Sinistra viola silenzio elettorale per il Referendum, critiche per l'invito al voto alla manifestazione ProPal
I partiti di maggioranza e quelli di centro hanno criticato duramente l'appello al voto al referendum dalla manifestazione proPal, parlando di rottura del silenzio elettorale
L’appello al voto al referendum lanciato dal palco della manifestazione pro Palestina delle opposizioni ha causato la reazione della maggioranza, che ha accusato i partiti di sinistra di aver violato il silenzio elettorale. Critiche anche all’ex segretario del Pd Bersani per aver indossato un cappello del comitato promotore del Sì. Anche Calenda ha accusato i partecipanti alla manifestazione.
Critiche per l’appello al voto
I partiti che hanno partecipato alla manifestazione pro Palestina di Roma il 7 giugno, tra cui Pd, M5S e Avs, hanno lanciato un appello al voto al referendum dell’8 e 9 giugno dal palco dell’evento.
Le forze di maggioranza e quelle di opposizione che non hanno partecipato alla manifestazione, i due partiti centristi Italia Viva e Azione, hanno criticato duramente la scelta, parlando di violazione del silenzio elettorale.
Fonte foto: ANSA
“Come avevamo ampiamente sospettato, la manifestazione della sinistra su Gaza era uno strumento per fare campagna sui referendum nel giorno di pausa e di riflessione prima del voto” ha dichiarato il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan.
Polemiche sul cappello di Bersani
Polemiche anche per un cappello indossato dall’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani durante il corteo, che riportava la scritta “Referendum, io voto Sì”.
“Bersani che si fa intervistare al corteo per Gaza agghindato col cappello che invita a votare ‘Sì’ ai referendum di domani, è una schifezza morale e legale” ha dichiarato Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia.
“Sono un semplice cittadino, c’era il sole, mi hanno allungato un cappellino e l’ho preso. Se veniva Procaccini e mi dava un Borsalino, mettevo quello” ha replicato Bersani.
La reazione di Calenda
Molto critico anche Carlo Calenda, il segretario di Azione, che il 6 giugno ha organizzato, insieme a Italia Viva, un evento a Milano sulla questione israelo-palestinese, distanziandosi dalla manifestazione di sabato 7.
“Se la destra avesse usato una manifestazione su un dramma umanitario per aggirare il silenzio elettorale, avremmo tutti, giustamente, stigmatizzato questo comportamento” ha scritto Calenda su X.
“È esattamente ciò che è accaduto ieri. In un referendum con quorum l’invito a votare equivale a un’indicazione di voto. Il corretto funzionamento di una democrazia non si difende solo quando fa comodo” ha poi concluso.
