Omicidio Alessandro Venier a Gemona, la madre svela che aveva l'insulina in casa da 5 anni "per suicidarmi"
La madre di Alessandro Venier svela che conservava insulina da 5 anni per uccidersi, l’ha usata per l'omicidio del figlio dopo il sonnifero
Durante l’udienza di convalida dell’arresto del 5 agosto davanti al Gip del Tribunale di Udine, la madre di Alessandro Venier ha scioccato con dettagli agghiaccianti sull’omicidio del figlio. Lorena Venier, infermiera di 61 anni, ha confessato di aver somministrato al figlio insulina per ucciderlo, spiegando: “Ce l’avevo in casa da circa 5 anni, perché avevo deciso di suicidarmi”.
- Omicidio Venier, la confessione sull'insulina
- La morte di Alessandro e l'occultamento del cadavere
- Di cosa sono accusate le due donne
Omicidio Venier, la confessione sull’insulina
Come riporta ANSA, il piano era inizialmente quello di farlo addormentare: la donna ha versato un intero blister di sonniferi nella limonata.
Ma il collasso non sarebbe stato sufficiente, così ha iniettato due dosi di insulina (farmaco per l’iperglicemia ritirato dal suo ambulatorio) per accelerare il decesso.
ANSA
La casa di Gemona in cui viveva Alessandro Venier
Nonostante la sedazione farmacologica, Alessandro avrebbe continuato a reagire.
“Lo abbiamo stordito alle 17.30, ma è morto solo verso le 23”, ha raccontato la madre. Il piano finale prevedeva anche un tentativo di soffocamento con un cuscino, ma l’uomo opponeva resistenza fino allo sfinimento.
La morte di Alessandro e l’occultamento del cadavere
La madre ha ammesso che il sezionamento del cadavere non faceva parte del piano originario: quando si resero conto che il corpo non entrava nel bidone previsto per la decomposizione, ha agito da sola.
Con un seghetto ha diviso il corpo in tre parti, poi la compagna della vittima, Mailyn Castro Monsalvo, ha trasportato i frammenti in autorimessa e li ha coperti di calce viva.
Mailyn, che secondo la suocera aveva chiesto più volte la morte di Alessandro durante un periodo di depressione post-partum, è ora sotto custodia in un istituto carcerario a Venezia.
Non ha rilasciato dichiarazioni utilizzabili in sede giudiziaria.
Di cosa sono accusate le due donne
Dalla confessione emergono retroscena di violenze, insulti e minacce. La donna sostiene che Mailyn era stata più volte minacciata: “Quando ho deciso di denunciarlo mi ha tirato un pugno alla schiena”, ha detto.
Il piano sfruttava anche il trasferimento imminente di Alessandro in Colombia, luogo dove la coppia credeva sarebbe stato irreperibile.
La madre ha sottolineato che l’obiettivo era eliminare qualsiasi sospetto: “Se Alessandro fosse sparito, nessuno si sarebbe preoccupato. Avremmo raccontato solo cose belle su di lui alla bambina quando sarebbe cresciuta”.
L’udienza ha confermato la gravità delle accuse: omicidio aggravato, vilipendio di cadavere e occultamento. Le parole di Lorena Venier sono state annotate nei verbali, anche se alcune non saranno ammissibili in aula per mancanza di legale.
