Quella di Verve Moto è storia recente, ma si porta appresso un bagaglio d’esperienza e conoscenza delle moto, alternativo e in grado di rompere gli schemi. Cercando in giro per il mondo quello a cui ispirarsi per disegnare e produrre le proprie moto, questo marchio non ha un glorioso passato da raccontare, ma un presente e un interessante futuro da immaginare. Nato dal visionario Eugenio La Torre, è l’essenza della moto, a poco prezzo e tanta sostanza.
La storia parte da lontano
Alla base c’è la passione che il titolare di questo marchio italiano ha sviluppato a Milano, imparando dai più creativi maestri del nostro paese e con i quali Verve Moto collabora ancora. A dare il tocco di originalità a tutto, è l’esperienza che il fondatore e capo designer ha vissuto all’estero tra Europa, America e specialmente Bali. E’ sull’isola indonesiana che la sua vena creativa trae maggior giovamento, ispirandosi alle moto utilizzate dai locali.
Laddove la moto diventa il mezzo principale per spostarsi e fare tutto, ne emerge una cultura dalle diverse sfaccettature, che esalta la personalizzazione e customizzazione. Gli interventi su telaio, serbatoio, manubrio sono i tratti principali su cui si concentra il lavoro dei customizer reclutati sul luogo per dare vita alle prime moto realizzate su commissione. La svolta però è alle porte e nasce la moto “special” di serie.
Il canovaccio è ormai scritto: moto semplici, con uno stile ben definito e affidabili. Dopo un’attenta valutazione, i partner costruttivi vengono individuati nell’immensa produttività della Cina e la squadra, completamente italiana, si trasferisce definitivamente e Milano. Nel capoluogo lombardo nasce quindi il catalogo a cui noi possiamo attingere per una moto che, come si dice, è solo da guidare.
Classic S, Scrambler e Tracker, sono le proposte, tra 125 e 250. Tutte cariche di stile, abbiamo scelto la versione 250 della Tracker, che unisce l’essenziale di una moto per tutti gli utilizzi, alla massima espressione del concetto di partenza e cura dei dettagli. Con un robusto e potente monocilindrico da quarto di litro, quattro valvole raffreddato a liquido, è la punta della gamma Verve Moto. I consumi sono ridotti grazie all’iniezione elettronica e il peso di soli 140 kg la rendono ideale per il divertimento, anche su sterrati non troppo impegnativi.
Semplice, ma ricca
Ispirata alle moto enduro degli anni ’70, se di fondo c’è la semplicità, non mancano dettagli tecnici ed estetici ad impreziosire la Tracker 250i. Per gestire al meglio i 27 Cv di spinta del motore, il sistema frenate vanta un disco posteriore e uno anteriore flottante, con sistema ABS su entrambi, che rende l’azione modulabile. La forcella anteriore è Upside-Down a steli rovesciati e la posteriore monta un mono Rock-Shox.
Il faro anteriore, come gli indicatori di direzione e lo stop, sono a LED per una massima visibilità. Il manubrio in alluminio è stile off-road con comandi anch’essi in alluminio, a contenimento del peso. Il serbatoio a goccia, tipico delle moto del passato, ha una capacità di dodici litri, sufficienti ai bassi consumi del motore. Il contachilometri è analogico ed è protetto da un cupolino special che la rende ancor più aggressiva.
Tanti dettagli, vince l’essenziale
Se c’è una cosa fondamentale che si può fare con una Verve è personalizzarla. Dagli adesivi per i cerchioni, a quelli per il serbatoio, esistono un sacco di ricambi e accessori originali per dare un tocco individuale alla Tracker e al resto della produzione, si possono aggiungere borse, griglie coprifaro, paraginocchia da serbatoio, portapacchi “adventure”, tabelle porta numero “race”, ecc. Equipaggiata con ruote tassellate di media scolpitura, che si adattano bene a ogni fondo, monta cerchi a razze.
Tutti i ricambi hanno costi contenuti e per averla occorre sborsare 4.390 euro con cui ci si assicura non solo un mezzo intriso di stile, ma anche una passione che ha fatto il giro del mondo, prima diventare il bello dell’essenziale su due ruote. Dalle contaminazioni dei luoghi più esotici del pianeta, anche la Tracker nasce dove le special sono il massimo dell’espressione motociclistica. Non solo un fattore di bellezza, ma di cultura vera che solo il genio italiano poteva trasformare in qualcosa di unico sul mercato.