Auto elettriche, niente guerra dei prezzi per Stellantis

Stellantis si chiama fuori dalla guerra dei prezzi: il CEO Carlos Tavares non ha alcuna intenzione di piegarsi alle dinamiche adottate da alcune concorrenti

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Sul futuro del settore automobilistico e sugli ultimi sviluppi, il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, dimostra di avere le idee cristalline. In un incontro online con la stampa, l’amministratore delegato del gruppo, nato nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA, rinnova le ambizioni green per i prossimi anni. Quelle stesse ambizioni di cui aveva già parlato in maniera approfondita in passato agli stessi azionisti.

Il piano Dare Forward 2030 svelato durante un’assemblea è il manifesto di suddetta filosofia. Entro la fine dell’attuale decennio, il totale dei veicoli venduti dal conglomerato in Europa sarà elettrico, mentre negli Stati Uniti ci si “accontenterà” del 50%. Al fine di aumentare la tiratura, sono in via di costruzione le gigafactory. A tal proposito, dopo quella italiana, ne sorgerà una pure in Spagna, ma solo “a condizione che il governo locale ci dia le risposte corrette”.

Il problema delle auto elettriche

Ad avviso del CEO, l’unica complicazione persistente delle vetture a batteria risiede nel prezzo. Che sarebbe ancora del 40% superiore a un’omologa termica. E, in riferimento alla sospensione degli incentivi statali in alcuni Paesi come la Germania, l’alto dirigente ha sottolineato l’approccio razionale che i clienti adottano. Se la questione dei costi continua a inficiare sull’attività, i potenziali acquirenti “smettono semplicemente di comprare le auto elettriche”.

Tavares ha ribadito, inoltre, la volontà di perseguire il profitto. Oggi maturano entrate su ciascuna auto messa in vendita, comprese le BEV, e continueranno a farlo anche in futuro. Di conseguenza, Stellantis eviterà di seguire le orme di certe concorrenti, autrici di una politica commerciale parecchio aggressiva. Sebbene il top manager non si azzardi a fare nomi, l’esempio più lampante è da ricercarsi in Tesla, che dallo scorso anno ha dato il via a netti tagli al proprio listino. Per Tavares “questa guerra dei prezzi finirà in un bagno di sangue.

Con questa politica certe compagnie riscontreranno dei problemi, mentre Tavares sente che Stellantis abbia imboccato la strada giusta, ponendo il guadagno al primo posto. L’ad crede di trovarsi in un’era darwiniana: abbattere il prezzo dei veicoli a zero emissioni più rapidamente di quanto si riducano i relativi oneri, creerà una montagna di difficoltà. Ed è suo il compito di salvaguardare la sopravvivenza della società.

Le sfide all’orizzonte

Un altro punto cruciale della chiacchierata intrapresa da Tavares con i giornalisti riguarda le sfide all’orizzonte. Ancora una volta, ha ribadito l’importanza di aprirsi a ogni tipo di possibilità. Le strategie di lungo termine potrebbero essere condizionate dai risultati delle elezioni americane ed europee. In merito, invece, alle rivali cinesi, ha osservato: “con l’elettrica Citroën e-C3, che costa 23.900 euro, siamo pronti alla guerra con loro”.

Inoltre, ha spiegato di non vedere perché i costruttori dello Stato asiatico non abbiano la potenzialità di arrivare in cima al mercato. Se i giapponesi hanno impiegato mezzo secolo per centrare l’obiettivo negli USA, i rappresentanti della Repubblica del Dragone lo faranno magari in uno o due decenni. A ogni modo, Tavares è consapevole delle qualità di Stellantis, malgrado i numerosi ostacoli che si potranno incontrare.