Sciopero Max Mara con le lavoratrici allo stremo: "Ci dicono che siamo obese e solo mucche da mungere"

Sciopero alla Manifattura San Maurizio (Max Mara): le lavoratrici in protesta per condizioni di lavoro insostenibili e assenza di confronto sindacale

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Alta adesione allo sciopero di Max Mara alla Manifattura San Maurizio, indetto dalla Filctem Cgil di Reggio Emilia. Le lavoratrici denunciano condizioni insostenibili: pressioni, usura fisica, assenza di dialogo e mancato riconoscimento economico. Il sindacato accusa l’azienda di essere ferma a 40 anni fa, chiedendo maggiore rispetto.

Max Mara, lo sciopero delle lavoratrici vessate

Pressioni insostenibili, poche o nulle soddisfazioni economiche, lavoro usurante e trattamento umiliante. Le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Max Mara sono in sciopero alla Manifattura San Maurizio Srl, denunciando una situazione divenuta insopportabile.

“Ci hanno chiamate mucche da mungere. Ci hanno detto che siamo grasse, obese, e ci hanno consigliato gli esercizi da fare a casa per dimagrire” hanno raccontato le operaie al Fatto Quotidiano. “Ci pagano praticamente a cottimo e controllano anche quante volte andiamo in bagno, ma siamo tutte donne, abbiamo il ciclo: è disumano. Ora basta”.

sciopero max mara grasseFonte foto: iStock

Un punto vendita Max Mara

Le condizioni di lavoro

La mobilitazione è nata per denunciare quelle che il sindacato definisce “condizioni di lavoro non più tollerabili” imposte dalla dirigenza.

Tra i principali problemi segnalati figurano un’organizzazione rigida, carichi di lavoro fisicamente logoranti, pressioni personali sul singolo lavoratore, la mancata crescita professionale ed economica e l’assenza di dialogo con le rappresentanze sindacali.

In una nota ufficiale, la Filctem ha descritto la quotidianità dei 220 lavoratori impiegati nello stabilimento come segnata da un forte senso di abbandono, a fronte della loro comprovata professionalità.

Max Mara “ferma agli anni Ottanta”

“Qui siamo fermi agli anni ‘80, nonostante i nostri sforzi per costruire un confronto produttivo la Direzione aziendale ha alzato un muro ed è indisponibile alle nostre richieste e ad ascoltare i problemi concreti delle maestranze” ha osservato la Segretaria Generale Erica Morelli.

“Mentre Max Mara si bea dell’acquisizione della area ex fiere di Reggio Emilia denominata ‘Polo della moda’, le condizioni di chi quotidianamente garantisce il successo del brand sono sempre le stesse a partire dalla mancata applicazione del Ccnl di riferimento” ha aggiunto.

La storia dell’azienda

Il caso di Max Mara evidenzia la fase delicata che vive attualmente il settore della moda, con il calo dei fatturati e la crescita parallela delle denunce di sfruttamento.

Il marchio è nato nel 1951 a Reggio Emilia, dietro iniziativa di Achille Maramotti, con l’idea di portare l’alta moda nel prêt-à-porter. Rimasta sempre saldamente nelle mani della famiglia, l’azienda è cresciuta fino a diventare un colosso internazionale del lusso, con decine di brand nel suo portafoglio.

max-mara-sciopero Fonte foto: Getty