carrozzeria o allo specchietto.

La vittima crede di aver toccato veramente l’altro mezzo e, quindi, si ferma per stabilire cosa sia successo. In quel momento scatta la truffa, i malviventi chiedono il risarcimento del danno, facendo credere di essere clementi, di non voler “mettere in mezzo” assicurazione o Polizia. Sembra strano, ma purtroppo in molti ci cascano e consegnano il denaro in contanti, per non avere rogne.

Sono sufficienti pochi secondi

Colti dall’ansia, perdono la lucidità e si lasciano abbindolare dagli ‘incantatori di serpenti’. Soltanto a sentir parlare, a maggior ragione delle polizze Rc Auto da corrispondere alle compagnie, scoppia la testa. Per via dell’inflazione vien complicato sostenere le spese quotidiane e vedersi retrocessi nella classe di merito innesca un enorme disagio. I modi decisi e risoluti dei truffatori spingono a credere sulla parola, senza prestare troppa attenzione alle modalità sospette. La fregatura avviene nel giro di pochi secondi, e quando si torna in sé i ladri hanno tagliato da tempo la corda.

Nadia Ghiringhelli, comandante in carica della Polizia locale di Vedano Olona, paese in cui si sono verificati diversi episodi, ha lanciato un monito all’intera comunità: “Purtroppo i truffatori sono molto abili e in tanti ci cascano. Quello che non ci stanchiamo di ripetere è di non pagare mai, nemmeno se l’incidente potrebbe essere plausibile. Deve scattare immediatamente un meccanismo di sospetto, quasi sempre legittimo, e allora l’unica cosa da fare è chiamare la Polizia locale, o i Carabinieri. Spesso basta anche manifestare la volontà di chiamare o fare finta di telefonare. Se è una truffa il malintenzionato quasi sempre desiste e con una scusa si allontana”.