Arriva la stretta per gli automobilisti che usano il cellulare alla guida. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno in quanto la questione è costantemente all’ordine del giorno del tavolo delle riforme. La novità è piuttosto un’altra ovvero la proposta di un emendamento all’interno del disegno di legge di riforma del Codice della Strada. Per sapere se la disposizione entrerà nell’ordinamento italiano non resta che attendere solo poche settimane.
L’impatto della misura è piuttosto deflagrante: la sospensione della licenza di guida per gli automobilisti che utilizzano il cellulare mentre sono alla guida del veicolo. Si tratta di un provvedimento temporaneo, la cui applicazione può variare da un minimo di una settimana fino a un massimo di 15 giorni. L’obiettivo è aumentare l’efficacia della deterrenza delle sanzioni previste per questo tipo di violazione della Codice della Strada. Stando infatti ai numeri messi a più riprese a disposizione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la leggerezza dell’uso del cellulare alla guida è associata al maggior numero di incidenti stradali con conseguenze gravi sull’incolumità delle persone coinvolte.
Indice
Patente sospesa per chi usa il cellulare alla guida
La proposta di utilizzare il pugno duro nei confronti chi guida con il cellulare in mano vede nell’emendamento all’interno del disegno di legge di riforma del Codice della Strada, successivamente modificato dal governo, la sua sintesi. Dopo l’approvazione da parte della commissione Trasporti della Camera dei deputati, che ha esaminato i 770 emendamenti messi sul tavolo, il provvedimento ha superato la fase di esame in Aula e sarà sottoposto al Senato nel mese di marzo per l’approvazione definitiva.
Nel caso di accensione del semaforo verde, ecco che il provvedimento entra in vigore. L’emendamento parla chiaro: gli automobilisti che utilizzano uno smartphone mentre sono alla guida di un veicolo possono essere soggetti al ritiro della patente a tempo determinato. Più esattamente, se sono sorpresi con il telefono in mano e hanno almeno 10 punti sulla patente, la durata della sospensione è di una settimana. Il divieto di mettersi al volante diventa più lungo se i punti rimanenti sulla patente sono inferiori a dieci. In questo caso la sospensione arriva a 15 giorni. I tempi di sospensione raddoppiano se l’uso del cellulare ha provocato un incidente stradale o la deviazione di un altro veicolo dalla sua corsia di marcia.
Cosa prevedono le norme attuali
Punto di riferimento per sapere quali sono oggi le conseguenze nel caso in cui si venga sorpresi con il cellulare in mano mentre si è al volante dell’auto è il comma 2 dell’articolo 173 del Codice della Strada.
Qui si legge che il guidatore non può utilizzare durante la marcia apparecchi radiotelefonici, smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi simili che richiedano l’allontanamento delle mani dal volante o l’uso di cuffie sonore, salvo per i conducenti dei veicoli appartenenti alle Forze Armate e ai Corpi di Polizia. Dopodiché viene dato il via libera all’utilizzo di dispositivi a vivavoce o dotati di auricolare, a condizione che il conducente abbia adeguata capacità uditiva in entrambe le orecchie, senza richiedere l’uso delle mani. In pratica, l’uso di smartphone e dispositivi simili è consentito durante la guida solo se non richiedono il distacco di almeno una mano dal volante, utilizzando modalità a vivavoce o auricolari con un volume adeguato che non limiti la capacità uditiva del conducente.
Le pronunce dei giudici sull’uso del telefono mentre si guida
Inevitabile che una questione così delicata e per certi versi non sempre così cristallina come l’uso del cellulare alla guida finesse sul tavolo dei giudici. Sono stati infatti più volte chiamati in causa per dirimere controversie. Ecco allora che per Corte di Cassazione (sentenza 10840 del 2019) per sanzionare un conducente sorpreso a utilizzare il cellulare alla guida di un veicolo, non è necessaria una contestazione immediata dell’infrazione. La multa può essere notificata al trasgressore entro 90 giorni dall’accertamento o 360 giorni se si risiede all’estero, e le possibilità di annullamento sono limitate. La Suprema Corte ha infatti ritenuto legittima la procedura di contestazione differita dell’infrazione per l’uso improprio dello smartphone durante la guida.
Sempre la Cassazione (sentenza 23331 del 2020) ha poi precisato che la multa per l’utilizzo del cellulare durante la guida deve essere applicata anche se l’automobilista viene sorpreso con lo smartphone in mano mentre è fermo al semaforo. Durante l’arresto del veicolo per esigenze della circolazione, come ad esempio la presenza di un semaforo rosso, resta in vigore il divieto di utilizzare apparecchi elettronici. Per i giudici di Piazza Cavour, sarebbe irragionevole immaginare che, al momento di attraversare un incrocio dove è obbligatorio sgomberare l’area il prima possibile con particolare attenzione, l’automobilista possa utilizzare un telefono cellulare semplicemente perché il veicolo si è momentaneamente fermato.
Altre proposte di riforma del Codice della Strada
Non c’è solo l’emendamento sulla sospensione a tempo determinato della patente per chi usa il telefono mentre guida l’auto. Un’altra proposta di modifica del Codice della Strada prevede di equiparare, in termini di procedura di verifica, coloro che guidano in stato di ebbrezza a coloro che sono sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: la sanzione potrebbe essere applicata immediatamente dopo il primo controllo. Oggi la legge richiede che lo stato di alterazione psicofisica sia accertato e non è sufficiente la semplice presenza della sostanza nel sangue.
“Nel nuovo Codice della Strada che entrerà in vigore il primo marzo, è previsto il ritiro della patente per coloro che vengono sorpresi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. L’uso di droghe è un comportamento irresponsabile, mentre guidare in stato di alterazione è ancor più grave”, ha dichiarato Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Tra le altre novità segnaliamo l’emendamento presentato dal gruppo Noi Moderati che limita gli interessi sulle multe a due terzi dell’importo complessivo, ossia al 66%. “Questo rappresenta un atto di giustizia ed equità nei confronti dei cittadini”, ha quindi commentato Maurizio Lupi, tra l’altro già a capo del Mit, “che non saranno più soggetti a interessi eccessivi, che possono arrivare a centinaia o addirittura migliaia di euro, per il mancato pagamento di una multa, magari dovuto a una dimenticanza o temporanea impossibilità finanziaria”.