Femminicidio Giulia Cecchettin, sì al processo d'appello per Turetta: la scelta della Procura dopo la rinuncia
Il processo di appello per il femminicidio di Giulia Cecchettin si farà nonostante la rinuncia di Filippo Turetta, già condannato all’ergastolo
Il processo di appello per il femminicidio di Giulia Cecchettin si terrà nonostante la rinuncia messa per iscritto da Filippo Turetta. La Procura generale di Venezia ha deciso di procedere con il ricorso in secondo grado per vedere riconosciute le aggravanti della crudeltà e dello stalking. Filippo Turetta, già condannato al massimo della pena, aveva rinunciato al processo di appello.
- Femminicidio Cecchettin, il processo di appello si farà
- Filippo Turetta condannato all’ergastolo
- La rinuncia all’appello di Turetta
Femminicidio Cecchettin, il processo di appello si farà
A riportare la notizia relativa alla decisione della Procura di proseguire con il processo di appello sono state le testate Il Corriere Veneto e il Gazzettino. Le aggravanti della crudeltà e dello stalking erano state escluse durante il processo di primo grado.
Secondo i giudici, che avevano comunque condannato Turetta all’ergastolo, le circa 75 coltellate inflitte a Giulia Cecchettin non erano dovute alla “crudeltà” ma alla “goffaggine” dell’assassino.
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Gino Cecchettin, padre di Giulia
Filippo Turetta condannato all’ergastolo
Il processo di primo grado si è concluso il 3 dicembre del 2024, a poco più di un anno da delitto consumato a Fossò, nel Veneziano. Il corpo di Giulia Cecchettin, all’epoca 22enne come l’ex fidanzato Filippo Turetta, venne poi abbandonato nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone.
L’assassino era poi fuggito in Germania, dove era stato arrestato il 18 novembre 2023. Nel processo di primo grado i giudici hanno condannato Filippo Turetta all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima.
Inoltre, Turetta è stato condannato anche per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Ma i magistrati non hanno riconosciuto le aggravanti della crudeltà e dello stalking.
La rinuncia all’appello di Turetta
La celebrazione del processo di appello è stata messa in dubbio dalla rinuncia messa per iscritto dallo stesso Filippo Turetta. Quest’ultimo ha inviato una missiva ai magistrati, affermando di accettare la pena dell’ergastolo e di non voler ottenere sconti.
Di parere diverso, però, la Procura generale, che aveva già presentato ricorso in appello e ha deciso di andare avanti nonostante la rinuncia di Turetta. Il riconoscimento eventuale delle due aggravanti avrebbe un puro valore simbolico, come sottolineato anche dai legali della famiglia Cecchettin.
La pena, infatti, non può essere aumentata. Il processo di appello si terrà il 14 novembre presso l’aula bunker di Mestre (Venezia).
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