Casco per andare in bici: come scegliere quello giusto

L’utilizzo del casco in bicicletta è estremamente importante, per questo motivo bisogna imparare a sceglierlo con attenzione e consapevolezza

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Riccardo Asta

Giornalista smart mobility

Nato a Genova nel 1985, laureato in architettura ma con una formazione multidisciplinare. Da anni collabora con riviste specializzate trattando temi legati alla mobilità sostenibile e al mondo bici, occupandosi in particolare del segmento e-bike e di tutte le novità che lo riguardano

Saper scegliere un buon casco bici è una competenza che ogni ciclista dovrebbe avere. Nonostante in Italia non vi sia l’obbligo, chiunque graviti intorno al settore vi dirà che è caldamente consigliato indossarne uno se guidiamo una bicicletta. Eticamente dovrebbe essere una regola personale, ci sono ormai parecchi studi che certificano l’utilità del casco bici, soprattutto per bambini e over 50.  Non vogliamo però entrare in questo dibattito, quello che cercheremo di fare oggi è darvi gli strumenti affinché possiate da soli capire come scegliere un buon casco da ciclismo, a prescindere dall’uso che ne farete. 

Il casco bici 

Per prima cosa dobbiamo conoscere meglio la sua struttura.

Gli elementi principali che compongono un casco da bicicletta sono:

  • calotta esterna;
  • calotta interna;
  • regolazioni;
  • lacci

La calotta esterna è fatta solitamente in policarbonato (in alcuni modelli è in carbonio), rivestito a sua volta da uno strato protettivo che lo protegge dagli agenti esterni. Quella interna invece, saldata al policarbonato, è fatta di poliuretano espanso ed è la parte concepita per deformarsi ed assorbire gli urti. Le regolazioni sono a loro volta unite alla parte interna e, attraverso delle rotelle come quelle sulla nuca, permettono di far aderire bene il casco al cranio. Infine ci sono i lacci, in alcuni casi regolabili anche loro, che servono a tenere fermo il casco sulla testa.

Quale tipo di ciclismo pratico?

Il casco giusto dipende dalla tipologia di ciclismo che praticate. Se siete ciclisti urbani vi orienterete verso alcuni modelli, se praticate discipline gravity o corsa su strada ne sceglierete altri. 
I caschi bici possiamo indicativamente dividerli in tre categorie:

  • da città;
  • da corsa; 
  • da off-road

Gli appartenenti a quest’ultima tipologia sono meno aerodinamici rispetto agli altri, solitamente hanno la visiera per proteggere dal sole e dalla vegetazione e di norma sono un più pesanti. Possono anche essere integrali e forniscono una protezione tra le più complete in assoluto. Per contro offrono una visuale meno aperta, tendono a riscaldare di più la testa e come detto sono un po’ più pesanti.  Al lato opposto ci sono o caschi da corsa, molto leggeri e progettati con particolare cura verso l’aerodinamica. I più performanti presentano pochi fori di aerazione, risultando indicati per chi sta tanto sulla bici e punta molto alla velocità. 

Tenete conto che se non siete agonisti non ha senso contare grammi e aperture d’aria, è molto meglio trovare qualcosa di comodo e adeguato alla vostra pratica ciclisticaUna piccola parentesi la meritano le e-bike: se usate in un certo modo, queste biciclette tendono a far produrre meno sudore e le regole sulla scelta del casco dunque sono un po’ più elastiche. Non si avrà necessariamente bisogno di un modello molto aerato, si potrà valutare anche in base all’estetica e ad eventuali accessori utili nel traffico come le luci di frenata e di indicazione.

Qual è la circonferenza della mia testa? 

Il primo passaggio da fare prima di comprare un casco bici è quello di misurarsi la testa. Con un metro da sarto posizionatevi poco sopra le sopracciglia e misurate la circonferenza del cranio a quel livello. Il valore trovato vi servirà per comprare un modello della vostra taglia; esistono anche quelli a taglia unica ma è sempre meglio scegliere qualcosa di più preciso.

Questo casco rispetta le certificazioni? 

Ebbene si, esistono delle certificazioni anche per i caschi bici. Accertatevi che il modello scelto rispetti gli standard europei per quanto riguarda l’assorbimento degli urti: ogni etichetta o scheda tecnica deve presentare il marchio CE e riportare il riferimento alla UNI EN 1078. Ovviamente poi ci sono brand noti su cui potete stare tranquilli visto che tutti i loro modelli rispettano le certificazioni richieste. 

Una piccola digressione la merita il sistema MIPS, un’opzione di sicurezza aggiuntiva e non obbligatoria di cui molti caschi sono comunque dotati. Serve a proteggere la testa dalle sollecitazioni rotazionali generate in un impatto, quelle che di solito comportano il maggior rischio di danni cerebrali. Grazie al MIPS sarà la calotta esterna del casco a ruotare rispetto a quella interna, e non il vostro cranio. 

Perché alcuni modelli costano più del doppio di altri? 

E’ una domanda che probabilmente finirete per farvi. La risposta è in realtà piuttosto banale e non poteva essere altrimenti visto che la certificazione EN 1078 la espongono modelli da 40 € come da 200€. In questo caso il prezzo non c’entra nulla con la sicurezza, sale in funzione del peso, dei materiali utilizzati, del design, della possibilità di regolazione e delle finiture

Presenta delle imperfezioni? 

L’esame visivo è importantissimo, il casco che avete scelto potrebbe essere difettoso per vari motivi (trasporto, difetti di produzione, truffa) e bisogna saper riconoscere un campanello d’allarme. Controllate innanzitutto se la calotta esterna presenta delle imperfezioni come righe o peggio venature: se così fosse lasciatelo lì, potrebbe far parte di un lotto danneggiato o aver subito un incidente in fase di trasporto. Una venatura superficiale potrebbe indicare un urto e come vedremo quando i caschi subiscono un impatto vanno sempre sostituiti.

Si muove se provo a scuotere la testa? 

Se fin qui tutto bene, indossate il casco che avete scelto. Regolatelo bene con la rotella posta sulla nuca e tramite i lacci intorno all’orecchio e nella sottogola. Il casco bici deve stare fermo, non deve creare delle zone di forte pressione ma nemmeno essere lasco. Potete verificare questa eventualità semplicemente muovendo la testa in su e in giù e poi a destra e sinistra: se l’elmetto “balla” significa che è regolato male oppure che è di una taglia sbagliata.

Come si pulisce? 

Prima di acquistarlo è bene informarsi sulla manutenzione del casco. Alcuni modelli sono sfoderabili e possono essere facilmente lavati, per altri occorreranno altri sistemi. La pulizia però non va mai trascurata, il sudore tende a rovinare la calotta interna facendo diminuire la comodità e la vita utile del vostro casco, oltre che a sprigionare odori maleodoranti.

Quando lo devo cambiare? 

Come detto poco sopra il casco va sempre sostituito nel malaugurato caso in cui subisca un qualsiasi impatto. Anche se esternamente non presenta segni, si potrebbero nascondere fratture non visibili che ormai hanno irrimediabilmente compromesso la sua funzione protettiva. Bisogna perciò fare la pace con questa regola e non fissarsi troppo sul prezzo a cui l’abbiamo pagato. Se invece non subisce danni, è bene considerare un arco di tempo di 6-7 anni e poi  sostituirlo.