Negli ultimi anni, l’Italia si è avviata verso la transizione ecologica, tanto promossa dalle istituzioni europee. I progressi compiuti sul fronte della ricarica, uno snodo cruciale per supportare le produzioni green, sono evidenti: lo attesta la forza dei numeri. Attualmente, si contano oltre 260.000 auto elettriche lungo le strade italiane e più di 60.000 stazioni di “rifornimento”. La rete delle colonnine costituisce uno dei pilastri del cambiamento in atto, ma la strada ancora da percorrere non è poca. Servirà l’impegno in sinergia dei player di settore, nessuno escluso.
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La distribuzione
Nonostante i passi avanti, la distribuzione delle colonnine rimane disomogenea. La prevalenza (quasi sei su dieci) si trova al Nord. Il Centro e il Sud, con rispettivamente il 20% e il 22% delle postazioni, mostrano margini di crescita significativi, soprattutto in un’ottica di sviluppo. Scendendo nel merito delle singole regioni, il cuore pulsante resta la Lombardia, dove sono stati installati quasi 12.000 punti di rifornimento. Seguono Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. A livello di città, predomina con ampio margine Roma, forte di quasi 5.000 punti, davanti a Milano, Napoli, Torino e Brescia.
Non tutte le stazioni di ricarica sono uguali. L’80% utilizza corrente alternata (AC), che consente un processo più lento, ideale in scenari urbani o soste prolungate. La parte rimanente funziona, invece, in corrente continua (DC), progettata per tempi di approvvigionamento rapidi, spesso collocata in aree strategiche quali autostrade o stazioni di servizio principali. Nella fattispecie, circa 8.500 postazioni hanno una capacità compresa tra 50 e 149 kW, mentre oltre 3.500 superano i 150 kW, permettendo di ridurre ulteriormente i tempi di fermata.
La rete autostradale ha registrato un rafforzamento ragguardevole: dalle poco più di 300 stazioni nel 2022 ha ‘sfondato il muro’ dei 1.050 nel settembre 2023. Di queste, la maggioranza assicura potenze elevate, affinché i viaggiatori abbiano modo di riprendere la marcia in intervalli piuttosto contenuti, nel segno dell’efficienza.
Punto di partenza decisivo
A ogni modo, permangono delle sfide. Il 17,8% di colonnine già installate non è ancora operativo, rallentato da lungaggini burocratiche e ritardi nelle connessioni alla rete elettrica. “La crescita dell’infrastruttura è un’ottima notizia per il Sistema Paese – dichiara Fabio Pressi, presidente di Motus-E -. Decisivo adesso il coordinamento tra Istituzioni e industria per non perdere i fondi del PNRR”.
Secondo Pressi l’ampliamento dell’infrastruttura di ricarica “denota il grande impegno degli operatori per dotare l’Italia di un’infrastruttura altamente strategica, essenziale per non perdere il contatto con gli altri grandi Paesi europei, nonostante il ritardo accumulato in termini di parco circolante elettrico.
In un contesto in profonda evoluzione in cui l’industria ha più che mai bisogno di certezze per pianificare gli investimenti la rete di ricarica rappresenta un punto di partenza decisivo, a cui auspichiamo vengano affiancati quanto prima gli incentivi programmatici alla domanda di veicoli preannunciati dal Mimit nel Tavolo Automotive di agosto”.
Tuttavia, “le criticità pratiche nell’utilizzo dei fondi PNRR – sottolinea Pressi -rischiano di vanificare l’enorme potenziale di uno strumento in grado di moltiplicare le colonnine super veloci sul territorio italiano, specialmente al Sud e nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, dove è indispensabile lavorare sulla capillarità della rete”.