Cos'è l'indulgenza plenaria concessa da Papa Leone XIV al termine del discorso, il significato del gesto
No, non basta ricevere l'indulgenza plenaria di Papa Leone XIV per vedere perdonati i propri peccati: occorre anche seguire alcune regole ferree
Papa Leone XIV, appena eletto, ha concesso l’indulgenza plenaria ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quelli collegati a distanza. L’indulgenza plenaria, nella dottrina cattolica, è la remissione totale della pena temporale per i peccati già confessati e perdonati. Per la dottrina cristiana, si tratta di una grazia spirituale che non sostituisce confessione o penitenza, ma le completa.
- Le condizioni per l'indulgenza plenaria
- Cos'è la pena temporale
- La prima e l'ultima indulgenza plenaria
Le condizioni per l’indulgenza plenaria
Leone XIV ha concesso l’indulgenza plenaria tramite la benedizione Urbi et Orbi, seguendo precise condizioni.
L’indulgenza plenaria è il massimo “dono” che un Pontefice possa fare ai fedeli della Chiesa cattolica.
IPA
Ragazzi mostrano una bandiera degli Stati Uniti in onore del nuovo Pontefice Leone XIV
Ma affinché si compia, è necessario seguire una serie di regole. Chi ha ascoltato l’Urbi et Orbi potrà godere dell’indulgenza plenaria solo se:
- è andato a confessarsi negli otto giorni precedenti (o in alternativa, se andrà a confessarsi negli otto giorni successivi) senza nascondere alcun peccato mortale al suo confessore;
- se ha preso la comunione eucaristica;
- se prega secondo le intenzioni del Papa;
- se il suo comportamento, le sue parole e i suoi pensieri manifestano il distacco totale da qualsiasi forma di peccato, compresi quelli veniali.
Cos’è la pena temporale
Per la dottrina cattolica la confessione, unita a un sincero pentimento, consente di ottenere il perdono dei peccati.
Dio perdona, ma non dimentica: per la teologia, l’anima di chi abbia peccato, anche dopo la confessione, resta ancora “sporca”. Si tratta della pena temporale, una specie di conseguenza “spirituale” del peccato, ancora da espiare. L’indulgenza plenaria può cancellare quella macchia spirituale.
Per fare un esempio “da catechismo”, il bambino che rompa il giocattolo a un compagno di giochi, può ottenerne il perdono qualora confessi la sua colpa e si dimostri sinceramente pentito. Il giocattolo, tuttavia, resta rotto: questa è la pena temporale. L’indulgenza plenaria riesce ad aggiustare il giocattolo, cancellando tutte le conseguenze del peccato.
La prima e l’ultima indulgenza plenaria
La prima indulgenza plenaria della storia venne concessa da Celestino V nel 1294: con la bolla “Inter sanctorum omnia solemnia”, il Papa concesse l’indulgenza plenaria a quanti, “veramente pentiti e confessati”, si sarebbero recati nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio “dai vespri della vigilia della festività di san Giovanni Battista (29 agosto) fino ai vespri immediatamente seguenti la festività”, vale a dire dalla sera del 28 agosto a quella del 30. La Perdonanza di Celestino V venne chiamata anche “Bolla del Perdono”.
L’ultima indulgenza plenaria, prima di quella concessa l’8 maggio 2025 da Papa Leone XIV, era stata concessa nell’Urbi et Orbi a Pasqua da Papa Francesco, il giorno prima della sua morte.
