Guida sotto effetto di droghe: multe, conseguenze e rischi

Il contrasto alla guida sotto effetto di stupefacenti è centrale nelle politiche di sicurezza stradale per il guidatore e non solo: cosa bisogna sapere

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

La guida sotto effetto di droghe è una minaccia per la sicurezza stradale che espone a rischi non solo chi si mette al volante in queste condizioni, ma anche gli altri utenti della strada come automobilisti, ciclisti e pedoni. In Italia, le conseguenze per chi viene sorpreso a guidare sotto l’influenza di sostanze stupefacenti sono particolarmente severe, abbracciando sia sanzioni amministrative sia penali.

Le sanzioni possono variare fra multe pesanti, la sospensione o revoca della patente di guida, e in casi gravi, procedimenti penali. Oltre alle ripercussioni legali, chi guida drogato si espone a gravi rischi personali, aumentando il pericolo di incidenti con conseguenze potenzialmente letali.

Un aspetto meno discusso ma ugualmente importante riguarda l’assicurazione auto. In caso di incidente mentre si è sotto l’effetto di droghe, le compagnie assicurative possono rifiutare di coprire i danni, lasciando l’automobilista responsabile per costi economici.

Quali conseguenze per guida sotto effetto di droghe

La guida sotto effetto di droghe distorce la percezione del conducente, alterando sia le facoltà psichiche sia fisiche. Sostanze come cocaina, marijuana, allucinogeni, anfetamine ed eroina influenzano la visione della realtà, rallentano i riflessi e compromettono la lucidità necessaria per guidare in sicurezza.

L’assunzione di queste sostanze porta a un senso ingannevole di euforia e sicurezza che può indurre il conducente a sottovalutare i rischi e ad agire in modo imprudente. Per esempio, la cocaina può causare una forte sensazione di iperattività e vigilanza che dura dai 10 ai 20 minuti, ma si accompagna ad effetti fisici pericolosi come l’accelerazione del battito cardiaco e forte agitazione. La marijuana provoca un aumento della reattività ai stimoli esterni e un alterato senso delle percezioni spazio-temporali, che possono durare fino a 3 ore.

Gli effetti degli allucinogeni possono essere particolarmente distruttivi per chi si trova alla guida, distorcendo la realtà per un periodo che varia da 1 a 8 ore e provocando nausea, vertigini e intensi attacchi di panico. Le anfetamine, con una durata di effetto che può estendersi fino a 12 ore, inducono un’illusione di benessere e un’iperattività che maschera la stanchezza fisica e mentale, aumentando il rischio di comportamenti imprudenti al volante.

L’eroina, forse la più pericolosa tra le sostanze citate per chi si mette alla guida, crea una sensazione di distacco e piacere che può durare fino a 6 ore, ma porta a gravi effetti collaterali come nausea, vomito, pesantezza delle articolazioni, sonnolenza e un pericoloso rallentamento delle funzioni vitali.

Quando i farmaci sono come le droghe

La sentenza 18324 del 2019 della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza sulla guida sotto effetto di farmaci pesanti ovvero quando gli effetti dei medicinali sono equiparati a quelli delle droghe. Il caso esaminato riguarda un incidente in cui il conducente, secondo quanto riportato dalla polizia stradale, non era in condizioni mentali lucide al momento del sinistro.

Nel corso delle indagini furono rinvenute scatole di medicinali nell’auto e nelle tasche del conducente. Gli esami ospedalieri rivelarono la presenza di oppiacei. Il guidatore assumeva farmaci contenenti codeina e paracetamolo per mitigare i dolori conseguenti a interventi ortopedici a ossa e articolazioni. Nonostante l’utilizzo legittimo del medicinale, gli effetti collaterali compromettevano la capacità di vigilanza del conducente, influenzando così i risultati dei test sugli oppiacei.

