GP Messico: la Ferrari sogna il podio, una lotta ardua ma non impossibile

Le caratteristiche della SF-25 dovrebbero adattarsi bene alla pista, ma le curve rapide restano un duro scoglio da arginare

Foto di Zander Arcari

Zander Arcari

analista specializzato di Formula 1

In pista per la prima volta all'età di 7 anni, Zander Arcari ha sempre amato la massima categoria del motorsport. Da circa 10 anni è un analista specializzato di Formula 1, per Virgilio Motori racconta le complesse sfide legate al mondo della Formula 1.

Pubblicato: 23 Ottobre 2025 11:49

Niente pausa, si torna in pista. Lo scenario prevede il Gran Premio del Messico, dove la Ferrari conta di proseguire sulla falsa riga di Austin ottimizzando la SF-25. Sebbene non sarà semplice trovare il compromesso corretto, la pista intitolata ai fratelli Rodriguez dovrebbe essere moderatamente amica della Rossa. Serve però un’esecuzione perfetta, dove nelle tre prove libere a disposizione va trovato il setup congeniale.

L’amara convivenza con le altezze da terra

Il Cavallino Rampante soffre diverse complessità relative al consumo del pattino, non riuscendo a traslare questo fenomeno nella sua parte iniziale del pavimento. McLaren prima e Red Bull poi ci sono riuscite, potendo gestire le altezze da terra in maniera decisamente più proficua. E sta proprio qui uno dei limiti maggiori della vettura italiana, che di fatto ha completamente distrutto le velleità di successo della SF-25.

Il discorso è semplice: non potendo abbassare la vettura quanto si vorrebbe all’asfalto, i Canali Venturi collocati al di sotto della monoposto non producono la spinta verticale studiata da progetto. Quando si avvicina la vettura al piano di riferimento, ogni dosso o asperità stradale consuma il “plank”. Da qui la necessità di alzare la vettura per non essere squalificati e la conseguente perdita di rendimento.

Per fortuna il tracciato messicano non dovrebbe essere troppo ostile sotto questo punto di vista, sebbene il difetto resti e nulla si possa fare per arginarlo. Continuando sulla pista, possiamo parlare del cosiddetto “curb riding”, ossia la capacità sospensiva della vettura di digerire il passaggio sui cordoli senza scomporsi. In questo caso, la SF-25 ha dato prova di sapersi ben comportare, aspetto che potrà tornare utile in Centro America.

Gestione delle curve veloci: compromesso aero-meccanico complicato

Per quanto concerne l’aerodinamica della vettura, sappiamo quanto nel prossimo fine settimana andrà ad incidere la particolare ubicazione del tracciato Hermanos Rodriguez. La diversa rarefazione dell’aria, data dalla posizione in altura della pista, consentirà a tutte le vetture di adottare una spinta verticale superiore. Questo perché la resistenza all’avanzamento sarà minore, a parità di incidenza sulle ali, rispetto alle altre piste.

Ferrari, presumibilmente, sceglierà ancora una volta l’ala da medio-alto carico, specifica usata ad Austin che gli consentirà di accedere ad un’ottima velocità di punta. L’altro fattore interessante che il team di Maranello deve saper utilizzare al meglio è l’accelerazione longitudinale. Parliamo di trazione, aspetto fondamentale in cui la SF-25 è preparata. Tuttavia, servirà il giusto compromesso per sfruttare questo tratto distintivo.

Il tutto tenendo presente l’importanza dell’equilibrio aero-meccanico nelle curve ad alta velocità di percorrenza. Parliamo di un altro problema dell’auto italiana, che in questa tipologia di pieghe fatica parecchio. Manca carico generato dal fondo rispetto a McLaren e Red Bull, situazione che genera instabilità di marcia e imprecisione nella direzionalità durante i trasferimenti di carico. Insomma, un problema di certo non secondario.

Serve sfruttare l’occasione gomme

Come ultimo elemento decisivo da menzionare, eccoci ancora una volta a parlare di gomme. Al recente Gran Premio di Austin, in qualifica, la SF-25 è riuscita a gestire bene l’attivazione delle mescole nella sessione del sabato. Una situazione che ha permesso alla Rossa di potenziare il rendimento e sfidare i primi della classe, a differenza della sessione classificatoria del venerdì, decisamente negativa.

Il team dovrà capire come usare al meglio le coperture evitando l’asincronia termica, fenomeno che nasce dall’incapacità di mantenere l’asse anteriore nel range corretto di temperature. Questo tenendo presente che la pista messicana, per il tipo di layout che propone, tende proprio a generare questo tipo di scenario. Abbiamo visto quanto sia importante la posizione di partenza per il risultato.

Ecco perché la squadra modenese dovrà ottimizzare questo punto chiave del weekend al fine del mero esito. Sulla distanza dei 300 chilometri non dovrebbe sussistere un problema legato al consumo delle coperture. Il degrado sarà medio-basso, consentendo alle monoposto di spingere maggiormente. Se il gruppo di lavoro capirà come far rendere le mescole, la possibilità di inserirsi nella lotta al podio non è impossibile.