Doppia patente per le auto potenti: la proposta

In futuro, come proposto da Salvini, potrebbe essere introdotto un secondo esame per la patente, necessario per mettersi alla guida delle auto più potenti

Foto di Davide Raia

Davide Raia

Esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Nelle ultime settimane, il tema della sicurezza stradale è diventato di grande attualità, sia per il caso dell’incidente di Casal Palocco causato dalla Lamborghini Urus guidata da un ventenne che per il disegno di legge che ha avviato una nuova riforma del Codice della Strada con diverse novità e una stretta sui limiti per i neopatentati.

All’orizzonte, però, c’è un’ulteriore novità, anticipata direttamente dal Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini. Secondo l’esponente del Governo, infatti, sul tavolo c’è ora l’ipotesi di una doppia patente con un secondo esame di guida necessario per ottenere l’abilitazione alla guida delle auto più potenti.

Doppia patente per le supercar

Oltre all’estensione dei limiti di potenza per i neopatentati, che ora dovranno aspettare tre anni dal conseguimento della patente prima di poter guidare un’auto con potenza specifica superiore a 55 kW/t, c’è un’altra possibile novità in arrivo per la guida di auto particolarmente potenti.

In futuro, infatti, potrebbe essere necessario un secondo esame della patente, con test specifici, per poter mettersi alla guida di auto particolarmente potenti. La conferma è arrivata da Salvini che ha raccolto la proposta dei tecnici del Ministero delle infrastrutture.

Secondo quanto rivelato da Salvini, in futuro, il Codice della Strada potrebbe essere arricchito con una “doppia patente”. Per poter mettersi alla guida di un’auto che supera determinati limiti di potenza (ancora da definire) sarà necessario conseguire una seconda patente, specifica per questo tipo di veicoli.

Al momento, si tratta solo di un’idea, con una bozza di partenza che andrà sviluppata direttamente dai tecnici del Governo. Il progetto ha ottenuto l’avallo di Salvini che ha confermato pubblicamente la volontà di sviluppare un nuovo sistema di questo tipo per il prossimo futuro.

L’obiettivo è assicurarsi che gli automobilisti che guidano vetture realmente potenti siano effettivamente in grado di gestire le alte velocità e le accelerazioni repentine di queste vetture, a prescindere dalle dimensioni e dal tipo di alimentazione.

Un esame pratico

Il progetto, come detto, è ancora tutto da sviluppare. La doppia patente, però, potrebbe configurarsi come un vero e proprio secondo esame pratico. Oltre all’esame pratico “standard”, necessario per il conseguimento dell’abilitazione alla guida (dopo aver superato la prova teorica), potrebbe esserci un secondo esame.

Questo test andrebbe effettuato con un’auto “potente” (come detto, i limiti di potenza sono ancora da definire). In più, il test potrebbe prevedere la necessità di superare alcune prove specifiche che attestino la capacità dell’automobilista di poter gestire un veicolo con tanti cavalli e, quindi, in grado di garantire prestazioni molto elevate.

Per il momento, il progetto della doppia patente è ancora da sviluppare. Il caso della tragedia di Casal Palocco, con l’incidente che ha visto coinvolto un ventenne alla guida di una Lamborghini Urus, ha riacceso l’attenzione sul problema delle supercar e della guida di auto troppo potenti, soprattutto (ma non solo) tra i più giovani.

I prossimi mesi potrebbero, quindi, essere caratterizzati da ulteriori novità per il Codice della Strada. Dopo l’innalzamento dei limiti per i neopatentati, infatti, l’ipotesi di una doppia patente per guidare le auto più sportive appare sempre più realistica.