Processo a Weinstein, annullato quello per l'accusa di stupro dopo il caso di bullismo in giuria: il caso

Bullismo in giuria: annullato il processo per stupro contro Weinstein. Restano la condanna per aggressione sessuale e l’assoluzione su un altro capo

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Nuova svolta nel caso giudiziario che coinvolge Harvey Weinstein: il processo per stupro è stato annullato dopo che il presidente della giuria ha denunciato episodi di bullismo tra i giurati. La decisione del giudice Curtis Farber è arrivata dopo una settimana turbolenta, segnata da deliberazioni tese, litigi, minacce e urla all’interno della camera di consiglio.

Weinstein e il nulla di fatto sullo stupro

Il procedimento, uno dei momenti chiave della stagione giudiziaria post-#MeToo, si è così chiuso con un verdetto parziale.

Weinstein, 73 anni, giovedì 12 giugno è stato dichiarato colpevole per aggressione sessuale nei confronti dell’ex assistente Miriam Haley, ma è stato assolto da un altro capo d’imputazione e non è stata raggiunta una decisione sull’accusa di stupro mossa da Jessica Mann, ex assistente e attrice con cui aveva avuto anche una relazione consensuale.

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Harvey Weinstein in tribunale il 12 giugno

Bullismo tra i giurati: giudice costretto all’annullamento

Il punto di rottura è arrivato quando il presidente della giuria ha riferito al giudice di non sentirsi più in grado di deliberare, lamentando pressioni e comportamenti aggressivi da parte di un altro giurato.

Di fronte a un clima divenuto ingestibile, Farber ha sospeso i lavori e ordinato il reset delle deliberazioni sull’ultima accusa pendente: quella per stupro, che coinvolge Jessica Mann.

L’ex boss di Miramax ha preso la parola in aula per protestare: “È la mia vita in gioco, questo non è giusto”. Ma solo dopo ulteriori tensioni, il giudice ha optato per l’annullamento di quella parte del processo.

Dal primo processo alla nuova imputazione

Weinstein era già stato condannato nel 2020 a 23 anni per stupro e violenza sessuale. Quella sentenza era stata però annullata nel 2023 dalla Corte d’Appello di New York per un vizio di forma: il giudice del primo processo aveva ammesso testimonianze non pertinenti alle accuse formalizzate.

Il nuovo processo, appena concluso, si basava sulle testimonianze di tre donne: Miriam Haley, Kaja Sokola, modella polacca, e la già citata Jessica Mann.

La giuria ha ritenuto credibile solo la testimonianza di Haley, assolvendo l’ex produttore per quanto dichiarato dalla Sokola.

Weinstein resta in carcere

Nonostante l’esito parziale del processo di New York, Weinstein resterà in prigione: sta già scontando una condanna a 16 anni inflitta a Los Angeles nel 2022, anch’essa per reati sessuali.

I suoi legali hanno fatto appello contro quella sentenza, ma l’ex magnate del cinema non è per ora vicino a una scarcerazione.

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