Suzuki stupisce con una kei car dall’autonomia record per la categoria

Al Japan Mobility Show 2025, la Casa di Hamamatsu svela la sua kei car a batterie: piccola, intelligente e ottimista, simbolo di un Giappone che reinventa la mobilità

Foto di Tommaso Giacomelli

Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 3 Novembre 2025 15:43

Nel silenzio luminoso dei padiglioni del Tokyo Big Sight, la piccola Vision e-Sky brilla come una stella appena nata. Non è un esercizio di stile né una provocazione da concept car, ma la traduzione più autentica del pensiero Suzuki: una tecnologia che non stravolge il mondo, ma lo rende più ricco. Il marchio giapponese, fedele al nuovo credo “By your side”, non si limita a inseguire la corsa all’elettrico, ma costruisce una via propria: più discreta, più umana, più alla portata di tutti.

La Vision e-Sky è una kei car, un simbolo della cultura nipponica. Nata per le metropoli dove lo spazio è un lusso, questa categoria di vetture ha rappresentato per decenni l’essenza della mobilità giapponese: razionale, efficiente, capace di creare un sorriso anche tra le corsie più affollate. Ora, Suzuki la proietta nel futuro con un cuore elettrico e un linguaggio formale inedito, tutto impostato sul trittico “Unico, Smart, Positivo”.

Compatta ma con un’autonomia sorprendente

Lunga appena 3,39 metri e larga poco più di un metro e quaranta, la Vision e-Sky è una celebrazione del minimalismo funzionale. Linee pulite, superfici tondeggianti e una tavolozza di colori chiari evocano leggerezza e ottimismo, due parole che raramente trovano spazio nel vocabolario dell’industria automobilistica. Eppure, proprio da qui, Suzuki intende ripartire: da una gioia quotidiana, accessibile, fatta di semplicità tecnologica e attenzione all’ambiente.

Il prototipo promette oltre 270 chilometri di autonomia – una cifra sorprendente per una city car di queste dimensioni – e introduce soluzioni pensate per un uso urbano consapevole: batterie compatte, architettura leggera, tempi di ricarica ottimizzati. È la risposta giapponese al dilemma europeo della mobilità elettrica: non potenza e ostentazione, ma equilibrio e concretezza.

Non solo kei car

Intorno a lei, nello stand Suzuki, si muove un piccolo ecosistema di idee. La moto elettrica e-VanVan, che recupera lo spirito libero delle due ruote classiche in chiave sostenibile; il MOQBA 2, veicolo a “quattro zampe” di seconda generazione, quasi un esperimento di robotica applicata alla mobilità assistita; e persino una gamma di motori fuoribordo, perché l’elettrificazione – per Suzuki – non ha confini, ma si estende dall’asfalto al mare.

Eppure, è la Vision e-Sky a catturare gli sguardi, come accade solo alle cose semplici che nascondono una filosofia molto profonda. Dietro la sua aria minuta, si cela una visione precisa: quella di un’elettrificazione diffusa, non elitaria. Suzuki parla al pendolare che si muove tra casa e lavoro, al genitore che accompagna i figli a scuola, all’anziano che vuole rimanere indipendente. È una vettura democratica nel senso più alto del termine, concepita per portare la tecnologia là dove serve davvero.

Un rinnovamento della propria immagine

Con questo progetto, Suzuki rinnova la propria identità. Non un costruttore che insegue mode globali, ma un artigiano industriale capace di leggere il proprio tempo. “By your side” non è solo uno slogan. Significa esserci, senza invadere spazi altrui, e innovare, senza cancellare il passato. Mentre i riflettori del Japan Mobility Show 2025 illuminano i colossi della mobilità autonoma e i giganti dell’intelligenza artificiale, la piccola Vision e-Sky si fa notare per contrasto.

È un inno alla misura, alla serenità, all’idea che il futuro possa essere gentile. Nel suo sorriso di plastica e acciaio, il Giappone ritrova un tratto della propria anima: quella che coniuga tradizione e modernità, tecnologia e poesia, forma e funzione. E Suzuki, con questa minicar elettrica, ricorda a tutti che l’innovazione non deve per forza essere rumorosa. A volte, il progresso arriva su un silenzioso veicolo lungo tre metri e trentanove.