Omicidio di Piersanti Mattarella a Palermo, nuovi accertamenti su un'impronta dopo 45 anni
Svolta nelle indagini dopo 45 anni dall'omicidio di Piersanti Mattarella: la Procura di Palermo indaga su un'impronta fino ad oggi considerata inutilizzabile
A 45 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella, la Procura di Palermo sta indagando nuovamente e potrebbe aver individuato gli esecutori materiali: Antonio Madonia e Giuseppe Lucchese. All’epoca dei fatti, sulla Fiat 127 usata dai killer venne rilevata un’impronta inutilizzabile. Le nuove tecnologie permetteranno di stabilire se la traccia è compatibile con i DNA di Madonia e Lucchese.
- Omicidio Piersanti Mattarella: possibile svolta dopo 45 anni
- La Procura di Palermo indaga su un’impronta
- Le comparazioni e le analisi del DNA
Omicidio Piersanti Mattarella: possibile svolta dopo 45 anni
Nuova svolta nelle indagini, dopo 45 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella. La Procura di Palermo sta indagando su un’impronta e su una nuova ricostruzione della vicenda.
Secondo quanto riportato da LiveSicilia, la nuova ricostruzione ad opera del Procuratore De Lucia, in collaborazione con l’aggiunto Sabella e il sostituto Dessì, sarebbe stato Antonio Madonia a sparare a Mattarella. Madonia è noto per essere il figlio del boss Francesco, a capo di una delle più potenti famiglie siciliane.
Fonte foto: ANSA
L’auto usata per l’agguato di via Libertà (Palermo), nel corso del quale è stato ucciso Piersanti Mattarella il 6 gennaio 1980
Inoltre, a guidare l’auto, la Fiat 127 utilizzata per fuggire dal luogo del delitto, sarebbe stato Giuseppe Lucchese.
La Procura di Palermo indaga su un’impronta
Le indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella hanno ripreso avvio grazie al ritrovamento di una nuova impronta proprio sulla 127 utilizzata da Madonia e Lucchese per scappare.
Si tratta di una vera e propria svolta perché, per l’omicidio, vennero condannati solamente i mandanti: i boss Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.
Gli esecutori materiali, fino ad ora, non sono stati individuati.
L’indagine è stata riaperta ufficialmente nel 2018 dalla Procura di Palermo
Le comparazioni e le analisi del DNA
L’impronta che la Procura di Palermo sta attualmente analizzando era già stata rilevata subito dopo l’omicidio di Piersanti Mattarella. Tuttavia, le tecnologie dell’epoca non avevano restituito alcun risultato utile per individuare i killer.
Grazie al progresso tecnologico, gli investigatori potranno effettuare delle comparazioni e comprendere se l’impronta sia o meno compatibile con il DNA di Madonia e Lucchese.
