Ci sono modelli così unici e originali che rischiano di passare inosservati, perché troppo costosi. E’ il caso della Renard GT, una moto bicilindrica su base Moto Guzzi, realizzata dall’azienda estone che negli anni trenta motorizzava biciclette con propulsori ausiliari.
La Storia
Attiva a Tallin fino al 1944, Renard Cycles dell’imprenditore Jaan Laan, ha chiuso i battenti per i danni subiti nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Dopo un periodo di oltre sessant’anni, grazie all’iniziativa di Andres Unibomae, il marchio è tornato come Renard Motorcycles, per proporre modelli sorprendenti.
Presentata nel 2010, la Renard Grand Tourer, è una moto che associa design e materiali di ultima generazione, ad una punta di ricercato stile retrò che non tradisce le esigenze del motociclista puro.
Colpo d’occhio e fini materiali
A prima vista imponente, il massiccio impiego di carbonio e di rinforzi in kevlar, rendono la GT, un mezzo rigido, quindi molto maneggevole. Fungendo da struttura portante, il telaio monoscocca che integra l’airbox e il serbatoio del carburante, pesa appena 9 kg, nascondendo nella sua pancia anche lo scarico. Essendo a parallelogrammo, la forcella anch’essa in carbonio, è l’elemento principale che richiama le moto antiche, ma è dotata di ammortizzatore Öhlins S36DR1L.
Dello stesso composito sono fatti i cerchi delle ruote da 17”, ma la scelta di non utilizzare un normale telaio in tubi o in alluminio, conferisce alla moto la precisione chirurgica di una lama, sia nel traffico cittadino, che sui lunghi tratti fuori dal centro. La sospensione posteriore è sempre Öhlins con il solido TTx36 a tre livelli di regolazione.
La base
La base Guzzi è quella del classico bicilindrico a V di 90° trasversale, che mantiene il baricentro basso e la trasmissione finale a cardano, tipica delle moto Lariane. Utilizzando il propulsore della “Griso”, la cilindrata di 1.151 cc delle prime versioni, è stata alesata nei successivi pezzi a 1.326, raggiungendo i 123 Cv a 7100 rpm, per una coppia di 134 Nm a 5600 rpm. Da ovunque si osservi, le due testate laterali sembrano squarciare prepotentemente il guscio del telaio-carrozzeria.
La Renard GT pesa a secco 170 kg, ma non è un articolo da museo e aggiungendo i 17 litri di serbatoio, si ottiene una buona autonomia per i viaggi più lunghi. Non sono contemplati invece spazi per i bagagli e la sella monoposto, rende questa moto una vera roadster consacrata al divertimento. I 250 Km/h di velocità massima, ne confermano la teoria in strada e in pista.
Moto Guzzi e fantasia
L’impiego di un’unità Moto Guzzi non è così casuale e conferma l’affidabilità di quello che al momento è ancora l’ultimo schema motoristico contemplato dalla storica azienda e l’unico in produzione. Infatti, già altre case di nicchia come Ghezzi-Brian e Magni, si sono affidate ai bicilindrici a V più celebri d’Italia, per le loro costose serie limitate.
Sia in questi casi, come per Renard, la progettazione di una moto non è solo un lavoro d’industria, un gesto che assecondi al meglio il mercato, ma un esercizio di stile e fantasia. E’ qualcosa di più simile alla libertà, che la moto stessa interpreta come concetto del suo esistere.
Cifre per nababbi
Per avere uno dei primi pezzi, occorreva sborsare una cifra intorno ai 75.000 euro, a fronte di dover attendere dai quattro ai cinque mesi per l’evasione del proprio ordine. Il relativo successo di questa moto tra chi può permettersela, ha fatto si che il prezzo si abbassasse, anche in funzione della produzione di un nuovo modello. Non cambiano i tempi di attesa, ma la cifra per garantirsi le nuove Renard GT si è ridotta (si fa per dire), ai 50.000 euro circa.
Questo produttore, principalmente ricercato progettista di telai e ciclistica vanta, infatti, un nuovo mezzo creato su piattaforma BMW R1250 R, che fornisce maggior tecnologia rispetto alla GT e offre un taglio meno sportivo, adatto al turismo a breve e lungo raggio, ma questa è un’altra storia.