Il problema dei furti è ancora uno dei più grossi ostacoli alla diffusione delle biciclette come veicoli di spostamento urbano. Il boom ciclistico scoppiato a cavallo della pandemia di Covid-19 sarebbe stato molto più imponente se a questo problema esistesse una soluzione efficace e condivisa: trovarla significherebbe non solo migliorare la vita di migliaia di ciclisti, ma anche avere importanti ricadute positive in termini di vivibilità urbana e di riduzione dell’inquinamento locale.
Purtroppo è un nodo difficile da sciogliere e ad oggi abbiamo a disposizione una serie di soluzioni eterogenee divise a loro volta in due grandi categorie. Da un lato ci sono sistemi preventivi come quelli offerti dagli antifurti o i parcheggi al chiuso, dall’altro quelli riparatrici come app di tracciamento e assicurazioni. Ma sono gli antifurti il segmento di mercato più labirintico di tutti gli altri.
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Tante idee, un solo obiettivo
Ne esistono infatti di tantissimi tipi e l’unico fattore accomunante con cui possiamo fare un minimo di confronto è rappresentato dalla classe di protezione. Va da una scala da 1 a 15 e in sostanza ci dice quanto il prodotto è resistente allo scassinamento: ogni antifurto deve riportare il suo valore e si tratta di un aspetto particolarmente importante, visto che alcune assicurazioni prevedono che la bici venga protetta con un dispositivo di una classe di protezione specifica, altrimenti potrebbe non intervenire in caso di rimborso.
Purtroppo, come dicevamo, una soluzione efficace al problema dei furti ancora non esiste e questa situazione indefinita ha l’unico effetto positivo di lasciare ampi spazi di creatività. Alcuni antifurti sono infatti veramente strani e percorrono strade inusuali per raggiungere l’obiettivo finale: c’è chi punta sulla difficoltà di scassinamento, chi sul tempo, chi addirittura sulla puzza.
SkunkLock, il puzzone
Cominciamo proprio da quello più sgradevole, olfattivamente parlando. Questo antifurto è forse il più strano mai stato prodotto e nasce dall’idea di due statunitensi, Daniel Idzkowsky e Yves Perrenoud. Esteticamente sembra un qualunque U-lock, se non fosse che contiene un serbatoio dove è presente un deterrente chimico in grado di indurre il vomito a chi lo respira. Nulla di illegale, l’uso del prodotto è assolutamente consentito: semplicemente quando un ladro tenterà di tagliare il lucchetto, verrà prodotta una nuvola di gas che lo farà allontanare in men che non si dica. È molto difficile infatti restare in un luogo in cui non si riesce a respirare e i ladri devono di solito fare tutto in poco tempo e molto concentrati. SkunkLock li ostacola su entrambi i fronti in maniera molto ingegnosa, con un effetto sorpresa davvero spiazzante.
Non ti sembrerà vero, ma il prodotto è in vendita anche su Amazon
Pentalock, il pentito
Più che un antifurto, un vero e proprio sistema di tutela della bici progettato con la consulenza di una figura particolare: chi meglio di un ex ladro potrebbe infatti progettare un antifurto? Pentalock segue tutti i consigli dati dal curioso progettista, tra cui il quello più importante di rendere inutilizzabile la bicicletta, in modo che non possa essere rivenduta. Il sistema si integra nel mozzo centrale del mezzo e ne blocca tutte le funzioni quando il proprietario si allontana: pedali, display, motore (se e-bike), luci, ecc: tutto spento.
Emette anche un allarme da 100 dB se qualche malintenzionato tentasse di muovere o sollevare il veicolo. Si tratta di un prodotto non rivolto ai consumatori ma alle aziende, possono montarlo soltanto le officine o le case madri sulla base delle istruzioni fornite dal produttore. Non è possibile toglierlo una volta inserito e attenzione a non perdere le chiavi dell’antifurto perché altrimenti bisogna portare la bici in assistenza.
