MotoGP: le pagelle del Qatar, Bagnaia top

Chi sale chi scende nelle nostre pagelle, ecco i migliori e i peggiori del GP del Qatar

Foto di Alex Ricci

Alex Ricci

Divulgatore di motociclismo

Romagnolo classe 1979, scrittore, reporter, divulgatore appassionato di moto, storia, geografia, letteratura, musica. Adora Junger, Kapuściński, Sting e i Depeche Mode.

La lunga attesa è finita con il GP del Qatar che ha dato il via alla settantacinquesima stagione del motomondiale. Sul tracciato di Losail si sono rivisti i piloti della MotoGP e tra vecchi e nuovi protagonisti, abbiamo dato i nostri voti alla gara. Chi sale chi scende nelle nostre pagelle, ecco i migliori e i peggiori sotto la luna araba.

I top 3

Francesco Bagnaia 9 – è il campione del mondo sulla moto campione del mondo e per un paio di giri dà l’impressione di voler gestire lasciando davanti gli avversari. Non li lascia andare via però e fa subito quello che deve fare, piazzandosi primo e firmando diciannove giri in quella posizione, concludendo sul gradino più alto del podio. La notte del Qatar luccica per il ducatista che riparte da dove aveva terminato nel 2023. Chapeau.

Brad Binder 8,5 – non sbaglia niente e quando sta bene sembra prendersi il podio con facilità. Anche per lui la ducati di Bagnaia è un missile imprendibile, ma Brad è buono come il pane e conferma la KTM come l’attuale seconda forza del mondiale. Non era facile stare davanti ad un Martinator pronto a vincere e ci riesce alla grande. Pecco ne approfitta e ringrazia, ma tutti quelli con velleità di vittoria dovranno guardarsi le spalle proprio dal sudafricano.

Jorge Martin 7,5 – è pronto a tutto, ma per vincere occorre qualcosa in più. Martìn guida molto sull’anteriore e in questo weekend si sono rilevati forti stress della gomma piccola. Un punto a favore per lo spagnolo che è sempre il candidato numero uno a detronizzare Bagnaia che chiude uno a zero il promo confronto diretto. Il terzo posto è sempre un ottimo risultato e battere Marc Marquéz non è mai scontato.

I flop 3

Jack Miller 5 – cadere è all’ordine del giorno, ma farlo alla Miller è da kamikaze. L’australiano firma la prima scivolata della stagione nella gara lunga e butta alle ortiche una corsa dove avrebbe potuto affiancare il compagno di scuderia e accumulare punti importanti. Ultimo al traguardo con quasi 43 secondi di ritardo è un test che non serve a niente, tranne a capire che la KTM è dura a morire anche dopo il botto.

Luca Marini 4 – il suo passaggio in Honda non fa bene a nessuno. Su una moto tenuta in classifica dal talento di Marquéz nella scorsa stagione, Marini non può fare meglio. Arriva penultimo dopo averci abituato ai piazzamenti di rincalzo della scorsa stagione, quando guidava una Ducati. Il livello è altissimo, Luca può fare di più, ma su questa Honda diventa tutto meno semplice. Il mondiale è appena partito e il tempo c’è, ma fai presto Luca.

Questa gara non s’ha da fare per Raul Fernandez (4,5) che si è ritirato a 4 giri dalla fine dopo una gara a dir poco mediocre, iniziata con una falsa partenza per lo spegnimento della sua Aprilia in griglia che ha costretto il gruppo ad un secondo start. Protagonista di alti e bassi anche nella scorsa stagione, questo GP ne è il riassunto. Un bignami che speriamo non si porti nel taschino per tutto il campionato.

Gli eroi di giornata

Pedro Acosta e Marc Marquéz, due debutti diversi per due piloti agli antipodi. Il rookie e il veterano che sembrano uno l’erede dell’altro. Con la Gas Gas, Acosta ha fatto una corsa spettacolare, ricca di sorpassi e controsorpassi da non sembrare nemmeno la MotoGP, ma più la 125 di un tempo. Merito dell’incoscienza giovanile e di quell’entusiasmo di chi non ha nulla da perdere e tutto da dimostrare. Non era semplice esordire con una Ducati di un team privato, ma Marquèz ha fatto il solito portando a casa il miglior risultato possibile. Ora alla Honda possono rimpiangerlo, mentre il team Gresini si sfrega già le mani e aspetta il colpaccio. Marc is back.