Le multe per chi guida sotto l’effetto di stupefacenti

La guida sotto effetto di droghe è sanzionata in Italia come stabilito dall’articolo 187 del Codice della Strada. I trasgressori sono soggetti a pene pecuniarie che variano da 1.500 a 6.000 euro, e a pene detentive da sei mesi a un anno. In aggiunta scatta la sospensione della patente di guida per un periodo che va da uno a due anni. Se il conducente sorpreso sotto effetto di sostanze non è il proprietario del veicolo, e il proprietario è estraneo al reato, la sospensione della patente viene raddoppiata.

La polizia stradale è autorizzata a sottoporre i conducenti sospetti a test qualitativi non invasivi e, in caso di esito positivo, ad accertamenti clinico-tossicologici più approfonditi. I test vengono effettuati tramite il prelievo di campioni di mucosa del cavo orale da parte del personale sanitario ausiliario delle forze di polizia.

Il rifiuto di sottoporsi a questi test è considerato reato. Per imporre la sanzione prevista, il conducente deve essere trovato in uno stato di alterazione psico-fisica al momento della guida. Le tracce di droga possono rimanere nel corpo anche dopo che l’effetto è cessato.

Guidare sotto l’influenza di droghe comporta anche una decurtazione di 10 punti dalla patente. I neopatentati, in particolare, rischiano di perdere la loro licenza di guida immediatamente dopo un solo episodio di guida sotto effetto di stupefacenti. In alcuni casi, le pene detentive o pecuniarie possono essere convertite in lavori di pubblica utilità, a seconda della gravità del reato e delle circostanze specifiche.

Incidente per guida sotto effetto di droghe

Secondo il Codice della Strada, se il conducente alterato da sostanze stupefacenti è coinvolto in un sinistro, non solo le sanzioni vengono raddoppiate, ma il veicolo viene anche posto in fermo amministrativo per un periodo di 180 giorni. Questa misura si applica indipendentemente dal fatto che la vettura appartenga al guidatore o a un terzo non coinvolto nell’episodio.

In aggiunta, la patente di guida del responsabile dell’incidente viene revocata. Questa normativa riflette la severa posizione del legislatore mirata a rafforzare la sicurezza stradale e a detergere comportamenti che possono mettere in pericolo la vita di guidatori e pedoni.

Il Codice della Strada punisce queste infrazioni per sottolineare l’importanza di mantenere uno stato di lucidità e responsabilità alla guida, incentivando tutti gli automobilisti a riflettere seriamente sulle devastanti conseguenze che possono derivare dalla guida in stato di alterazione.

Cosa succede con l’assicurazione auto

La guida sotto effetto di droghe comporta gravi conseguenze soprattutto in caso di incidenti stradali. La compagnia assicurativa, che copre il conducente responsabile, è obbligata per legge a risarcire i danni ai terzi danneggiati. Non solo, dopo aver coperto i danni, la compagnia assicurativa ha il diritto di rivalersi sul proprio cliente, richiedendo il rimborso delle somme pagate, fino al limite massimale previsto dalla polizza. Questa procedura, nota come azione di rivalsa, è standard nelle polizze assicurative, ma può essere modulata da specifiche clausole contrattuali.

Un’importante precisazione emerge da una sentenza della Corte di Cassazione (la numero 12900 del 13 aprile 2021), che stabilisce che l’azione di rivalsa è applicabile solo se l’incidente è stato causato da un conducente il cui livello di sostanze stupefacenti supera i limiti legali.

Per chi cerca una maggiore protezione, alcune compagnie assicurative offrono la possibilità di includere una clausola di rinuncia alla rivalsa nel contratto di assicurazione. Questa opzione, che comporta un costo aggiuntivo sulla polizza, impedisce alla compagnia di esercitare l’azione di rivalsa in caso di incidente, anche se il conducente è risultato positivo ai test. Non tutte le compagnie offrono questa garanzia e, data la natura del rischio associato alla guida sotto effetto di droghe, non è generalmente raccomandata.