Et-One il geniale
Anche Et-one è un dispositivo integrato nella bici, ma dentro una sede tanto inconsueta quanto geniale. Si tratta di un pedale progettato come un lucchetto in grado di accogliere una staffa metallica di 20 cm che va a bloccare la ruota, il pedale e di conseguenza anche il telaio. L’elemento metallico viene alloggiato a parte, sul telaio della bici, e forse sarebbe stato meglio se fosse stato come estraibile dal pedale stesso.
Con la chiave in dotazione e la relativa serratura possiamo chiudere il meccanismo come un classico antifurto: purtroppo funziona bene soltanto con alcuni supporti come i pali o rastrelliere ad U, è più difficile adattarlo ad altre situazioni. Però l’idea è in realtà geniale perché sfrutta uno dei componenti della bici per auto-proteggere il veicolo in modo corretto (ruota e telaio).
Tex-Lock, il leggero
Tex-Lock è invece un antifurto in tessuto quasi paradossale. I suoi punti di forza sono leggerezza e flessibilità, nonostante fornisca ottime performance di protezione (classe di protezione 8). Composto da diversi strati di materiali sovrapposti, ognuno con caratteristiche meccaniche differenti e adatto a resistere a uno specifico tipo di sollecitazione, visivamente sembra una semplice corda: in realtà non può essere segato, mozzato, bruciato, raffreddato per poi essere tagliato. Non può in alcun modo essere manomesso, e anzi, insistendogli sopra ad esempio con delle basse temperatura ne si alzano le performance reattive. Per un oggetto piegabile, pesante meno di 1 kg compreso lucchetto e chiave USP, queste caratteristiche sono davvero notevoli, sicuramente superiori a quelle della media di antifurti simili in circolazione.
Anche questa tipologia di antifurto la troviamo su Amazon, per tutti gli interessati. In questo caso il prezzo è decisamente inferiore e può valere davvero la pena comprarne uno per proteggere la propria bicicletta di valore
Abus-Nutfix, il rompicapo
Il sistema proposto da Abus è una delle soluzioni che personalmente mi ha più colpito in quanto, per funzionare, utilizza l’astuzia. Per alcuni ladri poco informati può diventare un vero grattacapo e, giocando sulla frustrazione di chi tenta il furto, fargli abbandonare il proposito. Per quelli che conoscono il sistema sarà, come vedremo, altrettanto impossibile portare a termine il colpo e rubare alcuni delle componenti più esposte della bici, come ruote e sellino.
Consiste in due dadi da sostituire a quelli presenti di norma ai lati dei due mozzi e del sottosella, coperti da altrettante capsule congegnate in modo che per rimuoverle dalla bici questa debba essere posizionata orizzontalmente. Ecco la bella pensata: semplicemente legando (bella stretta) la bicicletta a un palo non sarà possibile farla stendere, e quindi altrettanto impossibile rimuovere le capsule. Ingegnoso vero? Ed è anche il più economico, lo trovi su Amazon
Alcune altre idee, meno bizzarre ma più economiche
Su Amazon ci sono altri antifurti che – pur essendo meno originali e bizzarri – con una somma di denaro accessibile a tutti possono aiutare a proteggere la propria biciletta dal furto. Il problema dei ladri infatti è sempre più dilagante, e non si ferma.
A soli 10 euro (o poco più) c’è questo: Husgw Lucchetto per bici, antifurto di alta qualità, realizzato in acciaio, spesso e resistente.
ZELENY catena-lucchetto per bici con combinazione a 5 cifre, senza il rischio di perdere le chiavi. La catena è molto spessa e resistente, difficile da tagliare e manomettere.
KINOEE Allarme per bicicletta, antifurto senza fili con telecomando. Facile da installare, dotato di sensore di movimento, capta la presenza di eventuali ladri e emette un segnale di avviso.