Multa autovelox: quando non vale la scusa “non ricordo chi guidava”

Per la Corte di Cassazione non è più accettabile dichiarare di non ricordare chi fosse alla guida dell'auto per evitare la decurtazione dei punti della patente

Foto di Fabio Lepre

Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 6 Agosto 2018 18:30Aggiornato: 28 Giugno 2024 15:03

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che rende più difficile evitare le multe per eccesso di velocità rilevate tramite autovelox e pistole radar. Fino a ora, molti automobilisti tentavano di eludere le sanzioni dichiarando di non ricordare chi fosse alla guida al momento dell’infrazione. Questo tipo di giustificazione non sarà più accettato.

Con questa decisione, la Corte ha stabilito che, in caso di violazioni accertate attraverso dispositivi elettronici come autovelox e pistole radar, è obbligatorio indicare chi era alla guida del veicolo. La mancanza di un ricordo preciso non sarà più una scusa valida per evitare la sanzione.

Questa sentenza mira a rendere più efficaci i controlli sul rispetto dei limiti di velocità, un problema che incide sulla sicurezza stradale. Gli automobilisti saranno quindi costretti a prestare maggiore attenzione e a rispettare le norme vigenti, sapendo che non sarà più possibile sfuggire alle responsabilità con scuse generiche.

Autovelox e guida familiare, la scusa del “non so chi era al volante”

Le multe per eccesso di velocità sono una delle sanzioni più comuni per gli automobilisti italiani. Spesso, per evitare la decurtazione dei punti sulla patente, alcuni conducenti dichiarano di non ricordare chi fosse alla guida del veicolo al momento dell’infrazione. Questa strategia è diventata tuttavia inapplicabile a seguito della sentenza numero 19486/18 della Corte di Cassazione.

La sentenza è stata emessa in seguito al ricorso di una conducente che cercava di evitare la decurtazione di 10 punti dalla sua patente. La sanzione era stata inflitta alla vettura della nipote, ma durante il periodo in questione la zia risultava avere la piena disponibilità del veicolo. La Corte ha stabilito che la zia, essendo l’utilizzatrice del mezzo, doveva fornire elementi per identificare il reale conducente.

La Suprema Corte ha chiarito che dichiarare di non ricordare chi fosse alla guida non è una giustificazione valida. In assenza di informazioni sul conducente effettivo, la decurtazione dei punti resta a carico del proprietario o del conducente abituale del veicolo. Questo principio rafforza quanto previsto dall’articolo 126 bis del Codice della Strada, che obbliga chi riceve una multa per eccesso di velocità a indicare il conducente effettivo al momento dell’infrazione.

Se il veicolo è guidato da una terza persona, la responsabilità dei punti decurtati passa a quest’ultima, ma solo se il proprietario può dimostrare di non essere stato alla guida. Il proprietario del veicolo ha la facoltà di non indicare il conducente, trasformando così la decurtazione dei punti in una sanzione pecuniaria. Questa possibilità è riservata solo al proprietario che dichiara di non essere coinvolto direttamente nell’infrazione. Se il proprietario o il conducente abituale non riesce a indicare chi fosse alla guida e non fornisce giustificazioni valide, i punti vengono decurtati automaticamente dal loro punteggio patente.

Sanzioni pecuniarie per eccesso di velocità

Superare il limite di velocità comporta diverse sanzioni, stabilite dal Codice della Strada, che variano a seconda dell’entità dell’infrazione. Le multe per eccesso di velocità, rilevate tramite autovelox, aumentano proporzionalmente all’incremento dell’eccesso. Ecco una panoramica dettagliata delle sanzioni:

  • fino a 10 km/h oltre il limite: la sanzione pecuniaria va da 42 a 173 euro. Questa è la penalità meno severa e viene applicata per lievi infrazioni;
  • tra 10 e 40 km/h oltre il limite: in questo caso, la multa varia da 173 a 695 euro. L’incremento della sanzione riflette l’aumento del rischio associato a velocità più elevate;
  • tra 40 e 60 km/h oltre il limite: la sanzione amministrativa è compresa tra 544 e 2.174 euro. Oltre alla multa, potrebbe essere prevista la sospensione della patente di guida da uno a tre mesi;
  • oltre 60 km/h oltre il limite: l’ammenda oscilla tra 847 e 3.389 euro. Per questa grave infrazione, la sospensione della patente può variare da sei a dodici mesi, con possibilità di confisca del veicolo in casi estremi.

Le sanzioni sono calibrate per aumentare in proporzione alla gravità della violazione, con l’obiettivo di disincentivare comportamenti pericolosi alla guida. Questo approccio è pensato per migliorare la sicurezza stradale, riducendo il numero di incidenti causati dall’eccesso di velocità.