Automotive in Italia: urge una chiara strategia verso la transizione sostenibile

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Serena Cappelletti

Giornalista e Automotive Specialist

Giornalista, autrice e conduttrice di programmi tv, PR specializzata, sempre nel settore dell'Automotive. L'ultima esperienza l’ha vista responsabile della comunicazione dell'Autodromo Nazionale Monza. Interviste esclusive, prove auto e un nuovo format video: Serena è il volto [e la voce] di Virgilio Motori.

Ottobre positivo per il mercato dell’auto in Europa (UE più Regno Unito e EFTA) e terzo mese consecutivo di recupero dei volumi delle immatricolazioni, che hanno segnato +14,1% con 910.753 unità contro le 798.505 di ottobre 2021. Nei primi dieci mesi il conto è ancora in rosso, con 9.181.660 immatricolazioni, pari a -7,8% e a un deficit di circa 780.000 veicoli rispetto a 9.960.682 unità registrate a gennaio-ottobre 2021.

Anche nei cinque Major Markets d’Europa il dato di ottobre è in crescita, e va dal +5,5% della Francia, al +11,7% della Spagna, +14,6% dell’Italia, +16,8% della Germania, fino al notevole +26,4% del Regno Unito. Nel cumulato dei primi 10 mesi però tutti sono ancora col segno negativo, e l’Italia (-13,8%) resta fanalino di coda, dietro a Germania (-5,5%), Regno Unito (-5,6%), Spagna (-5,8%) e Francia (-10,3%). Il nostro mercato conserva comunque il quarto posto per numero di immatricolazioni sia nel mese che nel periodo. Per quanto riguarda i veicoli “alla spina” (ECV), l’Italia si distingue anche a ottobre come ultimo mercato fra i cinque grandi, con una quota dell’8,3% sul totale immatricolato nel mese, che si confronta con il 32,5% della Germania, il 22,4% della Francia, il 21,4% del Regno Unito e il 10,1% della Spagna.

Nel confronto tra i vari paesi sullo sviluppo delle infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica è da segnalare che, secondo i dati pubblicati da UNRAE sul numero dei punti di ricarica pubblici ogni 100 km di strade (calcolati sulla base dei dati di EAFO e ERF), l’Italia si colloca in 14° posizione nel ranking europeo, con 6,1 punti di ricarica contro gli 8,2 della media europea.

La posizione non lusinghiera fra i cinque grandi mercati d’Europa, mostra come l’automotive in Italia necessiti con urgenza di una chiara e coordinata strategia verso la transizione sostenibile da parte delle Istituzioni centrali e locali”, commenta il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci. Secondo Crisci, “per favorire la decarbonizzazione, in linea con il principio di neutralità tecnologica, è necessaria in primo luogo una concreta politica per le infrastrutture pubbliche e private – sia per la ricarica elettrica che per il rifornimento di idrogeno – prevedendo fondi e sgravi fiscali sostanziosi, un dettagliato programma temporale di sviluppo, una capillarità adeguata ed omogenea su tutto il territorio italiano”. “Inoltre – aggiunge – occorrono misure mirate a mantenere e potenziare gli incentivi all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante fino al 2026 a favore di privati e aziende in ragione delle fasce di emissioni di CO2, prevedendo un contributo anche per i redditi meno elevati. E occorre anche rivedere l’impianto fiscale per l’auto aziendale in uso promiscuo, attraverso una revisione della detraibilità Iva e della deducibilità dei costi, basando anch’esse sulle emissioni di CO2”.

Spazio d’attenzione anche ai Veicoli commerciali

Continua a soffrire anche a ottobre questo mercato che registra la nona flessione consecutiva e, come evidenziato dalle stime del Centro Studi e Statistiche UNRAE, con 13.800 immatricolazioni contro le 15.288 di ottobre 2021 segna un calo del 9,7%. Nei primi dieci mesi dell’anno, con 134.178 immatricolazioni, la flessione è del 12,2%, pari a una perdita di circa 19.000 veicoli (fino a 3,5 t di peso totale a terra) rispetto al periodo gennaio-ottobre 2021.

Per una ripresa del mercato e per uno sviluppo accelerato della mobilità a zero o bassissime emissioni anche per le merci e non solo per le persone, l’UNRAE ha le idee chiare su cosa proporre al nuovo Governo e si dice pronta e disponibile al confronto” afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unione delle Case automobilistiche estere. I temi da affrontare sono diversi e riguardano prioritariamente alcuni punti chiave: “In particolare – evidenzia Michele Crisci – predisposizione di una rete infrastrutturale con una serie di misure che ne agevolino la realizzazione quali: sgravi fiscali per l’installazione di ricariche private; credito di imposta per gli investimenti in ricariche fast charge; emanazione di un preciso e puntuale cronoprogramma con obiettivi per singola area geografica e tipologia di strada; accelerazione nell’emanazione delle norme attuative dei provvedimenti in materia.” “Ma – aggiunge – per accelerare lo svecchiamento del parco veicolare serve anche l’estensione degli incentivi ad alimentazioni diverse dall’elettrico a fronte di rottamazione, con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa”.